Per un disincantato e realistico ecologismo. E se Leopardi avesse capito tutto?

L’ecologia e la sua derivata prima, l’ecologismo di destra e di sinistra, stanno modificando e per lo più hanno già modificato il procedere della nostra vita imponendoci radicali cambiamenti nel modo di consumare e quindi di produrre i beni di cui abbiamo necessità. E questo è “naturale” perchè l’animo umano sente, come una spinta interiore, l’esigenza di rinnovare, trasformare, riorganizzare il sistema sociale ed economico in cui è immerso, come quella che subisce un pendolo generando un un moto armonico perenne.
Non foss’altro per provare l’ebbrezza inebriante ed ubriacante della rivoluzione, anche se poi dovesse rivelarsi un ennesima ed effimera lotta contro se stesso. Ma siamo fatti così ed è una legge della fisica che ogni qual volta in un fenomeno si raggiunge l’equilibrio all’apice, si cominciano a determinare le condizione per la modifica dello stesso e del successivo passaggio ad uno nuovo stadio di equipollenza. L’energia potenziale accumulata fa il resto e la caduta è repentina e nessuno può opporvisi. Ed è quello che sta avvenendo con la “transizione ecologica” da cui siamo travolti.
Nessuno può modificare questo processo, nessuno sembra nemmeno volerlo fare, e chi lo ha pensato né è stato annientato, tutti sono concordi che per salvare la “madre terra” sia urgente passare dai combustibili fossili all’energia “pulita” elettrica, che però in gran parte dipende dagli stessi tanto deprecati idrocarburi fossili. Già perché in qualche modo bisogna produrla e quello più efficace è bruciare i derivati del petrolio, anche se questo non ha rilevanza mediatica, ma “madre natura” va tutelata dall’invadenza di un essere quasi insignificante per lei, l’uomo, che da 18 mesi però è in preda all’angoscia generata da un microscopico virus, il covid19, da cui non sembra potersi liberare a breve.
Ma siamo così sicuri che la salvezza, ammesso che sia così, del creato dipenda da noi? e la Natura, se interrogata cosa risponderebbe sull’argomento?
Bene. Consiglio allora ai più assennati, per gli altri è inutile, di leggere Dialogo della Natura e di un Islandese di Giacomo Leopardi composto a Recanati, tra il 21 e il 30 maggio 1824.
In cui il protagonista, un islandese, dopo un lungo peregrinare incontra una donna di forma smisurata, dal volto bello e terribile che gli domanda chi sia e che cosa stia cercando, e alla quale dice “sono un povero Islandese che vo fuggendo la Natura”, “arso dal caldo fra i tropici, rappreso dal freddo verso i poli, afflitto nei climi temperati dall’incostanza dell’aria, infestato dalle commozioni degli elementi in ogni dove; Molte bestie salvatiche mi hanno voluto divorare; molti serpenti avvelenarmi; in diversi luoghi è mancato poco che gl’insetti volanti non mi abbiano consumato infino alle ossa.” Non sono mancate neppure le malattie, nonostante la sua vita morigerata.
Appena però l’Islandese tace, ella svela la sua identità: “io sono la Natura, quella che tu fuggi” “Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora sappi che nelle fatture, negli ordini e nelle operazioni mie, trattone pochissime, sempre ebbi ed ho l’intenzione a tutt’altro che alla felicità degli uomini o all’infelicità. Quando io vi offendo in qualunque modo e con qual si sia mezzo, io non me n’avveggo, se non rarissime volte: come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei.”
“Tu mostri non aver posto mente che la vita di quest’universo è un perpetuo circuito di produzione e distruzione, collegate ambedue tra sé di maniera, che ciascheduna serve continuamente all’altra, ed alla conservazione del mondo; il quale sempre che cessasse o l’una o l’altra di loro, verrebbe parimente in dissoluzione. Per tanto risulterebbe in suo danno se fosse in lui cosa alcuna libera da patimento.”
La superbia dell’uomo, che osa pensarsi così potente da distruggere il creato stesso, è pari solo alla sua incommensurabile miseria rispetto alla dimensione dei fenomeni naturali.
Credo corretto cercare il modo di non inquinare e di non disturbare troppo la Natura ma senza l’albagia di pensarsi onnipotenti.
Teniamo invece presente che questa transizione ci costerà ed anche parecchio sia in termini economici che sociali, come ogni altra passata rivoluzione industriale. Penso agli esclusi dai nuovi processi produttivi che non sapranno adattarsi e alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento per di materie prime, che inevitabilmente, come fu per gli idrocarburi, produrrà lo sfruttamento senza limiti dei territori in cui si trovano, probabilmente la ricchissima Africa, l’Australia, e l’America latina, in cui abbiamo le più grandi miniere di Litio l’elemento essenziale per la costruzione delle batterie.
Tutto questo con il plauso degli ecologisti di tutto il mondo, anche di quelli che in buona fede, avranno creduto di salvare il mondo dalla distruzione.
Purtroppo non sarà così e a questo bisogna prepararsi. Solo grazie a un ennesimo cambio di equilibrio, dovuto all’instabilità umana, troveremo un’altra armonia dinamica sempre però pronta a mutare rapidamente.
Sperando che un giorno, come scrisse l’amato Leopardi, non accada che “mentre stavano in questi e simili ragionamenti è fama che sopraggiungessero due leoni, così rifiniti e maceri dall’inedia, che appena ebbero forza di mangiarsi quell’Islandese; come fecero; e presone un poco di ristoro, si tennero in vita per quel giorno.
Ma sono alcuni che negano questo caso, e narrano che un fierissimo vento, levatosi mentre che l’Islandese parlava, lo stese a terra, e sopra gli edificò un superbissimo mausoleo di sabbia: sotto il quale colui diseccato perfettamente, e divenuto una bella mummia, fu poi ritrovato da certi viaggiatori, e collocato nel museo di non so quale città di Europa.”
Il saggio poeta di Recanati aveva già capito tutto.

Per un disincantato e realistico ecologismo. E se Leopardi avesse capito tutto?ultima modifica: 2021-07-23T11:39:56+02:00da torreecorona
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