Contro il vuoto della politica attuale meglio un Re

rugg2.gifIl termine vuoto genericamente esprime un’assoluta mancanza di una qualsiasi materia. Basterebbe questa semplice definizione per esprimere quello che è l’attuale situazione politica italiana e forse anche europea.

La mia non vuole essere un’invettiva contro questo o quel partito, o peggio verso questo o quel personaggio, ma semplicemente la costatazione che negli ultimi 20 anni di storia italiana le grandi lobby della finanza, grazie alla complicità della classe politica, hanno realizzato il vuoto perfetto che com’è noto non è ottenibile in laboratorio e non è mai stata osservato in natura, fino ad oggi. Infatti se ascoltiamo le grandi o piccole, a seconda del caso, convention di partito, siano esse manifestazioni interne che esterne ci accorgiamo che questo è invece ben visibile e tangibile.

Ho trovato che analizzando, anzi sezionando, i discorsi di quasi tutti i leader, eccetto pochissime e molto marginali eccezioni, sono senza contenuto reale solo chiacchere evanescenti come il vapore quando si disperde nell’aria: vacue proposte sulle riforme istituzionali, sul lavoro e sull’economia, come se tutti fossimo per fede costretti a credere in loro, nonostante il nulla che avanza inesorabile che ben rappresentano, spazzando via la civiltà millenaria di cui siamo figli ed eredi indegni.

Alcuni poi, sono riusciti anche nella mirabolante impresa di raggiungere il vuoto pneumatico, il più difficile ma oggi finalmente realizzato, trascinando tutta la politica in eterne discussioni su argomenti assolutamente inutili e incapacitanti, e pur sapendo che le continue ratifiche dei trattati internazionali di stampo europei e mondialisti avrebbero quasi totalmente svuotato di contenuto le cosiddette istituzioni repubblicane e democratiche, rendendole succubi dei desiderata dei padroni della finanza internazionale, senza riguardo per la cultura e le tradizioni dei popoli, li hanno imposti alle nazioni senza nemmeno una ratifica referendaria.

 I passaggi essenziali infatti sono stati:

Il trattato che istituisce la Comunità europea del carbone e dell’acciaio 18 aprile 1951 con il quale viene creata tra i paesi membri un’interdipendenza nel settore del carbone e dell’acciaio per evitare che un paese potesse mobilitare le proprie forze armate all’insaputa degli altri esautorandolo di fatto della sovranità sulle proprie forze armate.

I trattati di Roma – trattati CEE e EURATOM 25 marzo 1957 con il quale si istituisce e la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) con il quale gli stati perdono l’autonomia sulla politica energetica.

Il trattato di fusione – trattato di Bruxelles 8 aprile 1965 con il quale inizia a “razionalizzare” le istituzioni europee con la creazione di un’unica Commissione e di un unico Consiglio per le tre Comunità europee (CEE, Euratom, CECA).

L’atto unico europeo 17 febbraio 1986 (Lussemburgo) / 28 febbraio 1986 (L’Aia) con il quale si preparò l’adesione di Portogallo e Spagna e si accelerò il processo decisionale in vista della realizzazione del mercato unico, attraverso l’ estensione del voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio (rendendo più difficile per un singolo paese opporre il veto ad una proposta legislativa e di fatto il suo legittimo potere di interdizione), creazione delle procedure di cooperazione e di parere conforme, che accrescono l’influenza del Parlamento.

 Il trattato sull’Unione europea – trattato di Maastricht 7 febbraio 1992 con cui si preparò il progetto poi attuato dell’esproprio monetario internazionale attraverso la creazione dell’Unione monetaria europea e si gettarono le basi per un’unione politica (cittadinanza, politica estera comune, affari interni).

Il trattato di Amsterdam 2 ottobre 1997 con cui furono riformate le istituzioni europee in vista dell’adesione di nuovi paesi membri.

Il trattato di Nizza 26 febbraio 2001 con cui ancora una volta si costiparono i cordoni dei poteri dei singoli stati dopo l’allargamento a 25 paesi membri modificando la composizione della Commissione e ridefinendo del sistema di voto in seno al Consiglio.

Il trattato di Lisbona 13 dicembre 2007 con cui furono assegnati maggiori poteri per al Parlamento europeo, ancora una volta furono modificate le procedure di voto del Consiglio, si decise di avere un presidente permanente del Consiglio europeo e si istituì un alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e un servizio diplomatico dell’UE.

Il trattato di Lisbona definisce chiaramente: le competenze dell’UE, le competenze dei paesi membri, le competenze condivise, praticamente la fine delle nazioni in nome dell’euro, l’unica divinità riconosciuta. Un esempio? L’articolo 9 B dello stesso recita: il Consiglio europeo dà all’Unione gli impulsi necessari al suo sviluppo e ne definisce gli orientamenti e le priorità politiche generali. E’ finita la sovranità e l’indipendenza degli stati nazionali.

 Ma cosa ha determinato tutto ciò? Una sola cosa, il vuoto, l’assenza di contenuti, la mancanza del “Pneuma”, di quello che gli antichi greci chiamavano “il respiro”, “l’aria”, “il soffio vitale”, gli ebrei direbbero la Potenza divina che può riempire gli uomini della sua sapienza, ad come i profeti, e per noi cristiani lo “Spirito Santo”. Mancando questo vengono meno necessariamente i suoi sette doni: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio, e i nove “frutti” della sua azione: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo. Cosa rimane allora a questa politica senza anima, fatta solo di numeri e battute? Sottomettersi all’economia chinandosi allo spirito del denaro, lasciare perire i popoli nella miseria e fare le guardie di quei poteri occulti che reggono le sorti del mondo, pensando di salvarsi non sapendo che faranno la fine dei capponi di “Renzi”.


Ruggero II.jpgDi contro penso che è il momento per organizzare dei movimenti di opinione, anche non partitici, che siano fortemente alternativi al sistema attuale, sia sul piano strettamente dottrinale lanciando orientamenti radicali e presentando orizzonti possibili, ma anche dal punto di vista più politico che abbiano il coraggio di battersi per una nuova forma di Stato totalmente differente dalla attuale, oramai devastata ed edulcorata, indipendente da questa Europa assurda e senza respiro ne futuro, più giusta e avanzata come la Repubblica presidenziale o meglio la Monarchia elettiva, trascurando il timore magari di sentirsi dire di essere antimoderni o troppo spinti, ma al contrario credendo che la politica sprovvista di anima è niente, solo interesse personale da cui rifuggiamo sdegnati, quello stesso nulla che cerchiamo con tenacia di combattere ogni giorno nei cuori e nelle menti nostre per primi come figli della tradizione romana e cristiana mediterranea ed europea che continuiamo a ritenere l’unica via per la salvezza.

Nino Sala

Contro il vuoto della politica attuale meglio un Reultima modifica: 2013-10-27T22:16:00+01:00da torreecorona
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