Difendiamo il libero pensiero e la democrazia dal rischio della pianificazione dell’economia!

L’ennesimo articolo uscito sul Fatto Quotidiano sulla nomina di alcuni componenti del Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica presso il Dipartimento di Programmazione Economica del Governo Draghi, per la precisione Carlo Cambini, Francesco Filippucci, Marco Percoco, Riccardo Puglisi e Carlo Stagnaro, nel quale si sottolinea la loro impostazione culturale antistatalista e liberista e la contestuale lettera al presidente Draghi sullo stesso argomento firmata da alcuni tra economisti, docenti universitari, ricercatori ed altri, testimonia come una certa cultura non riesce proprio ad immaginare che forse in un momento in cui abbiamo le risorse sarebbe meglio ascoltare proprio chi ha sempre teorizzato il risparmio di denaro pubblico e il razionamento della spesa statale a favore di investimenti effettivamente produttivi.
Il tono poi è particolarmente aspro, per essere benevoli, quando si fa riferimento all’Istituto Bruno Leoni, insinuando persino il sostegno di finanziatori” privati dell’istituzione (cosa poi ci sia di male lo sanno solo loro), senza però entrare mai nel merito delle prospettive e delle idee proposte dal think tank liberale. Vengono tirati dentro gli autori della scuola austriaca di economia come von Hayek e della scuola di Chicago come Friedman senza però mai parlare compiutamente né delle loro idee né di qualche libro degli stessi autori né dei loro premi Nobel.
Certo sarebbe meglio pensare come arrestare la crescita del debito pubblico, quello italiano è arrivato a 2700 miliardi di euro, piuttosto che aumentarlo, ma la logica purtroppo che ci sta dietro è quella di fare intervenire sempre lo stato a ripianare tutto, per poi colpire con la tassazione la proprieta privata quando il livello di indebitamento diventa insostenibile.
Rilevo che i firmatari sono quasi tutti docenti delle università statali, sarà un caso ed è un fatto. Sarebbe invece utile aprire un serio dibattito sul modello di istruzione e ricerca che abbiamo in Italia e capire se forse non sarebbe anche il caso di ripensare anche quello su basi alternative ispirate alla libertà d’insegnamento concreta, in cui è il docente a scegliere l’istituzione dove insegnare e la stessa a valutarne il rendimento.
In ogni caso ben vengano gli Istituti, come quello intestato al grande economista Bruno Leoni, e tutte le altre fondazioni, che credono nella libertà personale e d’impresa che si autosostengono con donazioni private e così facendo non gravano, come tante altre di opposta ispirazione, sul pubblico erario costituito dalle tasse e dai tributi versati dai cittadini.
Infine ricordo ai succitati, che saranno di sicura fede democratica, che quando interviene lo stato in economia si determinano tre conseguenze: si dilata il suo potere, amministrato dai partiti e gestito dalla burocrazia; si stabilisce il suo monopolio vista la sua assoluta posizione dominante; si indebolisce velocemente l’intera democrazia liberale, grazie anche alla deresponsabilizzazione delle persone.

Un pericolo ben più grave rispetto a tutti gli altri ed una lezione che abbiamo imparato dagli insuccessi dell’economia pianificata come quella dei regimi del  socialismo reale come l’URSS.


AS

Difendiamo il libero pensiero e la democrazia dal rischio della pianificazione dell’economia!ultima modifica: 2021-06-27T17:56:33+02:00da torreecorona
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