A proposito di classe dirigente e “carta dei valori” dell’eurodestra 2021. L’eterno ritorno all’uguale?

A proposito di classe dirigente e “carta dei valori” dell’eurodestra 2021. L’eterno ritorno all’uguale?

Quando si afferma che a destra non è presente una classe dirigente oltre ai leader si dice una mezza verità perché in effetti c’è una, ed quella che proprio loro hanno accuratamente selezionato. Il tipo umano che essa rappresenta è più o meno quello che vediamo anche in altri partiti: ossequioso con il capo, sempre d’accordo con la “comunità che si organizza”, pienamente convinto dell’opinione ufficiale espressa via social, acritico e forse anche sinceramente certo di essere nel giusto (questa è la cosa che più mi preoccupa), semplicemente perfetta per chi pensa che governare sia comandare dimenticandosi che questo, come ci insegna la storia, è il miglior modo di andare a sbattere il grugno contro la realtà che, essendo complessa ha bisogno di risposte complesse, e prima o poi ti riporta sulla terra facendoci scendere bruscamente dallo shuttle dei sondaggisti, dove qualcuno ti ha messo per convenienza accidentale.
E pure in tutta l’Italia c’è una presenza diffusa di intelligenze plurime, non allineate al pensiero unico, libere, magari anche libertarie, forse anche scapigliate, un po’ dannunziane, anticonformiste e a loro modo patriottiche senza essere coccardiere e certamente difficile da omologare ed ingabbiare, a cui non piace la vita semplice del funzionario di partito a cui è chiesto solo di eseguire gli ordini del capo. Insomma un patrimonio di persone e idee che sono state volutamente messe da parte, con le quali non si vuole ragionare e discutere.
Comprendo il rischio di farlo: comporterebbe il mettere in controversia le proprie certezze ed aprirsi all’analisi dura della realtà mettendo a nudo tutte le proprie debolezze culturali e le incrostazioni incapacitanti del passato, che si “consegnano alla storia” come si ripone un vecchio arnese nell’armadio, senza mai però gettarlo veramente, pronto per essere tirato fuori all’occorrenza o come si fa con un motore usato riverniciandolo, modificandone o togliendone solo qualche parte più malandata, ma sostanzialmente lasciandolo così per come è stato progettato. Nessuna parola chiara e definitiva. Un esempio? le ordinanze degli amministratori locali del cosiddetto centrodestra nella fattispecie della pandemia, sono state in molti casi semplicemente più restrittive di quelle del governo nazionale. E che dire del plauso generalizzato, prima tra tutti Giorgia Meloni, alla teoria Biden sulla Global Tax?
Queste criticità esistono e si vedono tutte, soprattutto in politica economica. Infatti che differenza c’è tra le proposte dirigiste e stataliste del PD e dei M5S, rispetto alle altre di centrodestra? quali sono sul prossimo, temo, incremento dell’inflazione? sul debito pubblico, ridurlo o aumentarlo? sulle assunzioni negli uffici dello stato? sulla massa monetaria circolante? sui mercati finanziari? Quasi nessun distinguo, salvo qualche accenno propagandistico come la flat tax, infatti due dei tre partiti che compongono il cdx attualmente governano assieme ai primi, e quello che è all’opposizione dice che serve ancora più stato in tutto, dalla finanza alla formazione. Immaginano tutti comunque un ordine pianificato dall’alto. Solo che i fratelli “conservatori” lo giudicano auspicabile, quasi un “ottimo paretiano”, perché sperano di realizzarlo loro. Tutto qua.
L’ultima impresa, poi, in campo internazionale, la Carta dei Valori firmata da Salvini, Meloni, Orban e Le Pen ancora oggi denota come si giri intorno al tavolo senza mai cambiare realmente prospettiva. Non siete d’accordo? la pensate come Marco Gervasoni sul Il Giornale, che pure stimo, che sia la naturale rivendicazione di un’identità comune? Allora vi consiglio di leggere “Intervista sull’Eurodestra, Thule, Palermo (1978)”, in cui l’allora segretario del Movimento Sociale Italiano Giorgio Almirante, chiariva i connotati dell’operazione che aveva portato al patto tra il Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale ed altri tre partiti di destra europei, lo spagnolo Fuerza Nueva, i francesi di Parti des Forces Nouvelles e i greci dell’EPEN, in previsione delle prime elezioni del parlamento europeo del 1979, firmato dallo stesso Almirante, da Blas Piñar e da Jean-Louis Tixier-Vignancour, che poi si sciolse nel 1984 portando i missini insieme ai greci dell’EPEN a far nascere il Gruppo delle Destre Europee con il partito di Jean-Marie Le Pen il papà proprio di Marine. Niente di nuovo sotto il sole: identità europea, terza via tra socialismo e capitalismo etc, etc…
Ma si può veramente pensare a costruire il futuro con la testa rivolta a proposte e prospettive che forse andavano bene 43 anni fa? Basta leggere l’intervista ad Almirante per capire di cosa stiamo parlando. Eppure anche se sono un critico del segretario missino, gli riconosco i tentativi, anche se poi non portati fino in fondo, di allargare il campo per esempio nella cultura con il coinvolgimento del filosofo ex marxista Armando Plebe, o la nascita della destra nazionale con i monarchici o l’avvicinamento a Craxi, ma la tragica vicenda di Democrazia Nazionale, con la relativa inevitabile scissione, testimonia però come quella mentalità da caserma abbia poi disperso energie ed esperienze che sarebbero state essenziali per uscire dalle secche di un opposizione permanente al sistema democratico da cui si era però emarginati.
Solo con Alleanza Nazionale si pensò veramente di fare i conti con il passato, ed il viaggio di Gianfranco Fini in Israele e le sue parole definitive sul razzismo, avevano aperto le porte ad un diverso orizzonte. Peccato che i pretoriani della “purezza” con l’ausilio di interessati “amici” le abbiano chiuse rapidamente per evitare che fuggissero i cavalli e siamo, caro Gervasoni, tornati all’Eurodestra di 43 anni fa, con le solite frasi fatte sull’identità cristiana e classica, che si rivendicano ma non si perseguono fino in fondo, e con un atteggiamento anti capitalistico in cerca di una terza, improbabile ed inapplicabile, via al socialismo, sinonimo di interventismo di stato che invece si invoca con ardore.
Ricordo infine a me stesso, a proposito di classicità e tradizione, che il primo imperatore romano cristiano fu il siriano Marco Giulio Filippo Augusto meglio noto come Filippo l’Arabo nel 244 d.C. Mi chiedo: la nuova “eurodestra” del 2021 è pronta ad acclamarne uno così come presidente della commissione europea o invece siamo sempre all’eterno ritorno all’uguale?

A proposito di classe dirigente e “carta dei valori” dell’eurodestra 2021. L’eterno ritorno all’uguale?ultima modifica: 2021-07-06T16:15:56+02:00da torreecorona
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