Libertà intangibile di un cattolico: anche di critica verso Papa Francesco

Cristo%20re%20templare.jpgL’epurazione da Radio Maria ad opera del direttore padre Livio Fanzaga di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, perché rei di avere osato criticare Papa Francesco, sulle colonne de Il Foglio, con un articolo dal titolo “Questo Papa non ci piace”, mi sanno francamente di metodi neo stalinisti che mal si conciliano con la fede cattolica e con la missione della chiesa stessa.

Sarebbe stato più giusto avanzare una contro critica razionale sul piano strettamente filosofico di quanto asserito da i due sulle colonne del giornale, dando delle spiegazioni altrettanto razionali sulle parole e sui gesti del papa, piuttosto che agire direttamente per la loro defenestrazione denotando irritazione irrazionale e incapacità di analisi.

Mi chiedo si può essere cattolici e dissentire dalle frasi, peraltro rilasciate ad un giornalista ateo e quantomeno poco dialogante con il mondo cristiano, di Papa Francesco? Siamo costretti tutti, nonostante non si condividano i gesti e le parole che mettono in forse la nostra stessa tradizione, ad essere servi sciocchi senza facoltà di critica e di analisi? Siamo obbligati a dovere sempre sorridere ed applaudire ogni considerazione, ogni atto e ogni azione di questo pontefice a prescindere? la nostra autonomia di pensiero deve oramai in qualche modo essere messa a tacere in nome di un populismo oclocratico, che ricerca soprattutto il consenso dei miscredenti senza nemmeno cercarne la conversione? Contano più le sue convinzioni personali che il Vangelo, la patristica e tutta la tradizione millenaria della Cristianità?

Io non credo, perché per ogni cristiano la libertà è intangibile, anche quando non ci piace. Inoltre tengo a precisare che quando il Papa opera non da “ex cattedra” è solamente un dottore privato, seppur autorevole, il quale può certamente e liberamente essere anche corretto o ripreso senza incorrere in nessun obbligo di obbedienza cieca a tutti i costi, altrimenti Dante stesso non sarebbe più cattolico avendo messo un Papa persino all’inferno.

Il pensiero unico modernista, pauperista, e quel che è peggio relativista non può essere per il credente la prospettiva esistenziale, anzi proprio questo va combattuto in nome della verità rivelata che Nostro Signore Gesù Cristo rappresenta e ci donato.

L’applauso del mondo non ci si addice: un cattolico, ci insegna il Vangelo e la Tradizione, deve ricercare e affermare sempre la verità e non le verità, come qualcuno va predicando in giro,  senza bisogno di fare appello alla propria coscienza ma solo alla fede e alla ragione.

Infatti è pericoloso e fuorviante affermare che bisogna assecondare la propria idea di bene, il quale non può essere variabile o aggiustabile al momento: esso è assoluto, libero da condizionamenti o costrizioni anche solo coscenziali, è Dio stesso, quello dei cristiani che in suo nome morirono e continuano a morire martiri di persecuzioni di ogni genere: da quelle giacobine a quelle comuniste, a quelle dei regimi islamici con i quali è assolutamente impossibile dialogare sul piano della religione visto che di verità né può esistere una sola e peraltro loro stessi non sono interessati a nessuna forma di ragionamento intorno ad essa.

Questo processo di indebolimento dottrinale, non è degli ultimi tempi, è un fenomeno metastorico che da secoli è messo in atto dalle forze nemiche di Dio e degli uomini, che grazie all’opera di contrasto di pontefici come Pio IX, Leone XIII, Pio X e Pio XII esso era esterno alla Santa Chiesa Cattolica e non riusciva a scalfire questa granitica resistenza, poi via via appena si sono erose in vario modo le basi della Tradizione e si sono aperte le porte al mondo moderno esso è penetrato ampiamente dentro le stesse mura vaticane e l’opera di distruzione è diventata più rapida e più efficace, causando confusione e anarchia (l’ultimo caso è quello della chiesa tedesca che in perfetta autonomia da Roma decide di aprire i sacramenti praticamente a tutti senza nessuna distinzione).

Inoltre segnalo anche che il continuo richiamo alla povertà come orizzonte esistenziale di salvezza alimenti solo la mala pianta, mai profondamente estirpata, della cosiddetta teologia della liberazione che certamente tutto era tranne che una visione aderente all’autentico messaggio evangelico e pertanto condannata da Roma stessa.

Se tutti dobbiamo recuperare saggezza e morigeratezza di parola e di azione mi permetto consigliare altrettanto, senza moti giacobini da tagliatori di teste e senza maoistiche pretese di educazione collettiva al gusto pensiero, come quello messo in atto dai responsabili di Radio Maria.

L’uomo è creato da Dio libero e deve rispondere innanzitutto alla consegna battesimale e alla confermazione che sono frutto di duemila anni di Cristianesimo e come tale ha il diritto di esprimere le proprie convinzioni senza il timore magari domani di ritrovarsi scomunicato in nome di un consenso che non si vuole ampio ma totale: cosa sarebbe successo proprio a San Francesco se si fossero usati con lui questi metodi? ebbene sarebbe stato cacciato anche lui dicendogli “caro Francesco non si può stare nella nostra Chiesa se si critica Papa Francesco”.

Nino Sala 

Libertà intangibile di un cattolico: anche di critica verso Papa Francescoultima modifica: 2013-10-14T17:45:00+02:00da torreecorona
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