Il crepuscolo dell’Europa: Croce e Vangelo in soffitta.

La preghiera comune nelle chiese tra cattolici e musulmani di domenica 30 luglio 2016, tanto pompata dai media e dalle gerarchie vaticane, si è rilevata una grande bufala vista la esigua presenza da parte islamica, infatti hanno partecipato solo in 23 mila, se secondo me invece sono molti di meno, a fronte di due milioni di figli di Maometto presenti sul suolo italiano, un misero 1,15% del totale. Una cifra quanto meno ridicola, per non dire imbarazzante per coloro che l’hanno spacciata per un nuovo inizio nelle relazioni tra islam e Cristianesimo se aggiungiamo pure che in grande parte essa è fatta di gente che ha lasciato la fede cristiana per convertirsi all’Islam. Ma se questo non bastasse ecco che su Il Giornale spuntano gli imam del “dialogo” che così argomentano quanto accaduto “ho visto i video dei nostri fratelli che sono andati in chiesa per la messa – tuona l’imam di Lecce Saifeddine Maaroufi – se ne stanno lì in silenzio, non pregano, non cantano, sono in evidente imbarazzo. Ditemi, allora: che senso ha avuto tutto questo? Perché dobbiamo sottostare a queste richieste che arrivano dall’esterno?”. Continua Saifeddine Maaroufi “per noi i luoghi di culto sono importanti, sono luoghi sacri, per l’Occidente laico potrà sembrare qualcosa che ha a che fare con il folclore ma il Corano afferma ‘a voi la vostra religione, a me la mia’.”

Accanto a lui il portavoce della Grande Moschea di Roma che ha preso le distanze dall’iniziativa temendo un’eccessiva spettacolarizzazione per la stampa, e Ibrahim Gabriele Iungo, fedele e studioso del Corano che scrive su Facebook “sebbene la maggior parte dei nostri concittadini cristiani abbia accolto, compreso e fatto proprie le ormai innumerevoli attestazioni di solidarietà delle comunità islamiche – ad altri ciò non basta e non basterà finché non sarà la stessa tradizione islamica ad essere inquisitoriamente messa in discussione, secondo criteri che loro stessi si propongono di imporre. L’estremismo integralista e quello assimilazionista si nutrono reciprocamente”.

Tutto questo testimonia come dall’Islam autentico è stata mal digerita e quasi totalmente rifiutata questa cerimonia new age di “condivisione” in chiesa, che non saprei nemmeno definire alla luce delle rispettive tradizioni religiose, quella cattolica e quella islamica, che nonostante si tenti di farle passare sincretisticamente come uguagliabili dalle gerarchie ecclesiastiche così con sono, anche perché significherebbe equiparare Gesù Cristo a Maometto, cosa che per noi cristiani è impossibile e incommensurabilmente errata, visto che il Primo è vero Dio nella unità della Trinità e l’altro con tutto il rispetto solo un uomo nato alla Mecca forse nel 570 d. C..

L’Occidente e le alte gerarchie della Chiesa Cattolica ancora una volta, persino a breve distanza dalla tragica fine di un prete il 26 luglio 2016, padre Hamel, il primo martire cristiano in terra d’Europa, sgozzato come un agnello sacrificale mentre celebrava messa a Rouen in Francia dalla mano omicida di un islamico, dimenticano che non siamo noi ad essere in guerra contro di loro ma è il contrario, è lo stato islamico che addestra e istrada giovani disperati sulla via della morte e del suicidio. Ha affermato recentemente Sua Beatitudine Ignace Youssif III Younan, Patriarca di Antiochia dei siri,  “con tutto il rispetto per il Santo Padre, non è corretto quello che lui dice. C’è sempre stata gente più ricca degli altri. Qui stiamo subendo l’odio da parte di una religione”,  “voi (in occidente, ndr) state facendo delle elucubrazioni teoriche, a sangue freddo, quando noi dobbiamo subire ogni giorno, in ogni momento, i pericoli del terrorismo islamico. Un vescovo ammazzato, dieci preti ammazzati” si dice d’accordo pure nel parlare di genocidio a danno delle comunità cristiane locali: “genocidio non significa solo annientare una comunità, ma anche sradicarla impedendole di tornare dove essa è sempre stata”.

Serviranno a qualcosa queste celebrazioni ecumeniche e sincretistiche a cui in pochissimi credono di fronte al pericolo del terrorismo islamico che in questa torrida estate ha colpito senza pietà un’inerme e devirilizzato occidente? Ne dubito fortissimamente, magari faranno allontanare qualche cattolico che ha preferito rimanere in casa domenica piuttosto che andare in chiesa a vedere tradita la propria fede. A chi giova mettere in soffitta Croce e Vangelo mi chiedo?

Ci si dimentica con troppa facilità che “una volta, come ebbe a dire Giovanni Paolo II ad Agrigento il 9 maggio del 1993 difronte ad un grande Crocifisso e all’icona della Madonna della Consolazione di Burgio, il giudizio di Dio verrà”, anche per gli ecclesiastici oltre che per i laici.

In tutto questo fervore, fatto di accoglienza, reciprocità, condivisione, miscredenza e omologazione, rilevo che in Germania a Colonia la comunità turca ha organizzato una manifestazione pro Erdogan dall’eloquente tema: «Sì alla democrazia, no al golpe». Hanno partecipato in circa trentamila e gli organizzatori avevano chiesto persino di poter fare un collegamento in diretta video con il presidente Erdogan, visto che l’assembramento era in suo sostegno, subito negato dalla Corte costituzionale federale tedesca.

Il divieto, riferito dall’agenzia statale turca Anadolu, è stato così commentato su Twitter dal ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu “preoccupato per le notizie dall’Europa contro la libertà di espressione e di associazione. Una decisione del genere non può avere alcuna spiegazione”.

Viene quasi da ridere a sentir parlare di libertà da esponenti di un regime assolutista come quello che in questi giorni proprio in Turchia sta operando epurazioni di ogni genere, se non fosse la questione molto seria: cioè quella di una preoccupante mobilitazione di massa, come questa di Colonia, sul suolo europeo messa in opera da un etnia straniera e storicamente avversa alla nostra civiltà, protagonista nella storia dell’assedio di Vienna del 1529 e delle battaglie  di Lepanto del 1571 e quella di Vienna del 1683 in cui l’Europa fu ad una passo dal cadere sotto le grinfie sanguinarie dell’impero turco ottomano. Concludo con questo efficace commento del direttore Enrico Mentana che con ironia fotografa la realtà di casa nostra “Finalmente, 15 giorni dopo l’inizio della repressione in Turchia, in una città europea si manifesta. Decine e decine di migliaia di persone arrestate, licenziate, sospese, private dei diritti civili nelle file delle forze armate, dell’università, dell’insegnamento in generale, della sanità, della magistratura, della pubblica amministrazione, del clero, del giornalismo, senza neanche uno straccio di legame col fallito golpe, che ha dato a Erdogan il pretesto per fare piazza pulita di tutti i suoi oppositori. E infine, dopo due lunghe settimane di silenzio oggi qualcuno finalmente ha organizzato una manifestazione. C’è solo un piccolo particolare: quel grande raduno, a Colonia, non è di protesta ma di appoggio a Erdogan. Guten nacht, Europa”.

Sperando che la notte sia breve…

Antonino Sala

Il crepuscolo dell’Europa: Croce e Vangelo in soffitta.ultima modifica: 2016-08-01T19:09:20+02:00da torreecorona
Reposta per primo quest’articolo

I commenti sono chiusi.