Lineamenti per una “Politeia Elachista”: lo stato essenziale e del governo limitato

Uno stato, senza i necessari limiti dettati dalle legge, dilatata il proprio potere, senza quasi opposizione, attraverso la sua burocrazia che la politica ha tutto l’interesse ad aumentare, e così facendo parallelamente alla crescita dell’ambito di competenza di essa lievita anche la spesa pubblica, quella italiana ormai senza freno sfiora i 2700 miliardi di euro, non tagliando i rami secchi che generano solo stipendi per i dipendenti e nessun o quasi beneficio per i contribuenti che ne pagano il costo con le tasse.

Il premio Nobel, padre della Teoria della scelta pubblica, James M. Buchanan sosteneva che “basandosi sulla riluttanza del pubblico ad agire in linea di principio a sostegno di soluzioni di mercato a problemi apparenti, reali o immaginari, questi gruppi di interesse assicurano restrizioni arbitrarie agli scambi volontari e, nel processo, assicurano rendite per i loro membri riducendo riducendo sia le libertà che il benessere economico degli altri membri del nesso economico, sia a livello nazionale che internazionale”.

Questa affermazione pone interrogativi ancora aperti, su quale tipo di società ci troviamo di fronte e quali correttivi è possibile operare, e in che settori prioritariamente, per rendere più facile la vita al povero uomo del nostro tempo che si vede invaso nella sua vita privata, quanto in quella pubblica, dal funzionario a cui la politica ha delegato il compito di misurare anche i metri quadrati del suo piccolo garage.

La strada verso la libertà passa dalla rimodellazione della “Politeia”, lo stato, nel senso di una restrizione dei suoi poteri: specialmente per quello che riguarda la possibilità di esercitare il monopolio della forza nei confronti dei suoi cittadini attraverso un approccio completamente diverso ed alternativo ad esso basato, su tre tre presupposti, come sosteneva James M. Buchanan, “individualismo metodologico, scelta razionale e politica come scambio”. Più semplicemente ogni azione è riconducibile ad un’azione individuale, come scrive Ludwig von Mises “solo l’individuo pensa, solo l’individuo ragiona, solo l’individuo agisce” e le sue scelte sono razionali nel senso di una massimizzazione del proprio interesse, che ovviamente non necessariamente è l’arricchimento personale, perché i fini sono molteplici e personali. La politica poi è la capacità di cooperazione e co adattazione tra soggetti diversi per raggiungere obiettivi che il singolo si pone ma che diventano comuni quando sono convergenti e ritenuti utili, cosicché i fenomeni macrosociali diventano il risultato non intenzionale di azioni individuali intenzionali.

La società o la comunità non può avere un punto di vista autonomo rispetto a quello dei singoli altrimenti diverrebbe il suo quello privilegiato e pericoloso per la libertà della persona che si vedrebbe schiacciata rispetto alla visione generale del mondo.

Ritengo che la “Politeia” sia l’organizzazione istituzionale della società/comunità storicamente affermata che esercita la propria sovranità su un territorio e un popolo che lo occupa, attraverso un ordinamento giuridico. Nel tempo l’interrogativo su quale tipo di stato garantisce meglio le libertà concrete è sempre vivo e pressante.

La mia personale risposta, anche grazie agli studi di diversi autori come quelli della scuola austriaca di economia Carl Menger, Eugen von Böhm-Bawerk, Friedrich von Hayek, Ludwig von Mises e della cosiddetta Scuola di Chicago Milton Friedman e James Eugene F. Fama, M. Buchanan senza però dimenticare Robert Nozick, unitamente agli italiani del Risorgimento come il Beato Antonio Rosmini Serbati, Marco Minghetti, Camillo Benso di Cavour, Padre Gioacchino Ventura, Raffaello Lambruschini, Alessandro Manzoni, Luigi Tapparelli d’Azeglio e il “principe degli economisti italiani del Risorgimento” (così lo definiva Vilfredo Pareto) il siciliano Francesco Ferrara, passando poi per lo stesso Pareto, don Luigi Sturzo, Maffeo Pantaleoni, Gaetano Mosca fino ad arrivare ai giorni nostri con Dario Antiseri, Lorenzo Infantino, Raimondo Cubeddu, Franco De Benedetti, Carlo Lottieri, Davide Giacalone, Antonio Martino, Giancristiano Desiderio, Alessandro De Nicola, Corrado Sforza Fogliani per citarne solo alcuni, è quella per cui le caratteristiche fondamentali di un’organizzazione statuale efficiente e non oppressiva debbano essere: una legislazione snella, chiara e coerente ed avere un corpo proporzionato e reattivo per salvaguardare diritti e libertà.

Questo modello è la “Politeia Elachista o Elaxista” (in greco ελάχιστo significa minimo) uno stato essenziale e del governo limitato.

AS

Lineamenti per una “Politeia Elachista”: lo stato essenziale e del governo limitatoultima modifica: 2021-06-18T17:00:54+02:00da torreecorona
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