Il mio vaccino contro covid e ignoranza. Per una scienza tra tentativi razionali, errori significativi, “sensate esperienze e necessarie dimostrazioni”.

Il mio vaccino contro covid e ignoranza. Per una scienza tra tentativi razionali, errori significativi, “sensate esperienze e necessarie dimostrazioni”.
Cari amici, anche io ho deciso liberamente di vaccinarmi contro il Covid19 utilizzando il siero che mi è stato messo a disposizione dalle autorità statali: Oxford Astrazeneca.
Ho deciso di farlo perché da uomo di studi sia classici che scientifici, sono arrivato, certamente non da ora, alla convinzione che l’umanità proceda nel suo percorso di crescita ed avanzamento per tentativi razionali, errori significativi, “sensate esperienze e necessarie dimostrazioni”, come ebbe a dire qualche secolo fa Galileo Galilei, e quindi anche io ho deciso di far parte di questa storia di lotta, sia contro l’oscurantismo di talune obbiezioni non suffragate da dati certificabili, che contro un morbo letale che in Italia ha mietuto più di centomila vittime, pari ad un’intera città o a un’intera piccola provincia italiana scomparse in un anno: una tragedia senza pari che ci ha segnati per la vita.
Aggiungo anche che mi è sembrato un atto di salvaguardia, per quello che vale, verso le persone che in qualche modo vengono in contatto con me, a cominciare dai miei alunni e colleghi a cui sono legato da sinceri sentimenti, e a finire a tutti i miei affetti, giovani e anziani, sia familiari che amicali.
Detto questo però voglio anche chiarire che non credo nella scienza come nuova religione, fonte di salvezza, per quanto mi riguarda come cristiano cattolico ho la mia fede nell’Onnipotente e questo mi basta e mi avanza, ma la vedo come la capacità che ha l’umanità di reagire alle difficoltà più atroci utilizzando la ragione, mettendo in campo strategie ed elaborazioni concettuali che ci hanno portato nel 2021 ad avere, qui nel libero occidente, il più basso tasso di mortalità infantile della storia grazie proprio ai vaccini e contemporaneamente una popolazione molto anziana per numeri ed età, e che Dio c’è la preservi.
La scienza ha i suoi limiti costituiti da errori ed aggiustamenti, proprio perché frutto dell’umana condizione, ma essa, la scienza, se vista nella giusta ottica diventa una grande opportunità, che è necessario cogliere, anche tenendo presente gli eventuali rischi da cui noi tutti non siamo esenti nemmeno quando prendiamo un’aspirina.
Condivido l’impostazione di Karl Popper secondo il quale la scienza non è “un sistema di asserzioni certe o stabilite una volta per tutte”, bensì un insieme di tentativi, “di ipotesi azzardate, di anticipazioni affrettate e premature, di pregiudizi”, che l’uomo tenta di cogliere in fallo cercando di farli collidere con la realtà, mediante l’osservazione e l’esperimento. Come scrive Dario Antiseri è un “modello interpretativo della scienza (quello poppereiano) basato sull’errore: quanto più si sbaglia, quanto più si elaborano nuove teorie che si rivelano fallaci, tanto più è possibile circoscrivere l’orizzonte della verità. Il progresso, secondo Popper, non consiste nell’accumulo di certezze, bensì nella progressiva eliminazione degli errori, in maniera analoga all’evoluzione biologica.”
Ma d’altronde la nostra stessa libertà di scelta è un rischio. Per conto mio avrei preferito che si lasciasse alle persone la decisione di che tipo di vaccino farsi inoculare, cosicché la responsabilità sarebbe ricaduta sugli individui e non sullo Stato, preservando l’autodeterminazione dei primi e la neutralità del secondo, fornendo però prima ovviamente tutte le informazioni e le controindicazioni del caso, considerando l’uomo ormai “adulto” e capace di poter disporre completamente del proprio corpo senza indebite interferenze. Ma così non è stato, purtroppo.
L’errore comunicativo che è stato commesso, inoltre, che è anche un modo di pensare, è quello di avere rassicurato la popolazione dell’assenza proprio di rischi, quello di avere disegnato utopisticamente, questo il vero pericolo, una ipotetica panacea nei vaccini, tralasciando anche di parlare delle possibili cure anti covid. Ovviamente un atteggiamento antiscientifico, che ha prodotto l’effetto opposto al primo evento negativo, seppur statisticamente poco significativo. Come sostiene Lorenzo Infantino infatti il vero sviluppo lo si ottiene quando si rinuncia “ad un punto di vista privilegiato sul mondo” consapevoli della propria ignoranza e fallibilità.
Rispetto la decisione di tutti coloro che altrettanto liberamente hanno preferito non farsi vaccinare, anche quella è una scelta, ma nel contempo a loro ricordo le parole di Bernard de Mandeville “chi vuole far tornare l’età dell’oro, deve tenersi pronto per le ghiande come per l’onestà”.
Poi, amici miei, sarà per i patri sentimenti che sempre mi animano, io degli alpini mi fido, hanno difeso i nostri confini montani dal 15 ottobre 1872, anno dello loro fondazione, e l’immagine del generale Francesco Paolo Figliolo che si sottopone alla vaccinazione con Astrazeneca, debbo confessarvi, mi ha rassicurato, come se in questa occasione si stesse proteggendo, in qualche modo ed ancora una volta, la frontiera della nostra civiltà. E speriamo che quest’ennesimo tentativo di avanzamento riesca, anche parzialmente! E che Dio c’è la mandi buona.
Antonino Sala.

Ps: un ringraziamento a tutti gli operatori che in questo momento stanno lavorando alacremente e che ho visto all’opera durante la vaccinazione. Anche questa è una nota di speranza per il futuro.

Il mio vaccino contro covid e ignoranza. Per una scienza tra tentativi razionali, errori significativi, “sensate esperienze e necessarie dimostrazioni”.ultima modifica: 2021-03-22T22:53:46+01:00da torreecorona
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