La mia analisi del voto. Cultura, idee e progetti alternati per ripartire. Stefano Parisi e Matteo Salvini leader di un centrodestra rinnovato.

Le elezioni nazionali del 4 marzo appena concluse hanno certificato l’affermazione del Movimento 5 Stelle come forza di massa in grado di assorbire un elettorato progressista, contestatario, disilluso e post ideologico, che prima si identificava per la maggior parte nella sinistra, dal Pd a Rifondazione Comunista, e la crescita notevole della Lega di Salvini che riesce a colmare i vuoti lasciati aperti dei suoi alleati, i quali o si affidano ad un leader che seppur combattivo, e di questo gliene va dato atto, è apparso stanco, o a ricette e simboli ormai poco rappresentativi della realtà italiana che quindi raccolgono poco, principalmente per l’assenza di una proposta autentica di governo. Un altro dato fondamentale è che la Sicilia è stata la terra dove il movimento di Grillo ha raccolto un grande risultato a quattro mesi dalla sconfitta subita per la Presidenza della Regione, raggiungendo punte del 51%, stracciando sia il centro destra che il Pd. Questo fatto dovrebbe aprire una seria riflessione su ciò che è successo: intanto sulla qualità delle candidature nei collegi uninominali, che non mi pare abbiano entusiasmato molto i siciliani tant’è che si sono persi tutti, poi su quelle nei listini bloccati dei singoli partiti in parecchi casi poco rappresentative, ed infine, forse la questione più importante, l’azione del governo regionale stesso, che nonostante qualche lampo, sembra sia rimasto nell’ombra della ordinaria amministrazione, non entrando mai veramente in campo per dare battaglia. Questi tre aspetti hanno comportato che non si raggiungesse la soglia nazionale del 40% di coalizione, che avrebbe permesso al centrodestra di essere in grado di formare un governo senza dover chiedere niente a nessuno e senza consegnare l’Italia a Pd e 5stelle. Infatti è notorio che chi vince in Lombardia e Sicilia ottiene un numero di seggi sufficienti a comporre una maggioranza parlamentare. Credo che sia molto rilevante il fatto che in tutto il Sud i 5 Stelle trionfano con un’idea di società, di scuola, di università, di lavoro, che anche se da me non condivisa pur sempre è un’idea, cosa di cui il centrodestra è deficitario, infatti per esempio la questione meridionale nel suo programma è assente, manca una cultura di riferimento autentica ed alternativa che sappia far sognare e che interpreti la voglia di cambiamento e di identità che emerge da questa tornata elettorale. Ma nonostante tutto il miracolo c’è stato perché lo schieramento moderato è passato dal 29,1 del 2013 con 9.922.850 voti al 37% con 12.147.611 con un incremento di ben 2.224.761 voti. Per lo più attirati dalla Lega di Salvini per i suoi accenti identitari, che è riuscita ad interpretare un sentimento di rivolta contro le élite di Bruxelles, tanto invise ai cittadini, proponendo un’idea di sovranità popolare autarchica. Importante è stata l’affermazione nel Lazio di Stefano Parisi con il 31,2% e 964.418 voti con uno scarto da Zingaretti di appena 1,7% il quale si è avvantaggiato del fuoco amico di Pirozzi che ha raggiunto un modesto 4,9% sufficiente però a far vincere la sinistra laziale. Ma Stefano Parisi, che è partito in netto ritardo per le lungaggini decisionali dei leader del centrodestra e con circa 20 punti percentuali in meno nei sondaggi, ha colmato sia un gap di notorietà dovuto all’ingresso in campagna elettorale già in par condicio sia un vuoto programmatico evidente, portando idee e progetti innovativi, come quelli sui termovalorizzatori a Colleferro, che gli hanno consentito di recuperare il divario tra lui e Zingaretti. Inoltre quelli che pensavano di fare il pieno come la Meloni si sono fermati ad un 8,7% raggranellando 3 seggi a differenza della Lega che ha raggiunto il 10% pieno raccogliendo 4 seggi dimostrandosi ancora una volta forza popolare presente anche nel centro sud. La stessa cosa è avvenuta in Sicilia, Fratelli d’Italia ha integrato nelle proprie liste “diventerà bellissima” il movimento del presidente Nello Musumeci, che alle regionali di novembre aveva raggiunto il 5,96% ed ora, al netto dei voti della Lega, avrebbe almeno dovuto raggiungere un 9%, invece è arrivata malamente al 3,6%, a differenza della Lega di Salvini, in Sicilia guidata da Alessandro Pagano, che dallo 0,2% del 2013 passa al 5,18 % di oggi eleggendo due deputati alla Camera, Pagano stesso e Carmelo Lo Monte, e una senatrice, Giulia Bongiorno. Rilevo inoltre che Forza Italia ha ottenuto la stessa percentuale di cinque anni fa il 21,1% tenendo bene all’ondata grillina. Adesso aspettando cosa accadrà a Roma, bisogna cominciare a costruire una nuova proposta culturale e politica alternativa al modello neo marxista e libertario dei 5stelle, ripartendo dai due leader che si sono distinti in questa tornata elettorale: Stefano Parisi e Matteo Salvini, due che possono rappresentare ed interpretare il nuovo centrodestra italiano.

Antonino Sala

Ci ha lasciati un amico: Giuseppe Ciulla

Esprimo tutto il mio sincero cordoglio per la scomparsa dell’amico Giuseppe Ciulla avvenuta domenica 4 marzo 2018. Giuseppe era stato uno dei fondatori del Partito Tradizional Popolari, oggi iTradizionalpopolari. Aveva partecipato attivamente ad Agrigento alla vita politica ed era stato assessore provinciale della giunta D’Orsi. Si distingueva per le sue doti umane, per la disponibilità verso gli altri e per il garbo con il quale sapeva porgere qualsiasi questione. Fu insignito a Villafranca Sicula della Croce al Merito per la Riconquista della Real Compagnia della Beata Maria Cristina di Savoia Regina delle Due Sicilia. Con lui ho condiviso tante battaglie politiche in favore della Tradizione e dell’Identità. Con Lui e Lillo Pisano in piazza San Pietro a Roma nel 2013 abbiamo vissuto anche l’elezione di Papa Francesco. Non lo dimenticherò. Alla moglie, ai figli e a tutta la sua famiglia vanno le mie più sentite condoglianze.

Con l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme per difendere la libertà dei Cristiani di Terra Santa

Con il Cardinale O' BrienHo appreso con grande amarezza, dal comunicato durissimo di S.E. Edwin Cardinale O’Brien Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemmedella chiusura di tutte le porte della Basilica del Santo Sepolcro per protesta contro la “sistematica campagna contro le chiese e le comunità cristiane in Terra Santa della Municipalità di Gerusalemme”. Ritengo giusta la presa di posizione di S.E. Edwin Cardinale O’Brien, volta a difendere il diritto ad esistere in libertà della comunità cristiana di Terra Sanata alla quale anche io sono legato spiritualmente. Pertanto la mia piena solidarietà va a coloro i quali stanno lottando per difendere la Cristianità di Gerusalemme e a tutti i cristiani residenti li, che purtroppo sono sempre di meno.

Antonino Sala

Di seguito la dichiarazione del Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Cari Cavalieri e Dame, Confratelli e Consorelle dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro.

Gli eventi degli ultimi giorni a Gerusalemme sono preoccupanti e meritano una attenzione speciale da parte dell’Ordine.

Con una insolita e disperata iniziativa per mantenere viva la presenza cristiana nella Terra Santa, i capi delle chiese cristiane hanno deciso di chiudere le porte della Basilica del Santo Sepolcro per protestare contro la “sistematica campagna contro le chiese e la comunità cristiana in Terra Santa” della Municipalità di Gerusalemme.

Violando trattati internazionali e secoli di prassi, tutte le proprietà cristiane, ad eccezione dei soli edifici di culto, vengono tassate per decine di miliardi di dollari. Questa misura comprende centinaia di strutture, incluse scuole, ospedali, case per gli indigenti, presidi sanitari e centri di pellegrinaggio cristiani, come il Notre Dame Center a Gerusalemme. Molti beni di chiese sono stati bloccati, molte multe sono state minacciate, e centinaia di migliaia di dollari sottratti alle chiese cristiane in un tentativo di ridurre sensibilmente la libertà di pratica della religione cristiana.
Si tratta di atti discriminatori senza precedenti contro i cristiani.

Sollecito tutti i membri delle nostre Luogotenenze ad offrire preghiere alla luce di questa ennesima prova di discriminazione contro i cristiani. E in un momento in cui i Governi dei Paesi occidentali tendono a mostrare un riguardo speciale nei confronti di Gerusalemme, i membri potrebbero portare queste azioni discriminatorie anticristiane all’attenzione dei propri governanti.


Edwin Cardinale O’Brien
Gran Maestro
dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme


(26 febbraio 2018)

Attenti al pericolo giallo rosso: un governo PD+LeU+5stelle.



Credo che il vero pericolo per gli italiani non sia, come qualcuno sostiene nel tentativo di raggranellare qualche voto in più, un governo Forza Italia + PD, ma al contrario un governo di presunta emergenza democratica rivoluzionario sostenuto da una maggioranza PD+LeU+5stelle,  che ci porterebbe rapidamente verso una situazione venezuelana: crisi economica gravissima, soffocamento delle libertà individuali magari con la modifica della Costituzione, proteste di piazza e repressione feroce.  Non capisco quindi il motivo per cui i leader di questo centrodestra, invece di arrovellarsi su chi in un domani ipotetico dovrebbe essere il presidente del consiglio, non denuncino unitariamente agli italiani questo concreto pericolo che farebbe precipitare il nostro popolo in un baratro senza fine.

Antonino Sala

Scegliamo Stefano Parisi per la presidenza della Regione Lazio

Con ParisiCari amici laziali, vi invito a votare come presidente della Regione Lazio, un uomo capace, libero e coraggioso, che risponde al nome di Stefano Parisi sostenuto da tutta la colazione di centrodestra. Stefano Parisi è un manager affermato ed una persona seria che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare  personalmente in più occasioni e credo che possa essere un buon presidente per della regione, pertanto vi rinnovo il mio appello perchè possiate accordargli il 4 marzo 2018 la vostra fiducia.

Da romano di nascita penso che Roma ed il Lazio meritino molto di più di un centrosinistra lacerato ed inconcludente o peggio di un movimento pentastellato scarso di idee e competenze.

Antonino Sala

Memorie di personaggi e famiglie storiche di Burgio. Il nuovo volume sulla storia di Burgio scritto da Raimondo Lentini e Antonino Sala

Cari amici, ho il piacere di annunciarvi che finalmente è uscito il volume edito dalla Fondazione Thule Cultura del prof. Tommaso Romano, a cui ci siamo dedicati Raimondo Lentini ed io sulla storia di Burgio (Ag) dal titolo “Memorie di personaggi e famiglie storiche di Burgio” con la prefazione dello storico dott. Antonino Marrone e la postfazione del presidente Istituto Araldico Genealogico Italiano dott. Pier Felice Degli Uberti. Il libro ha ricevuto anche l’alto patrocinio di Famiglie Storiche d’Italia e per questo ringraziamo il presidente duca Don Diego De Vargas Machuca.

Presto organizzeremo la presentazione nella cui occasione sarà possibile acquistarlo, intanto qui trovate sia la copertina che due brevi note sul testo.

“Il volume, frutto della collaborazione di Raimondo Lentini e di Antonino Sala, costituisce un punto fermo e imprescindibile della storiografia della città di Burgio per la certosina, attenta e puntuale ricerca che ha portato gli autori a compilare una esaustiva elencazione sia di coloro i quali, nati o vissuti a Burgio, hanno dato lustro alla cittadina e talora all’intera Nazione per le loro qualità umane, artistiche e  professionali, sia di coloro che nel corso dei secoli hanno ricoperto un ruolo attivo come amministratori, religiosi o militari o nelle associazioni locali.” Antonino Marrone

“Le “Memorie di personaggi e Famiglie storiche di Burgio” sono una interessante pubblicazione di Raimondo Lentini e Antonino Sala, che costituiscono un punto di riferimento fondamentale per la storiografia del comune di Burgio, in provincia di Agrigento, un microcosmo dove vivono attualmente poco più di 2600 persone…. Gli autori seguendo anche il modello degli studi di scienze documentarie della storia, come la genealogia, l’araldica, il diritto nobiliare, sapientemente hanno fatto rivivere le tante vicende di vita di quei personaggi, facendo comprendere ai lettori la trama di un racconto tangibile rintracciabile nei numerosissimi documenti degli archivi pubblici e privati, e nella grande quantità di pubblicazioni di argomento storico, religioso, artistico, municipale e araldico. Leggendo la biografia di questi personaggi indicati in ordine alfabetico come in un dizionario, si rivivono le loro qualità umane, artistiche e professionali, riscoprendo l’identità di coloro che hanno ricoperto un ruolo attivo come amministratori, religiosi, militari, o personaggi chiave nelle associazioni locali, azioni che, se continuate per generazioni, rappresentano l’essenza di quanto noi chiamiamo famiglie storiche, particelle di un microcosmo che nel suo insieme ha reso grande la Sicilia e l’Italia.” Pier Felice degli Uberti

L’arte di Michelaccio: mangiare, bere e andare a spasso. L’università per i liberi e uguali.

In questi giorni di campagna elettorale e di promesse mirabolanti, ho sentito il presidente del Senato Piero Grasso, leader dell’ennesima neo formazione di sinistra, proporre l’abolizione delle tasse universitarie, e mi sono chiesto: questo sgravio fiscale per chi è? visto che gli studenti delle fasce di reddito più basse non pagano o quasi e se meritevoli usufruiscono di tutti i benefici del diritto allo studio come le borse di studio erogate dagli ERSU, i contributi alloggio per i fuori sede, le mense universitarie gratuite, i contributi per cause eccezionali, i posti letto presso i pensionati universitari ed altri vantaggi ancora. Per chi ha un reddito alto? Per chi ha buoni stipendi, magari statali come il suo e che è giusto che paghi l’iscrizione ai corsi? chi favorirebbe una norma del genere? I benestanti? E tutti i servizi che ho enumerato prima, che sono erogati grazie proprio ai contributi universitari dei più abbienti che fine farebbero? Con quali soldi si potrebbero tenere aperti gli Ersu e i loro pensionati che hanno accolto gli studenti meritevoli ma privi di mezzi? Semplice verrebbero aboliti insieme alle tasse, ed avremmo solo una pletora di giovani liberi di bighellonare e uguali nel non imparare…bravi solo nell’arte di Michelaccio: mangiare, bere e andare a spasso.

Antonino Sala

Il Re e la Regina d’Italia sono tornati. S.M. Vittorio Emanuele III e la sua sposa Elena in Italia.

Il 10 agosto 2015 anche io aderii all’appello di di S.A.R. la Principessa Maria Gabriella di Savoia per riportare in patria le spoglie mortali del Re Soldato Vittorio Emanuele III, infatti la Principessa aveva inviato una lettera a Paolo Granzotto de il Giornale, lettera che il 16 luglio 2015 fu prontamente pubblicata con il titolo: Non lasciamo all’Isis la tomba del Re Soldato (www.ilgiornale.it ). Oggi grazie alla benevolenza del Sign. Presidente della Repubblica Italiana, On. Sergio Mattarella, il rientro in patria delle spoglie mortali del Re Soldato, Vittorio Emanuele III Re d’Italia e della Regina Elena sua sposa sono diventate una realtà. E’ una giornata storica per la nostra nazione, un momento di pacificazione e di riappropriazione della nostra storia. Anche se forse sarebbe stata più opportuna una sepoltura al Pantheon di Roma, comunque oggi è un giorno di festa e ritengo un fatto positivo che le salme dei sovrani Elena e Vittorio Emanuele, siano ritornate nella loro sede naturale il suolo italiano.

Antonino Sala

Reliquia del Ven. Fra Andrea da Burgio donata a S.A.R. Dom Duarte Pio di Braganza dai cavalieri Gaetano Cottone, Vito Di Leonardi e Antonino Sala

I confratelli della Real Compagnia della Beata Maria Cristina di Savoia Regina delle Due Sicilie, cavalieri Gaetano Cottone, Vito Di Leonardi e Antonino Sala hanno donato, nel corso di una cerimonia della Real Compagnia presso la Cappella di Maria SS della Soledad di Palermo, una reliquia ex corpore del Venerabile Frà Andrea da Burgio (Burgio il 10.9.1705 – Palermo 16.6.1772) O.F.M. Cappuccini, a S.A.R. Dom Duarte Pio di Braganza, in quanto legittimo erede e discendente di S.M. Giovanni V del Portogallo (Lisbona, 22.10.1689 – Lisbona, 31.07.1750) 24° Re del Portogallo e dell’Algarve.

Il referendum in Veneto e Lombardia? Il peggio deve ancora arrivare…..prepariamoci

Il referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto, come avevamo già scritto, si è dimostrato: un azzardo per la politica, che non sa più interpretare il sentimento popolare e nemmeno guidarlo; una falsa rappresentazione dell’opinione pubblica visto i dati dell’affluenza e quelli dei no; l’inizio di un processo di dissoluzione nazionale, che si vuole far diventare realtà dando sfogo a agli istinti primordiali egoistici, caratteristica più delle fiere che degli uomini, per far saltare il principio della solidarietà nazionale che ha sempre contraddistinto l’Italia; la mancanza di un vero soggetto politico nazionale, come fu il Movimento Sociale Italiano, il Partito Monarchico, il Partito Liberale ed Alleanza Nazionale, capace di interpretare l’idea di appartenenza alla comune patria italiana, dei tantissimi che preferiscono non andare a votare per non rendersi complici della fine ingloriosa di tutto. Il sistema della menzogna colpisce ancora: quasi tutti i media nazionali (tg, giornali, siti web, agenzie di “disinformazione”), nemmeno quelli cosiddetti “anti”, rilevando il fatto oggettivo ed incontrovertibile che in Lombardia ha votato solo il 38,33% degli aventi diritto e che di questi i no sono stati 4,71% e che quindi siamo al 33,62% di Si, non hanno gridato al flop di un plebiscito tanto sbandierato quanto inesistente, ma anzi hanno aperto con un incitamento alla rivolta anti nazionale sull’onda di un risultato “eccezionale”, a sentir loro, a discapito invece dell’opinione dei più ed alla faccia della democrazia tanto amata a parole quanto oltraggiata nei fatti. Il caso del Veneto, dove i votanti sono stati il 57,2% e di questi il no 1,8%, anche se migliore nei numeri è uguale nella sostanza, infatti ci sono stati un po’ meno della metà di non votanti e qualche no, e quindi la maggioranza ha detto no a questa maldestra e quanto mai malandrina richiesta di autonomia. Quasi tutti il giorno dopo sono scesi in campo a rivendicare il voto come atto di libertà senza però farne una vera analisi. Quel che è peggio, lo scopriremo tra qualche tempo: i lombardo veneti chiamati alle urne, si accorgeranno che non è cambiato e non cambierà nulla, perché era solo una consultazione non vincolante e che i loro promotori, consapevoli del risultato finale, li hanno semplicemente buggerati. Questo produrrà tre effetti drammatici sull’opinione pubblica: il primo, l’aumento della sfiducia in questi soggetti politici e nelle istituzioni che ahimè rappresentano e che stanno trascinando nel discredito; il secondo, la crescita di una rabbia ancora più rancorosa e marcata contro l’Italia come Stato unitario perché incapace di mutare assetto, come sarà declamato dai lanzichenecchi del potere finanziario che ha solo da guadagnare nello smembramento delle patrie vedi il caso Spagna; il terzo, i cittadini del nord crederanno ancora di più alle panzane che da anni vengono propagandate sulla presunta ostilità e inutilità del Sud, con la conseguente reazione di odio che dal meridione salirà verso le mura dell’ex Ducato di Milano. Chi oggi urla le tesi di un nord produttivo e perfetto ed di un sud scroccone ed inefficiente, sa benissimo che è una menzogna, perché senza le innumerevoli risorse, umane, ambientali e finanziarie, che da 150 anni vengono depredate da Roma in giù per impinguare le banche, le imprese e le sue istituzioni, il settentrione sarebbe ancora arretrato come lo era all’epoca dell’unificazione italiana pagata con l’oro rubato dal Banco di Napoli e dal Banco di Sicilia, come dimostrano diversi approfonditi studi su questi avvenimenti storici. Senza i docenti del sud trasferiti per “bisogno” al nord, gli studenti sicuramente parlerebbero “lumbard”, con buona pace di qualcuno che disconosce l’uso della lingua di Dante, visto che le scuole e le università statali e private chiuderebbero domani poiché si reggono su di loro; senza gli ingegneri, i tecnici e gli operai, le grandi imprese ed anche quelle piccole, semplicemente non esisterebbero; e che dire della famosa sanità lombarda, potrebbe essere quella che dicono sia senza i medici laureati dalle università del meridione? E tutta la cultura e l’arte per cui Milano e Venezia vantano qualche primato: dal teatro, al cinema, alla poesia, alla musica, alla moda sarebbe la stessa senza il contributo di idee e progetti pensati da uomini e donne del sud? Tutto si rivelerebbe solo una triste scimmiottatura della Germania di cui diventerebbero satelliti, come quando il Lombardo Veneto era uno staterello, senza prestigio e peso politico internazionale, dell’Impero Austroungarico, o come quando la repubblica cisalpina lo era dell’Imperatore Napoleone, con l’aggravante di oggi di non avere né Bonaparte, né il Kaiser, né gli Asburgo e nemmeno un Re, ma solo qualche cancelliere molto poco “affabile”, per usare un eufemismo, voglioso ancora una volta di saccheggiare il nostro bel paese.

Tanto per dare qualche dato storico, utile però a fare chiarezza, il Ducato di Milano (1395-1797, dal 1708 detto anche Ducato di Milano e Mantova) fu un antico Stato dell’Italia settentrionale mai del tutto indipendente ma facente parte, nel corso della sua storia, del Sacro Romano Impero fino al 1499, del Regno di Francia dal 1499, dell’Impero spagnolo dal 1535 e dalla Monarchia asburgica dal 1714 e dopo le guerre napoleoniche divenuto Regno Lombardo Veneto sotto il diretto controllo dell’Impero Austroungarico, e alla fine entrò nel Regno d’Italia dopo le battaglie di Solferino e San Martino nel 1859 con l’eccezione del Veneto che vi fu annesso nel 1866. Inoltre l’Imperatore Ferdinando I d’Austria si fece incoronare a Milano nel 1838 Re del Lombardo Veneto indossando la Corona Ferrea volendo così affermare il suo dominio anche come legittimo erede dei Re d’Italia e testimoniandone l’esistenza almeno come titolazione dell’omonimo regno, cosa che precedentemente aveva fatto lo stesso Napoleone Bonaparte. Questo solo per dire che storicamente l’indipendenza che qualcuno vorrebbe appoggiare su precedenti illustri semplicemente è un falso di dimensione colossale però usata ad arte come arma di disinformazione di massa.  Quello che accadrà, temo, sarà che tra qualche anno, quando la situazione non potrà essere molto diversa da ora, e visto l’accentuarsi del disfattismo alimentato dal sistema della menzogna mediatica, gli stessi figuri che oggi gridano “autonomia” domani urleranno “indipendenza” come a Barcellona, aprendo consapevolmente la via a scenari da guerra civile, in cui lo Stato centrale dovrà necessariamente confrontarsi con una realtà difficile ed incattivita, quasi da lotta armata. Purtroppo in Italia manca, come dicevo prima, un partito o un movimento culturale nazionale, dalle Alpi alla Sicilia, che sappia interpretare la nostra vera identità come popolo, che dai tempi della Roma dei sette Re, del Senato, dei Cesari, dei Papi, degli Imperatori del Sacro Romano Impero e dei Re d’Italia ad oggi, ha reso grandi servigi all’intera umanità con la sua genialità, con la sua arte, con il diritto, e grazie al Cristianesimo con la religione della carità nella verità.

Non possiamo rassegnarci a questo triste destino di disfacimento dell’unità nazionale, di annichilimento della solidarietà e della sussidiarietà tra regioni italiane in nome di un egoismo becero, anticristiano e quindi antieuropeo, alla volontà di abbandonare la nave Italia che affonda, grazie alle voragini prodotte dalle stesse classi dirigenti politiche e finanziarie, che oggi propongono di lasciare il meridione in balia di se stesso, magari difronte a un invasione islamica e di un nord assoggettato alle influenze estere senza prestigio e ruolo politico internazionale. Per tutto questo, fermo restando che nessuno è pregiudizialmente contro le autonomie vere come quella Siciliana e non inventate ad arte, credo che la via giusta per costituire un argine sia quella di costruire un’alternativa culturale autentica, che riporti al centro del dibattito, è quello che tentiamo di fare da anni con i nostri strumenti editoriali, l’essenza dell’italianità: il coraggio, la genialità e la spiritualità che fu la caratteristica di Roma, sempre e comunque, “ab Urbe condita”. Viva l’Italia.

Antonino Sala

Ingresso di Antonino Sala con investitura del Gran Maestro l’Abate Generale Dr. Bruno Platter nell’Ordine Teutonico

Domenica 15 ottobre 2017 si è concluso il mio percorso di Noviziato ed insieme ad altri confratelli, sono ufficialmente entrato nell’Ordine Teutonico, in tedesco Orden der Brüder vom Deutschen Haus St. Mariens in Jerusalem o Deutscher Orden,  uno dei più antichi e prestigiosi ordini della cristianità e l’ultimo a lasciare la Terra Santa. È sicuramente un grande onore ma anche una grande responsabilità sapere di appartenere ad una storia di più di 800 anni di impegno per la cristianità, la cristianizzazione dell’Europa e la difesa della Terra Santa. Ringrazio il nostro Gran Maestro l’abate generale S. E. Bruno Platter, il vice Gran Maestro e procuratore generale presso la Santa Sede padre Laurentius Meissner, il Balivo di Santa Maria degli Alemanni in Sicilia dott. Pino Zingale, il cancelliere dott. Paolo Tronca e tutti i Confratelli teutonici per avermi accolto in questa prestigiosa famiglia.

Nella stessa occasione il Gran Maestro ha elevato la Commenda autonoma di Santa Maria degli Alemanni a Baliato, un avvenimento storico perché dopo 500 anni di assenza la Sicilia ritrova il suo ruolo nell’Ordine, grazie al duro impegno dell’attuale consiglio direttivo guidato da Pino Zingale.

Alla cerimonia hanno partecipato in abito da Chiesa: il delegato dell’Ordine di Malta barone Vincenzo Calefati  di Canalotti insieme a una loro rappresentanza, il cavaliere prof. Tommaso Romano per il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, una delegazione dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e i confrati della Chiesa di San Matteo al Cassaro. 

Antonino Sala FamOT

Solenne pontificale di investitura dell’Ordine Teutonico a Palermo il 15 ottobre 2017

Il prossimo 14 e 15 ottobre 2017, presiedute dall’Abate Generale Dr. Bruno Platter OT, 65° Gran Maestro dell’Ordine Teutonico, avranno luogo le investiture dei nuovi membri dell’Ordine nel di Santa Maria degli Alemanni – SIcilia. Le celebrazioni avranno inizio presso la Chiesa Capitolare di Monreale, il 14 ottobre 2017, alle ore 21.30, con la “veglia d’armi” che costituirà un momento di profonda riflessione e meditazione sulla scelta di vita che ciascun novizio sta per compiere con il suo ingresso nell’Ordine.  Il 15 ottobre 2017, poi, alle ore 11, presso la Chiesa di San Matteo al Cassaro di Palermo, splendido esempio monumentale di barocco siciliano, accompagnato dal coro dell’Associazione Filarmonica Santa Cecilia di Agrigento, avrà luogo il Solenne Pontificale di investitura, presieduto dal Gran Maestro e concelebrato dai sacerdoti dell’Ordine. La Chiesa di San Matteo è attualmente legata all’Ordine Teutonico in quanto il suo Rettore è Don Giuseppe Iozzia famOT, membro dell’Ordine. In rappresentanza del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio sarà presente il cavaliere di merito con placca prof. Tommaso Romano.

Nella foto accanto l'Abate Generale Dr. Bruno Platter OT, 65° Gran Maestro dell’Ordine Teutonico e Antonino Sala

Nella foto l’Abate Generale Dr. Bruno Platter OT, 65° Gran Maestro dell’Ordine Teutonico e Antonino Sala

In questa occasione io concluderò il mio noviziato ed entrerò nell’Ordine Teutonico, grazie alla benevolenza del Balivo dott. Pino Zingale FamOT, dei confratelli del Baliato siciliano e del Gran Maestro. Ritengo che sia un grande privilegio appartenere a una quasi millenaria storia cavalleresca al servizio di Cristo e della Cristianità e per questo ringrazio Dio che mi ha messo su questa strada e spero con il suo aiuto e la protezione di Maria Immacolata di essere sempre degno di un tale onore. Per coloro che volessero partecipare comunico che le funzioni religiose sono di libero accesso.

Antonino Sala

 

Una riflessione sulla storia della Catalogna o meglio sulla contea di Barcellona poi Corona di Aragona

A tutti i moralisti, filo indipendentisti e separatisti di tutte le latitudini, democratici a casa degli altri e ossequiosi dell’ordine costituito come quelli che in Spagna lodano i secessionisti e in Italia invece deprecano le forze politiche che rivendicano le stesse avventure sia a destra che a sinistra, a quelli che offuscati dal pensiero unico dominante lanciano anatemi contro un legittimo stato costituzionale, il Regno di Spagna, ed altri soggetti del genere, vorrei ricordare che la cosiddetta Catalogna è un invenzione e che le guerre che si succedettero nei secoli in Spagna non furono guerre di secessione ma di successione tra i vari discenderti degli antichi sovrani cristiani. Infatti nel IX sec. d.C. fu istituita la Contea di Barcellona con i territori che i Franchi conquistarono ai mussulmani e solo dopo l’unione della contea di Barcellona e il regno d’Aragona, in conseguenza del matrimonio tra Raimondo Berengario IV e Petronilla di Aragona sorse la Corona d’Aragona nel 1137 e non la Catalogna. Questo per dire che la cosiddetta antica indipendenza della Catalogna è solo un invenzione per distruggere l’unità della Spagna e delle patrie. Per inciso il popolo della Catalogna votò favorevolmente per l’attuale Costituzione e pertanto la regione divenne una delle comunità autonome all’interno del Regno di Spagna. Fermo restando che la violenza da qualunque parte provenga va sempre condannata ma non può essere il facile alibi per tentare di sovvertire l’ordine civile e non affrontare democraticamente le vere questioni politico amministrative in campo, visto che tra le altre cose hanno votato solo il 40% della popolazione e di cui il 8% si è pure dichiarato contrario alla secessione come hanno affermato gli organizzatori di questa consultazione, dati purtroppo non verificabili e minoritari rispetto al contesto generale.

Antonino Sala

Per l’unità del Regno di Spagna. Solidarietà agli amici spagnoli. No alla violenza.

In mattinata ho espresso la solidarietà de “iTradizionalpopolari”, anche a nome di Tommaso Romano, al Regno di Spagna attraverso una cordiale ed amichevole telefonata a S.E. don Amadeo Rey y Cabieses vice auditore generale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio che ieri ha celebrato coraggiosamente nella cattedrale di Barcellona il rito delle investiture cavalleresche dello Smoc alla presenza del Gran Maestro don Pedro di Borbone Due Sicilie. Nel corso del cordiale colloquio, Sala, ha espresso tutta la preoccupazione per quello che sta avvenendo in Catalogna, dove si tenta di sovvertire l’ordine costituzionale con un referendum illegale, chiamando al voto anche chi ingenuamente crede di scegliere liberamente il proprio destino non immaginando quale mistificazione eversiva si nasconda dietro la facciata indipendentista. Noi da sempre crediamo nell’autonomia delle regioni, ma altrettanto pensiamo fortemente che l’unità degli stati non debba essere messa in discussione per le mire ambiziose di coloro i quali speculano politicamente alle spalle del popolo ignaro. Bene ha fatto il presidente del parlamento europeo, onorevole Antonio Tajani, a manifestare la propria solidarietà al governo di Mariano Rajoy in nome dei valori della convivenza civile che con questo atto eversivo si vogliono scardinare trascinando il Regno di Spagna in un clima da guerra civile che potrebbe essere preludio ad altre ondate simili in tutte le nazioni europee o peggio potrebbero aprire le porte ad un nuovo terrorismo di matrice indipendentista di cui la Spagna per tanti anni è stata vittima. S.E. Amedeo Rey, che è anche confratello costantiniano di Romano e Sala e confratello d’onore e croce al merito per la riconquista della Real Compagnia della Beata Maria Cristina di Savoia, ha apprezzato il gesto fraterno, che estenderà a S.A.R. Don Pedro di Borbone Due Sicilie Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano e cugino di Re Felipe e a Sua Maestà stessa. Inoltre ci si è augurato che prevalga il buon senso, in maniera da ricondurre tutta questa vicenda ad un livello di confronto politico basato sul reciproco rispetto tra le forze in campo senza violenze di piazza le quali andrebbero deprecate comunque. Infine invitiamo le forze politiche italiane, specialmente quelle di centrodestra, a mantenere un profilo di prudenza e vicinanza alla Spagna di Re Felipe rispetto a quanto sta accadendo a Barcellona dove si concentrano la maggior parte dei rivoltosi anzi la quasi totalità di essi lasciando fuori la maggioranza silenziosa favorevole all’unità, sperando di non doversi mai trovare a dover arginare spinte centrifughe simili tendenti a minare l’unità dell’Italia, che seppur raggiunta con mille criticità e difficoltà, è certamente un sacro valore da difendere.

V edizione del premio “La Campana di Burgio 2017”: la campana ad Andrea Bartoli di Farm Cultural Park, il premio speciale al Togbe (Re tradizionale) Oseii III del Ghana.

Venerdì 25 Agosto al Castello Normanno si è svolta la V edizione del premio “La Campana di Burgio” condotto autorevolmente dal direttore Antonino Sala e dal sindaco Vito Ferrantelli. Ad Andrea Bartoli, ideatore di Farm Cultural Park, è andata la campana, il premio speciale per le attività umanitarie è stato assegnato al Re tradizionale di Godenu nel Volta, una delle regioni della Repubblica del Ghana che nella sua costituzione gli riconosce autorità e poteri concreti, a Togbe Osei III, per il suo impegno nella tutela e valorizzazione dell’identità e della tradizione del suo popolo. Nelle varie sezioni sono stati consegnati riconoscimenti ad alcune importanti personalità che si sono distinte nella letteratura siciliana ed italiana, nella ricerca storica e nelle arti. Agli organizzatori della manifestazione sono giunti i messaggi del ministro della pubblica istruzione Valeria Fedeli, quello del Togbe Osii III dalla Casa Reale di Godenu e quello del console onorario del Ghana Francesco Campagna questi letti da Mimmo Macaluso e consegnati ufficialmente alla direzione del premio da Ignazio Matinella.  La premiazione ha riguardato anche un elaborato a cura di Claudia Fantucchio sul poeta Giorgio Caproni e durante la serata è intervenuto in collegamento audio il figlio dell’autore Attilio sottolineando l’importanza dell’evento. I premiati nelle varie categorie sono stati gli scrittori Francesco Maria Cannella, Maria Favarò, Leonarda Barncato, Giuseppe Nicola Ciliberto, Alberto Petix, Giuseppe Schillaci, il professore ordinario della facoltà di Agraria di Palermo Carmelo Dazzi, la storica Angela Scandaliato, il poeta Giuseppe Cannata, il pittore Calogero Termine, il direttore della biblioteca di Cianciana Mario Ottavio Caramazza, gli scultori Gino Gaeta e Calogero Marciante, il paesaggista Giuseppe Di Salvo, il musicista Ezio Noto, i promotori culturali Pierfilippo Spoto e Damiano Marinello, i tenori Giuseppe Infantino, Rosolino Claudio Cardile  e Pippo Veneziano, la compagnia teatrale di Burgio “Sotto le Stelle”. Inoltre sono stati assegnati i diplomi di merito agli studenti che si sono distinti recentemente negli esami di maturità ottenendo il massimo punteggio, Giulia Giannetto, Adriana Piazza e alla giovane Dafne Cabibbi.

“Il premio La Campana di Burgio ha acquisito con questa V edizione, dice il direttore Antonino Sala, in un crescendo di figure di storici, letterati, artisti, mecenati e filantropi, anche un carattere internazionale, con il riconoscimento al Togbe Oseii III del Ghana, testimoniando come la Tradizione e la Cultura siano aspetti fondamentali per un autentica fioritura di ogni civiltà in ogni luogo e di ogni popolo.”

 “Con la V edizione del premio continuiamo ad incoraggiare le migliori intelligenze della provincia di Agrigento e della Sicilia, come Andrea Bartoli ideatore di Farm Cultural Park, dice il Sindaco Vito Ferrantelli, lanciando così un segnale di apertura, speranza, riscatto e solidarietà in favore di chi investe sulla cultura, la tradizione e l’innovazione facendone così un occasione di autentico sviluppo umano.”

Messaggio del console onorario del Ghana  avv. FRancesco Campagna

Preg.mo Cavaliere,

La ringrazio per il cortese invito, sarei stato felice di partecipare ma non mi è possibile per pregressi impegni che mi trattengono fuori sede. Mi congratulo per l’iniziativa e mi rallegro per la scelta di premiare un importante rappresentante della Chieftancy in Ghana: le autorità tradizionali ghanesi – che convivono con la Costituzione Repubblicana – sono i custodi fedeli della tradizione e allo stesso tempo sono impegnate quali agenti di sviluppo del territorio e Togbe Osei III ne è testimone sapiente e illuminato. A lui e a voi tutti giunga il mio saluto e le mie sincere felicitazioni, con l’augurio di poterci incontrare in una prossima occasione.

Molti cordiali saluti

Francesco Campagna

Consolato Onorario della Repubblica del Ghana

V edizione Premio “La Campana di Burgio 2017”

“La Campana di Burgio” V edizione 2017 in programma il 25 Agosto prossimo al Castello Normanno alle ore 21, sarà consegnato ad Andrea Bartoli, ideatore di Farm Cultural Park, l’innovativo sistema di istallazioni artistiche che hanno abbellito un intero quartiere di Favara nel segno sia della tradizione che dell’innovazione, coniugando cultura e sviluppo.
Il premio speciale per le attività umanitarie è stato assegnato al Re tradizionale di Godenu nel Volta, una delle regioni della Repubblica del Ghana che nella sua costituzione gli riconosce autorità e poteri concreti, Togbe Osei III, per il suo impegno nella tutela e valorizzazione dell’identità del suo popolo attraverso la salvaguardia della cultura indigena anche attraverso la costruzione di scuole ed altre opere benefiche volte al miglioramento delle condizioni di vita dei suoi connazionali.
Nelle varie sezioni saranno consegnati riconoscimenti ad alcune importanti personalità che si sono distinte nella letteratura siciliana ed italiana, nella ricerca storica e nelle arti.
I premiati saranno gli scrittori Francesco Maria Cannella, Maria Favarò, Leonarda Barncato, Giuseppe Nicola Ciliberto, Alberto Petix, Giuseppe Schillaci, il professore ordinario della facoltà di Agraria di Palermo Carmelo Dazzi, la storica Angela Scandaliato, il poeta Giuseppe Cannata, il pittore Calogero Termine, , il direttore della biblioteca di Cianciana Mario Ottavio Caramazza, gli scultori Gino Gaeta e Calogero Marciante, il paesaggista Giuseppe Di Salvo, il cantante Giuseppe Infantino, il musicista Ezio Noto, i promotori culturali Pierfilippo Spoto e Damiano Marinello, i tenori Rosolino Claudio Cardile e Pippo Veneziano, la compagnia teatrale di Burgio “Sotto le Stelle”.
Inoltre saranno assegnati i diplomi di merito agli studenti che si sono distinti recentemente negli esami di maturità ottenendo il massimo punteggio Claudia Fantucchio, Giulia Giannetto, Adriana Piazza e alla giovane Dafne Cabibbi.

“Il premio La Campana di Burgio raggiunge la V edizione, dice il direttore Antonino Sala, in un crescendo di figure di storici, letterati, artisti, mecenati e filantropi, che testimoniano come la Tradizione e la Cultura siano aspetti fondamentali della realizzazione umana che vede in esse un’occasione di autentica fioritura di civiltà. Quest’anno valicando anche i nostri confini nazionali attribuendo anche un premio internazionale per le attività umanitarie al Togbe Osei III del Ghana.”

“Con il V premio 2017 continuiamo ad incoraggiare le migliori intelligenze della provincia di Agrigento e della Sicilia, come Andrea Bartoli ideatore di Farm Cultural Park, dice il Sindaco Vito Ferrantelli, lanciando così un segnale di apertura, speranza e riscatto, che vede la nostra comunità guidare un processo di rafforzamento dei valori di civilizzazione sui quali abbiamo investito e sui quali puntiamo anche per il futuro come sicuro viatico per un radioso avvenire per Burgio e per l’intera Sicilia”.

Una sentenza di un tribunale “civile” più importante della vita di un bambino. La triste storia di Charlie Gard.

 

Assistiamo con sgomento in questi giorni al dramma della famiglia Gard che vede condannato a morte certa il suo piccolo Charlie di appena 10 mesi per una sentenza di un tribunale civile, il quale ha decretato che al neonato, non solo debba essere tolta ogni forma di assistenza, ma anche la possibilità di essere trasferito all’estero, come da più parti è stato chiesto. Così nemmeno l’intervento del Vaticano, del Presidente degli USA Donal Trump, le parole di Papa Francesco e la disponibilità dell’Ospedale pediatrico di Roma Bambin Gesù sono servite a lasciar partire Chiarlie, perché la legge è legge, ha riferito il ministro degli esteri del Regno Unito, e non si può permettere che il diritto possa inchinarsi difronte alla vita di un bambino di 10 mesi. Tutto ciò è disumano.

Anche dalla Russia si levano voci in difesa del piccolo come si legge oggi sul Messaggero: «Una decisione mostruosa da parte del Tribunale dei diritti umani che dimostra la profondissima crisi del concetto di protezione dei diritti umani. Oggi il diritto alla vita porta dritto al diritto a morire» ha dichiarato il Metropolita Hilarion, il capo del dipartimento estero del Patriarcato russo, il quale si chiede come mai in uno Stato democratico come la Gran Bretagna, «nel 21esimo secolo, una famiglia sia bloccata in una clinica a causa della decisione di una corte e non può dirigersi in un’altra clinica». Hilarion ha pochi dubbi «sul sadismo nascosto dai toni umanitari. Una presa in giro oltre che una violazione alla coscienza dei famigliari del piccolo Charlie visto che negli Usa ci sono medici pronti a curarlo e a finanziare tutto». La Chiesa ortodossa assicura poi preghiere ai genitori del bambino. «Siamo perplessi per il fatto che in Occidente si proclama sempre che la vita umana è un valore assoluto, ma poi l’uccisione di persone gravemente malate, compresi bambini, sta diventando una realtà legalizzata».

A questo punto mi chiedo: un tribunale può decidere la morte di un bambino? Secondo me no! Una nazione che si autodefinisce civile come la Gran Bretagna può permettere un tale abominio? Il diritto serve a tutelare la persona umana o a soddisfare altri bisogni trascinando l’essere umano in una morsa che lo stritola? E l’occidente, e l’Italia patria del diritto Romano, come possono rimanere impassibili difronte ad un caso che costituirà un gravissimo precedente, per cui un tribunale potrà decidere l’uccisone di un qualsiasi individuo, penso ai tanti disabili gravi o ai malati terminali di cancro, che con amore vengono assistiti dai propri familiari, con la presunzione, tutta da dimostrare, di alleviarne le pene?

C’è chi è sempre pronto a pontificare sul dovere dell’accoglienza incondizionata, sull’aiutare il classico gattino sull’albero, sul non magiare prodotti del regno animale per non privarne l’esistenza, sull’abolire ogni forma di sperimentazione sugli animali, sul non spostare qualche pianta di ulivo per non turbare l’ecosistema del luogo, ma di fronte ad una aberrazione simile li ho visti indifferenti o poco coinvolti perché la vita dell’uomo, che per un cristiano è sacra dal suo concepimento alla morte naturale, secondo questa ideologia luciferina e antiumana, può essere sacrificata in nome di un falso diritto.

Alla famiglia Gard e al piccolo Charlie, vanno le mie preghiere e la mia vicinanza in questo momento terribile. Un giorno, come disse Giovanni Paolo II, il giudizio di Dio Verrà.

Antonino Sala

 

Sabato 20 maggio 2017 ore 10 presso la Società Siciliana per la Storia Patria Piazza San Domenico 1, Palermo Convegno di studi su “Costantino : Imperatore e Santo “

Convegno di studi su “Costantino : Imperatore e Santo “

Presiede Giovanni Fatta Del Bosco

Presidente della Società Siciliana per la Storia Patria

Programma dei lavori:

S.E.R. Mons. Enrico dal Covolo

Rettore della Pontificia Università Lateranense:

Dalla “svolta” costantiniana alle vicende postcalcedonesi. Per una valutazione storico-teologica dei rapporti tra l’ Impero e la Chiesa nei primi secoli cristiani.

Antonio Ingoglia, Università di Palermo:

“ Amministrazione della giustizia e rapporti tra potere secolare ed ecclesiastico in età giustinianea”.

Giovanni Giuseppe Mellusi, Direttore dell’ Archivio Storico Messinese:

Una vexata quaestio: il Costitutum (o Donatio) Costantini

Teresa Sardella, Università di Catania:

da Roma a Bisanzio.

 Salvatore Bordonali, Università di Palermo:

Da Bisanzio a Palermo.

Mario Ferrante, Università degli Studi di Palermo:

Il culto di S. Costantino in Sicilia.

Coffee break

Amadeo M. Rey y Cabieses

Auditore Generale del Sacro Militare Ordine Costantiniano:

Aspetti attuali della Sacra Milizia.

 Saluti del Sindaco della Città.

   Sarà presente S.A.R. Don Pedro di Borbone Due Sicilie ,Gran Maestro dell’ Ordine Costantiniano (Spagna)