Una sentenza di un tribunale “civile” più importante della vita di un bambino. La triste storia di Charlie Gard.

 

Assistiamo con sgomento in questi giorni al dramma della famiglia Gard che vede condannato a morte certa il suo piccolo Charlie di appena 10 mesi per una sentenza di un tribunale civile, il quale ha decretato che al neonato, non solo debba essere tolta ogni forma di assistenza, ma anche la possibilità di essere trasferito all’estero, come da più parti è stato chiesto. Così nemmeno l’intervento del Vaticano, del Presidente degli USA Donal Trump, le parole di Papa Francesco e la disponibilità dell’Ospedale pediatrico di Roma Bambin Gesù sono servite a lasciar partire Chiarlie, perché la legge è legge, ha riferito il ministro degli esteri del Regno Unito, e non si può permettere che il diritto possa inchinarsi difronte alla vita di un bambino di 10 mesi. Tutto ciò è disumano.

Anche dalla Russia si levano voci in difesa del piccolo come si legge oggi sul Messaggero: «Una decisione mostruosa da parte del Tribunale dei diritti umani che dimostra la profondissima crisi del concetto di protezione dei diritti umani. Oggi il diritto alla vita porta dritto al diritto a morire» ha dichiarato il Metropolita Hilarion, il capo del dipartimento estero del Patriarcato russo, il quale si chiede come mai in uno Stato democratico come la Gran Bretagna, «nel 21esimo secolo, una famiglia sia bloccata in una clinica a causa della decisione di una corte e non può dirigersi in un’altra clinica». Hilarion ha pochi dubbi «sul sadismo nascosto dai toni umanitari. Una presa in giro oltre che una violazione alla coscienza dei famigliari del piccolo Charlie visto che negli Usa ci sono medici pronti a curarlo e a finanziare tutto». La Chiesa ortodossa assicura poi preghiere ai genitori del bambino. «Siamo perplessi per il fatto che in Occidente si proclama sempre che la vita umana è un valore assoluto, ma poi l’uccisione di persone gravemente malate, compresi bambini, sta diventando una realtà legalizzata».

A questo punto mi chiedo: un tribunale può decidere la morte di un bambino? Secondo me no! Una nazione che si autodefinisce civile come la Gran Bretagna può permettere un tale abominio? Il diritto serve a tutelare la persona umana o a soddisfare altri bisogni trascinando l’essere umano in una morsa che lo stritola? E l’occidente, e l’Italia patria del diritto Romano, come possono rimanere impassibili difronte ad un caso che costituirà un gravissimo precedente, per cui un tribunale potrà decidere l’uccisone di un qualsiasi individuo, penso ai tanti disabili gravi o ai malati terminali di cancro, che con amore vengono assistiti dai propri familiari, con la presunzione, tutta da dimostrare, di alleviarne le pene?

C’è chi è sempre pronto a pontificare sul dovere dell’accoglienza incondizionata, sull’aiutare il classico gattino sull’albero, sul non magiare prodotti del regno animale per non privarne l’esistenza, sull’abolire ogni forma di sperimentazione sugli animali, sul non spostare qualche pianta di ulivo per non turbare l’ecosistema del luogo, ma di fronte ad una aberrazione simile li ho visti indifferenti o poco coinvolti perché la vita dell’uomo, che per un cristiano è sacra dal suo concepimento alla morte naturale, secondo questa ideologia luciferina e antiumana, può essere sacrificata in nome di un falso diritto.

Alla famiglia Gard e al piccolo Charlie, vanno le mie preghiere e la mia vicinanza in questo momento terribile. Un giorno, come disse Giovanni Paolo II, il giudizio di Dio Verrà.

Antonino Sala

 

Una sentenza di un tribunale “civile” più importante della vita di un bambino. La triste storia di Charlie Gard.ultima modifica: 2017-07-06T11:16:59+02:00da torreecorona
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