La vittoria della Brexit: la vittoria della libertà e della sovranità del Popolo

Il Popolo della Gran Bretagna ha votato ed ha scelto la via dell’autodeterminazione politica, della libertà economico-sociale e dell’autosostentamento consapevole senza cedere alle lusinghe, alle minacce e alle false promesse di un Unione Europea che invece di occuparsi della dilagante immigrazione clandestina, della lotta al terrorismo di matrice islamica, delle questioni militari continentali e mediterranee, di difendere l’avamposto dell’occidente in medio oriente cioè Israele, di proteggere i cristiani perseguitati in svariate nazioni, di tutelare la vita in tutte le sue forme, del contrasto ai grandi gruppi criminali, delle tematiche del lavoro, della formazione culturale e professionale dei giovani, di fonti energetiche alternative alla servitù del petrolio arabo, di trovare un modo ragionevole e onorevole per riavvicinare la Russia a noi e di regolare e regolamentare il mercato finanziario di cui  purtroppo è succube, si preoccupa di stabilire la dimensione minima delle cozze o dell’angolo di curvatura delle banane o peggio delle consulenze milionarie dei propri burocrati pagate con i risparmi sulle nostre pensioni. Purtroppo per gli eurotecnoburocrati dell’alta finanza quando i popoli votano scelgono la propria sopravvivenza e la propria identità, e bene se ne facciano una ragione. La consultazione del 23 giugno 2016 ha messo in luce tutte le contraddizioni che in questi anni hanno provocato ed accentuata una crisi economica che è stata la logica conseguenza della ricerca dell’utile a tutti i costi passando sulla pelle dei popoli e della loro Tradizione. Ancora una volta la Gran Bretagna ha salvato, speriamo, l’Europa dal baratro dell’assolutismo, come aveva fatto negli ultimi duecento anni, combattendo e vincendo, con grande impego di uomini e mezzi, le guerre contro l’imperialismo francese di Napoleone Bonaparte, contro quello tedesco degli anni 30 e 40 ed oggi contro quello degli anonimi padroni di questa Unione Europea a egemonia franco tedesca. Le “sofisticate” spiegazioni sui danni di un uscita della civilissima Gran Bretagna messe in campo dal potente apparato politico finanziario globalista ed informativo, non hanno persuaso i sudditi di Sua Maestà Elisabetta II, che anzi hanno così riaffermato un principio sacrosanto, in più di qualche caso in questi anni calpestato dalle autorità di Bruxelles, che è quello della Sovranità Nazionale che resta concretamente in mano al popolo attraverso il voto a prescindere dai trattati internazionali. Ma questa è stata anche la vittoria del sistema istituzionale britannico, da molti definito, compresi da coloro che in Italia fanno capo ai partiti di potere, uno dei più democratici ed efficaci, in cui il capo dello Stato, la Regina, che in Inghilterra è anche capo della Chiesa Anglicana, non sceglie i governi, come da noi, non si immischia nelle faccende parlamentari come è capitato troppo spesso ad un ex Presidente della Repubblica Italiana sia quando era in carica che ora da pensionato d’oro, ma si limita a fare le proprie considerazioni periodicamente e privatamente al capo del governo o magari in famiglia, come è successo per questo referendum in cui la sovrana si chiedeva quali fossero le ragioni per restare sotto la tecnoburocrazia di Bruxelles e implicitamente manifestando così tutti i suoi dubbi sulla permanenza del suo Regno nella pasticciata Unione Europea senza mai però oltrepassare i limiti imposti della sua alta posizione. Dubbi che peraltro attanagliavano già i suoi sudditi, che hanno dimostrato coraggio e consapevolezza nel votare per l’uscita, maggiormente nei distretti agricoli e in quelli dove la crisi ha accentuato la deindustrializzazione con il conseguente aumento della disoccupazione, a dispetto di quelli della City di Londra dove hanno vinto gli europeisti con un grande margine, molto enfatizzato dai mass media asserviti al potere dominante, ma dove votato purtroppo per loro solo 7000 persone quasi tutte impiegate nell’alta finanza. Ma questa è principalmente la vittoria dei partiti identitari come quello di Nigel Farage, a cui vanno i miei complimenti, col quale ho intrattenuto rapporti di condivisione ideale ai tempi dell’impegno come “Tradizional Popolari Italiani”, come testimoniato dai messaggi[1] che fin dal novembre 2011 ci siamo scambiati, e degli autentici conservatori come l’ex sindaco di Londra Boris Johnson e di tutti coloro che non vogliono la propria Patria invasa e stravolta da un immigrazione islamica senza controllo e inerme difronte al pericolo del terrorismo e al contrario votata all’autogoverno e all’autosostentamento. Infine questa è soprattutto la sconfitta della tecnoburocrazia tedesca, di Obama che era andato a Londra a fare propaganda per un’Europa più che unita asservita e di chi pontificava solennemente “chi alza muri per difendersi non è cristiano” e delle lobbies globaliste e mondialiste che hanno impedito di inserire nella costituzione le radici greco giudaiche cristiane che sono la stella polare per ricostruire veramente una nuova Europa sul modello di quello che fu il Sacro Romano Impero. L’Identità, la Storia e la Tradizione in questa occasione hanno prevalso.

 Antonino Sala

 


[1] Pubblico per brevità solo i primi due messaggi, che in qualità di Segretario dei Tradizional Popolari Italiani, l’on. Nigel Farage mi ha inviato.

 

  •   Messaggio del 21/11/2011

 

Dear Prof. Sala,

Many thanks for your support and encouragement, and good luck with the struggle for democracy where it matters most – in your own neighbourhood! What we need is organisation, against the power-nexus in Brussels, in every EU-captive nation, and in every country around the world.  Unfortunately, I barely have the resources to arrange such organisation in the UK.

Yours sincerely

Nigel Farage

 

  • Messaggio del 14/12/2011

 

Dear Nino Sala,

 Many thanks for your support and encouragement, and good luck with the struggle for democracy where it matters most – in your own neighbourhood!  A remarkable emergence is now taking place, into public view, of the totalitarian intentions of the EU-élite.  Until such a peril becomes as apparent as it has now become, there is no stimulus – in countries educated to ignore electoral and constitutional responsibilities – to take an interest in politics; but that stimulus is now painfully present.  All EU-governments have surrendered fiscal competences to the unelected EU-Commission; governments in Greece and Italy have been openly dismissed and replaced with EU-appointees; a Franco-German nexus has seized control of the euro-zone, and the EU’s will-to-power is growing ever more rapidly.  It is no longer possible to ignore the dictatorship, which is taking shape, and the necessity of opposing it. What we need is organisation in every EU-captive nation, and, indeed, in every country around the world, against the power of the Brussels-clique and its supranationalist backers elsewhere.  Unfortunately, I barely have the resources to arrange such organisation in the UK.  Nevertheless, the movement is awakening everywhere, and I hope you will find a way of assisting its advance, where you are.

Yours sincerely

Nigel Farage

 

 

 

La vittoria della Brexit: la vittoria della libertà e della sovranità del Popoloultima modifica: 2016-06-24T18:13:51+02:00da torreecorona
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