Ordine Teutonico. Baliato di Sicilia. Riapertura al culto del Santuario di Santa Maria d’Alemanna

Il 31 agosto 2020 a Gela in provincia di Caltanissetta una delegazione del Baliato di Santa Maria degli Alemanni – Sicilia ha partecipato con le insegne dell’Ordine Teutonico alla riapertura al culto il Santuario di Maria Santissima d’Alemanna dopo 9 anni di chiusura, di cui è rettore il confratello don Rosario Sciacca FamOT. La solenne celebrazione eucaristica è stata preceduta da una meditazione di musica sacra in onore della B.V. Maria SS.ma d’Alemanna a cura del coro “Laudate Dominum” dell’associazione culturale Bequadro di Bagheria durante la quale è stato presentato l’inno ufficiale del Santuario composto da Salvatore di Blasi.
La Santa Messa è stata officiata dal vescovo di Piazza Armerina, S.E. rev.ma Mons. Rosario Gisana, nella piazza antistante il Santuario con la partecipazione delle autorità civili e militari della città tra cui il sindaco avvocato Lucio Greco ed un grande concorso di popolo festante.
Alle celebrazioni hanno partecipato oltre al Balivo Antonino Sala FamOT, il cancelliere del Baliato Giovanni Condello FamOT, i confratelli Don Pasquale Di Dio FamOT, Michele Cirignotta FamOT, Gualtiero Cataldo FamOT, Salvatore Saglimbene FamOT; i candidati Marcello Cocuccio e Nino Di Mauro.
Al termine del rito sacro il Balivo Antonino Sala FamOT è intervenuto manifestando la gioia di tutto l’Ordine Teutonico per la riapertura dell’antico luogo di culto e per leggere l’importante messaggio del Gran Maestro S.E. P. Frank Bayard inviato per la speciale occasione che ha suggellato il legame tra Gela e Vienna nel nome della Madonna dell’Alemanna.
Questo evento ha assunto un significato importate per i Familiari di Sicilia, sia perché il Baliato, già Commenda autonoma, trae la propria denominazione proprio dalla Madonna degli Alemanni di Gela, sia perché questo luogo santo è storicamente legato fin dal Medioevo alla presenza in Sicilia dell’Ordine Teutonico. Oltretutto la Madonna dell’Alemanna è la patrona della città dal 1450, anno del ritrovamento dell’icona in stile bizantino proprio nel luogo dove fu poi edificato il santuario. 
L’icona della Madonna dell’Alemanna, fu portata in città dai Cavalieri dell’Ordine Teutonico secondo la testimonianza dell’abate Rocco Pirri, che furono chiamati nell’isola Alemanni e perciò la chiesa di Santa Maria dei Teutonici fu appellata anche degli alemanni o dell’Alemanna. I racconti popolari, tramandati da generazione in generazioni, parlano del rinvenimento della venerata icona di Maria SS. d’Alemanna in un modo miracoloso intorno al 1476.
Si narra infatti che un contadino mentre arava la terra si accorse che i suoi buoi non proseguivano più; pensando che si trattasse di un ostacolo proveniente da qualche corpo duro sottostante il terreno, il contadino si mise a scavare, fino a quando le sue mani cominciarono a tirar fuori una tavola sulla quale s’intravvedeva una immagine dipinta: era l’effige della Beata Vergine. Nel momento stesso in cui estrasse dal terreno l’intero quadro, il contadino si accorse che i due buoi si erano inginocchiati. Al termine della cerimonia l’icona della Madonna degli Alemanni è stata intronizzata dal rettore don Rosario Sciacca FamOT nella sua sede all’interno del santuario al di sopra della botola dove fu ritrovata tanti secoli addietro.

Lettera aperta a Nicola Porro in difesa degli statali

Caro Nicola Porro, lo scorso lunedì 29 giugno 2020 ho seguito la tua trasmissione e non mi è piaciuto l’attacco ai dipendenti pubblici in quanto tali che è stato fatto in diretta, sia perché non sono loro ad aver scelto di rimanere confinati a casa ma è stato il Governo, sia perché tra questi ci sono docenti, a cui anche io appartengo, che hanno continuato a fare il possibile per mantenere viva la didattica anche se a distanza e con tutte le criticità del caso, sia tutte le forze dell’ordine, sia tutto il comparto sanitario etc….. Sentire dire poi a qualcuno che si dice liberale suo ospite, che “purtroppo” sono troppo poche le sanzioni disciplinari contro i dipendenti pubblici, come se questo fosse il termometro con cui misurare l’efficienza degli statali, ed infatti secondo questo principio potremmo per assurdo dire per esempio che la qualità del giornalismo è data dal numero di espulsioni dall’ordine o magari da quanti negli anni sono stati condannati come Guareschi e Sallusti, potrei continuare ma mi astengo.
Creare ad hoc il nuovo “nemico del popolo” nel dipendente statale, perché suo malgrado, è il terminale di ogni servizio pubblico è fin troppo facile oltre che strumentale, e rientra nella logica di crearne uno per ogni crisi in maniera da sottacere le vere cause della stessa e su questo scaricare rabbia e frustrazione. Infatti di volta in volta i pubblic enemy sono diventati i proprietari, gli imprenditori, i liberi professionisti, quelli delle consulenze, quelli del posto fisso, i commercianti, i giornalisti, gli intellettuali non conformi, i carabinieri ed in generale chi porta una divisa, e l’elenco potrebbe continuare…Detto ciò spero nella possibilità che cambi o perlomeno modifichi la sua opinione nei confronti di chi lavora e si sente onorato di farlo per lo Stato Italiano e che magari è un suo estimatore.
In ogni caso le auguro di continuare a difendere la libertà con il suo programma…anche quella degli statali.
Con stima.
Prof. Ing. Antonino Sala

Il mio ricordo di Frà Giacomo dalla Frà Giacomo dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, Principe Gran Maestro dell’Ordine di Malta ed autentico Cavaliere Cristiano.

IMG_20141106_124923_0Ho appreso con commozione e dolore la triste notizia della scomparsa di Frà Giacomo dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, Principe e Gran Maestro dell’Ordine di Malta, avvenuta a Roma oggi 29 aprile 2020, di lui ho sempre ammirato il grande slancio caritativo che lo ha visto presente tra i senzatetto e i poveri di Roma, la sua cultura classica e le sue grandi doti di umanità che ne facevano un esempio di autentico cavaliere cristiano.

Lo conobbi a Roma nel 2014 presso la sede all’Aventino del Gran Priorato dell’Ordine di Malta durante il mio soggiorno per lavoro nella capitale, in quell’occasione mi accolse calorosamente con un “Caro confratello”, e da quel momento mi onorò della sua amicizia.

Raccogliendo la mia richiesta di poter svolgere volontariato mi presentò alla direttrice del centro di ascolto e consulenza “Barone Ussani d’Escobar” presso cui ho avuto la possibilità di rendermi utile al prossimo, la baronessa Giulia Ussani d’Escobar dama dell’Ordine, un altro esempio di carità attiva e della quale conservo un bel ricordo come anche l’amicizia.

Fu un periodo ricco di incontri ed attività,  tant’è che fui mediatore del suo primo incontro con l’appena nominato Patrono dell’Ordine di Malta il Cardinale Raymond Leo Burke, che avvenne nella residenza romana di Sua Eminenza il 29 novembre 2014 (anche segnalato sul giornale dell’Ordine) ed egli ne fu molto riconoscente con questo messaggio ”Egregio Professore, grazie di cuore per avere facilitato il mio incontro con S.Em.za il Card. Burke, sabato mattina u.s.; grazie anche per le foto fatte e per il commento scritto. Molto cordialmente,  Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto. Gran Priore di Roma del S.M.O. di Malta.”

Mi complimentai con lui per la sua conferma come Gran Priore di Roma avvenuta durante il Capitolo Gran Priorale del 12 Febbraio 2015, così ancor di più quando fu eletto prima Luogotenente e poi Gran Maestro dell’Ordine di Malta. E non mancò di farmi arrivare il suo apprezzamento per il mio libro “Da Burgio all’Isonzo. Cento anni di Gloria 1915-2015” e così in altre occasioni ebbi l’onore di averlo vicino sia nei momenti di gioia come il mio matrimonio, che di impegno come la mia elezione a Balivo dell’Ordine Teutonico in Sicilia con questo messaggio “Caro Confratello, grazie per il suo gentile messaggio; mi congratulo con lei per la prestigiosa nomina ricevuta e le auguro di cuore pieno successo nel suo importante ufficio. Cordialmente. Fra’ Giacomo Dalla Torre”, che di dolore per la perdita di mio padre, ed anche per i semplici auguri nell’occasione delle festività. Ricordo infine il suo gradimento per alcuni prodotti tipici siciliani che gli feci arrivare che mi confidò gli ricordavano il nonno catanese appartenente alla famiglia Pulvirenti.

Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto era nato a Roma il 9 dicembre 1944. Si era laureato in Lettere e Filosofia all’Università La Sapienza di Roma, specializzandosi in Archeologia Cristiana e Storia dell’Arte. Ha ricoperto incarichi accademici nella Pontificia Università Urbaniana, insegnando greco classico. Nel corso degli anni ha pubblicato saggi accademici e articoli su aspetti della storia dell’arte medievale.

Ammesso nel Sovrano Ordine di Malta nel 1985 come Cavaliere d’Onore e Devozione, Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto ha emesso i voti solenni nel 1993. Dal 1994 al 1999 è stato Gran Priore di Lombardia e Venezia e dal 1999 al 2004 è stato membro del Sovrano Consiglio. Al Capitolo Generale del 2004 è stato eletto Gran Commendatore. Alla morte del 78° Gran Maestro, Fra’ Andrew Bertie nel febbraio del 2008, ha assunto la carica di Luogotenente Interinale. Dal 2008 al 2017 Fra’ Giacomo Dalla Torre ha ricoperto l’incarico di Gran Priore di Roma. Alle dimissioni del 79° Gran Maestro, Fra’ Matthew Festing, il Consiglio Compito di Stato del 29 aprile 2017 lo ha eletto Luogotenente di Gran Maestro per un anno. Nel successivo Consiglio Compito di Stato del 2 maggio 2018 è stato eletto 80° Principe e Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta.

Fra’ Giacomo si è sempre personalmente impegnato nell’assistere i bisognosi, servendo i pasti ai senzatetto nelle stazioni ferroviarie di Termini e Tiburtina a Roma. Ha partecipato a numerosissimi pellegrinaggi internazionali dell’Ordine di Malta a Lourdes e ai pellegrinaggi nazionali a Loreto e ad Assisi. Grande gioia dimostrava nel partecipare ai Campi estivi internazionali dell’Ordine per giovani disabili nei quali grande affetto riceveva dai giovani volontari e ospiti. Nella sua carica di Gran Maestro, Fra’ Giacomo Dalla Torre ha intrapreso numerosi viaggi ufficiali e di Stato. Nel corso di queste visite, era sempre suo desiderio quello di poter visitare le strutture medico-sociali dell’Ordine di Malta per poter salutare personalmente sia lo staff che i pazienti.

Purtroppo l’Ordine di Malta perde il suo primo servitore il Principe e Gran Maestro, gli assistiti dell’Ordine il loro sostegno ed aiuto, i cavalieri, le dame, i decorati e i volontari un punto di riferimento morale e spirituale, io un esempio di cavalleresche virtù ed una personalità che mi dimostrò sempre la sua benevola amicizia che ricorderò nelle mie preghiere perché nostro Signore Dio gli conceda di godere della Vita Eterna e della sua Gloria.

Antonino Sala

 

Fate una donazione per aiutare chi ci aiuta. Raccolta fondi per la Sicilia sostenuta dall’Ordine Teutonico di Sicilia.

Stemma Baliato di Sicilia Ordine Teutonico

Ai Familiari Teutonici
Ai candidati del Baliato
Agli amici, estimatori e simpatizzanti dell’Ordine Teutonico
E a tutte le persone di buona volontà

Carissimi,
il tempo che stiamo vivendo, costretti dal cosiddetto “Coronavirus” a rivedere le nostre abitudini e a trepidare per la salute dei nostri cari, dei contagiati che soffrono e di coloro che sono esposti per ragioni di servizio come medici, farmacisti, infermieri e forze dell’ordine al pericolo, ci impone comunque di avere maggiore fede nella Misericordia di Dio e allo stesso tempo di non abbatterci all’impotenza ma anzi di fornire l’aiuto possibile, secondo le capacità di ognuno.
Pertanto, facendo mie le parole di sostegno che il nostro Gran Maestro, S.E. P. Frank Bayard, ci ha ulteriormente indirizzato, di “guardare con maggiore attenzione nelle vicinanze dove c’è bisogno di aiuto”, vi segnalo che la Regione Siciliana ha attivato un conto corrente per chi volesse contribuire fattivamente alla lotta contro il Covid-19.
Ritengo doveroso invitarvi caldamente a fare una donazione per aiutare concretamente quanti combattono e/o soffrono, ed io stesso lo farò per primo subito.
A raccogliere i fondi sarà la Protezione civile regionale, che li destinerà all’acquisto di dispositivi di protezione individuali, presidi ospedalieri e attrezzature per reparti di terapia intensiva. E’ un dovere morale in questo momento contribuire come meglio si può con una donazione liberale al seguente Iban del conto dedicato: IT65X0100003245515200006188, intestato a Pr.R.Sicilia S.Att.0.630-639-20, con causale: donazione emergenza Coronavirus.
Vi prego inoltre di inviarmi la ricevuta del vostro versamento, per redigere un resoconto di quanto abbiamo contribuito come Baliato, così da inviarlo al Gran Maestro sia per l’opportuna conoscenza che per pubblicarne nomi e cifra, se autorizzati da voi stessi, per renderne notizia.
Il nostro motto è da sempre “Aiutare e Curare”, oggi è arrivato, purtroppo, uno di quei momenti in cui è necessario oltre che doveroso per chi porta la Croce di Cristo, di dare concretezza al suo impegno come Cristiano e come appartenente ad un Ordine Ospitaliero e Militante come quello nostro. Serve il sacrificio di tutti con le opere e la preghiera per vincere anche questa tremenda battaglia.
Infine unendomi anche io, come spero voi, alle preghiere del Gran Maestro vi saluto confraternamente.
“Per intercessione di Nostra Signora della Casa Teutonica e dei Patroni dell’Ordine Sant’Elisabetta e San Giorgio, possa il Signore accompagnare tutti noi con la Sua benedizione e la Sua grazia, proteggerci e condurci nel tempo a venire sani e salvi.”
Oremus pro invicem.

In Cordibus Jesu et Mariae
Prof. Antonino Sala FamOT
Balivo di Santa Maria degli Alemanni – Sicilia

Ordine Teutonico. Lettera ai Vescovi di Sicilia per la Santa Eucarestia in tempo di Coronavirus. Non Praevalebunt!

Oggi ho inviato alla Conferenza Episcopale Siciliana la lettera che trovate qui di seguito per chiedere che i vescovi autorizzino i nostri sacerdoti a dare la Santa Eucarestia a coloro che ne facessero richiesta, in condizione di sicurezza come è giusto che sia, perché è l’unica e vera cura dell’anima prima che del corpo. Vi invito tutti, cari amici, alla preghiera per la salvezza dell’umanità.

“Non praevalebunt.”

Stemma Baliato di Sicilia Ordine Teutonico

Ordo Fratrum Domus Hospitalis

Sanctae Mariae Teutonicorum in Jerusalem

(Ordo Teutonicus)

Ordine Teutonico – Baliato Sanctae Mariae Teutonicorum

Eccellenze reverendissime,
in questo tempo difficile in cui ci troviamo a combattere contro un nemico invisibile ed insidioso come è il cosiddetto Coronavirus, tenendo presente quanto sancito per decreto dal Governo Italiano sulle misure di prevenzione, dopo avere preso visione di quanto la Conferenza Episcopale ha disposto per ecclesiastici e laici fino al 3 aprile, ho ritenuto di scriverVi per chiederVi di permettere con una Vostra nota ufficiale a quanti volessero avvicinarsi alla Santa Eucarestia di poterlo fare in Chiesa, con tutte le dovute cautele consigliate dal Ministero della Salute.
Lodevolmente lo hanno già fatto l’arcidiocesi di Catania e le diocesi di Acireale e di Caltagirone che hanno emanato disposizioni comuni sull’emergenza Coronavirus, nelle quali al punto 4 scrivono “quando la chiesa è aperta, se un singolo fedele chiede la santa Comunione può riceverla, purché si osservino le norme liturgiche e quelle sanitarie”, la stessa procedura sarebbe possibile ovunque.
Oggi più che mai abbiamo bisogno come fedeli di rivolgerci a Cristo, di ricevere il Pane della Vita, di avere il Suo conforto come unica cura e via di salvezza prima dell’anima che del corpo.
Pertanto a Voi mi rivolgo, eccellentissimi Padri, perché tranquillamente permettiate ai sacerdoti di compiere il ministero per cui sono stati consacrati e a noi fedeli di ricevere il Corpo e il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo.

“L’Eucaristia, il dono più grande che sazia l’anima e il corpo. Incontrare e accogliere in noi Gesù, “pane di vita”, dà significato e speranza al cammino spesso tortuoso della vita. Discorso pronunciato da Sua Santità Papa Francesco durante l’Angelus in Piazza San Pietro, 02/08/2015”

Oremus pro invicem.

Palermo 11.03.2020

In Cordibus Jesu et Mariae
Prof. Antonino Sala FamOT
Balivo di Santa Maria degli Alemanni

Libia: uno scenario terribile per l’Italia e l’Europa

Nella foto il mio prozio Giuseppe Sala, fratello di mio nonno paterno, già effettivo al 5° Reggimento Bersaglieri - 4^ Compagnia, risulta deceduto, il 23 ottobre 1911, in seguito a ferite riportate in combattimento, in territorio Libico. Nel 1955-1958 tutte le Salme sepolte nei vari Sepolcreti Militari della Libia vennero raccolte nel grande Sacrario Militare di Tripoli. Nel giugno 1972, su richiesta del Governo Libico, il Sacrario di Tripoli dovette essere dismesso e tutte le Spoglie furono traslate nel Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari, dove presumibilmente riposa tra gli “Ignoti”.

Il mio prozio Giuseppe Sala, fratello di mio nonno , già effettivo al 5° Reggimento Bersaglieri – 4^ Compagnia, risulta deceduto, il 23 ottobre 1911, in seguito a ferite riportate in combattimento, in territorio Libico. Nel 1955-1958 tutte le Salme sepolte nei vari Sepolcreti Militari della Libia vennero raccolte nel grande Sacrario Militare di Tripoli. Nel giugno 1972, su richiesta del Governo Libico, il Sacrario di Tripoli dovette essere dismesso e tutte le Spoglie furono traslate nel Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari, dove presumibilmente riposa tra gli “Ignoti”.

“La Libia può apparire lontana nella mappa ma per noi è un luogo importante. È stata una parte importante dell’Impero Ottomano. Abbiamo profonde relazioni storiche e sociali con la Libia. In quel Paese abbiamo fratelli che non accettano il golpista Haftar. Haftar vuole eliminarli e compiere una pulizia etnica degli eredi dell’Impero ottomano.”
Questo quanto ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sulla guerra in Libia, che, a 108 anni della guerra Italo Turca, nota anche come guerra di Libia, impresa di Libia o campagna di Libia, combattuta dal Regno d’Italia contro l’Impero ottomano tra il 29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912, per liberare le regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica ed il Mediterraneo dalla presenza turca, non può non fare impressione. L’impresa costò all’Italia 3431 morti (1948 per malattia e 1432 in combattimento) e 4220 feriti, a quello turco 14000 morti e 5370 feriti, con una mobilitazione italiana di 34000 uomini contro 28000 nemici.
Storicamente la presenza turca è stata fonte di instabilità e conflitti con l’Europa Cristiana, vorrei ricordare le guerre bizantino-ottomane che portarono alla distruzione dell’Impero Romano d’Oriente (cristiano) con la caduta nel 1453 di Costantinopoli e l’ascesa dell’impero ottomano (musulmano); la Battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571 tra le flotte musulmane dell’Impero ottomano e quelle cristiane (federate sotto le insegne pontificie) della Lega Santa; l’assedio di Vienna del 1529; la Battaglia di Vienna dell’11 e 12 settembre 1683, che pose fine a due mesi di assedio posto dall’esercito turco alla città, combattuta dall’esercito polacco-austro-tedesco comandato dal re polacco Giovanni III Sobieski contro l’esercito dell’Impero ottomano comandato dal Gran Visir Merzifonlu Kara Mustafa Pasha, evento decisivo della guerra austro-turca (1683-1699); le Guerre ottomano-ungheresi protrattesi dal 1396 al 1526 e culminate nel assedio di Belgrado durato dal 4 al 22 luglio 1456 e conclusosi con la sconfitta del sultano ottomano Maometto II ad opera del condottiero ungherese János Hunyadi e del religioso italiano dell’Ordine dei Frati Minori Osservanti l’abruzzese Giovanni da Capestrano proclamato santo dalla Chiesa cattolica nel 1690; le continue guerre tra la Repubblica di Venezia e l’Impero Ottomano; la guerra dei Cent’anni croata tra il 1493 ed il 1593, che nel 1519 Papa Leone X fece definire la Croazia l’Antemurale Christianitatis (“baluardo della cristianità”); la guerra tra l’Impero bulgaro e quello ottomano che si concluse nel 1393, anno in cui i turchi conquistarono la città di Tărnovo, capitale del secondo impero bulgaro, dopo un assedio di tre mesi che costrinse i bulgari sotto il giogo turco fino al 1878 anno della loro definitiva indipendenza; la guerra d’indipendenza Greca tra il 1821 ed il 1832; la guerra di indipendenza rumena che vide il Regno di Romania schierato a fianco della Russia per conquistare la propria indipendenza dall’Impero turco; la Guerra turco-montenegrina (1852-1853) tra il Principato del Montenegro e il califfato.
Sarebbe molto lungo l’elenco delle battaglie combattute dagli stati europei contro l’Impero ottomano per la propria sopravvivenza e la propria identità, fatto sta che adesso ci ritroviamo i loro epigoni moderni ancora una volta di fronte alle nostre coste, con non meno tracotanza del passato e con un capo che non si è fatto scrupoli ad intervenire nel conflitto siriano inviando uomini e mezzi, e adesso si dice pronto a entrare nel conflitto libico spostando truppe da quello scacchiere a questo. Il Guardian infatti scrive che già 300 uomini hanno abbandonato la Siria il 24 dicembre, seguito da altri 350 il 29 dicembre. Altri 1.350 uomini, aggiunge il quotidiano, sono entrati in Turchia il 5 gennaio. Alcuni sono stati schierati subito in Libia, altri proseguono l’addestramento, anche se Erdogan si è affrettato ad affermare di aver inviato in Libia soltanto alcune decine di consulenti militari.
Queste truppe, alle quali è anche stata promessa la cittadinanza turca, dovrebbero andare a formare la divisione “Omar al-Mukhtar”, un nome che a noi italiani dovrebbe suonare, infatti è quello dell’imam e guerrigliero libico che guidò la resistenza contro di noi negli anni venti del novecento.
L’incapacità dei governi europei a trovare una piattaforma comune sulla quale intervenire, anche militarmente, sta gettando le premesse per una stabile presenza delle truppe di Erdogan in Libia, che significherà anche un ribaltamento degli attuali assetti economici legati all’estrazione del petrolio, da cui dipende principalmente l’Italia, vista la presenza dell’Eni sul territorio libico.
Purtroppo il conflitto politico su diversi fronti in atto tra Francia ed Italia, alimentato dal posizionamento a sostegno di due contendenti diversi, la debolezza politica delle istituzione comunitarie europee, l’irresponsabilità unita ad una inadeguatezza della classe politica in generale nazionale e non, la perdita di credibilità del progetto europeo sta offrendo alla Turchia la possibilità su un piatto d’argento di posizionarsi stabilmente nella regione con notevole pregiudizio per gli interessi italiani e francesi, ma direi anche europei.
La sicurezza dell’Europa dipende dalla stabilità del Nord Africa, da lì passano petrolio, armi, migranti e quant’altro possiamo immaginare senza un controllo efficace da parte delle attuali autorità costituite.
Francia e Italia, ed anche l’intera Unione Europea, avrebbero l’obbligo di stabilire una comune strategia di pacificazione della Libia, mettendo da parte le loro piccole beghe, cercando di tenere lontana la pesante ingerenza della Turchia, richiamando gli Stati Uniti a svolgere con la Nato il proprio ruolo di guida politica e militare.
Ritengo inoltre che non possiamo immaginare di rimanere protagonisti nel Mediterraneo senza essere pronti a inviare truppe e mezzi, non è più il tempo questo delle chiacchiere.
Inutili si sono rivelati i tentativi di stabilire tregue ancorché fittizie, con improbabili conferenze di pace, da cui a turno i due contendenti libici, Haftar sostenuto da Egitto, Emirati Arabi, Russia, Arabia saudita e Francia e Sarraj appoggiato da Qatar, Turchia e a parole dall’Italia, si sfilano senza firmare alcunché.
Se l’azione di Roma è chiaramente in affanno, quella di Parigi è stata ridimensionata dal ruolo svolto dalla Russia di Putin, che dopo il decisivo intervento in Siria ora sposta le proprie forze in Libia.
Il conflitto armato continua senza sosta e l’unico risultato che si otterrà, se non si interviene tempestivamente, sarà quello di far diventare la Libia, una colonia russa e/o turca nella migliore delle ipotesi o nella peggiore l’avamposto per una destabilizzazione di tutta l’area geografica mediterranea ed europea.

Antonino Sala

Craxi 10 anni dopo il convegno di Palermo del 13 febbraio 2010

In questi giorni in cui si ricorda la figura dell’On. Presidente Bettino Craxi mi piace ricordare che il 13 febbraio del 2010 nell’aula consiliare del Comune di Palermo (Sala delle Lapidi) di palazzo delle Aquile, come Alleanza Etica insieme a Fondazione Thule Cultura, Confimpreseitalia, Italiani nel mondo, ass. culturale Amici Adivenire, Area srl, MAQ, abbiamo organizzato un momento di dibattito sulla sua figura con gli interventi di suo figlio On. Bobo, del prof. Tommaso Romano dell’On. Prof. Nino Buttitta, dell’On. Alberto Campagna,dell Dott. Guido D’Amico, dell’On. Aristide Gunnella, del Dott. Ignazio Parrinello, dell’On. Pierluigi Polverani, del dott. Elio Sanfilippo, della Dott.ssa Cettina Bonomolo, dell’avv. Tommaso Scanio, del Dott. Tommaso Dragotto, presieduto dal dott. Damiano Li Vecchi, coordinava i lavori il dott. Agostino Portanova. Fu un convegno di alto livello nel quale a dieci anni dalla sua tragica scomparsa fu ricordato lo statista, il politico e l’uomo che aveva segnato anni importanti della vita dell’Italia repubblicana. Oggi come allora io che come Tommaso Romano non sono mai stato né socialista né craxiano, ritengo che ci siano aspetti del socialismo di Craxi, ancora da studiare ed approfondire per coglierne ancora la spinta innovatrice e riformista.

Incontro a Vienna tra i Balivi, i Commendatori e gli Assistenti Spirituali con il Gran Maestro dell’Ordine Teutonico

A novembre presso la sede centrale dell’Ordine Teutonico in via Singerstrasse a Vienna si sono ritrovati tutti i Balivi, i Commendatori e gli assistenti spirituali convocati dal Gran Maestro S. E. P. Frank Bayard, provenienti da tutte le sedi tra cui quelli di Germania, Austria e Italia.

E’ stato un momento di approfondimento su alcune tematiche, anche di alto valore spirituale, su cui ci si è ampiamente confrontati nel segno della fraterna collaborazione tra tutte le istituzioni dell’Ordine.

Per l’Italia erano presenti i Balivi: Mario Mancini del Baliato ad Tiberim,  Werner Wallnofer del Baliato dell’Alto Adige e della Montagna e Antonino Sala di quello di Santa Maria degli Alemanni Sicilia; i Commendatori Franco Canova della Commenta sul Brenta, il rev. don Giorgio Longo assistente spirituale della Commenda sul Brenta, e Clodomiro Tavani della Commenda di Santa Venera al Pozzo di Acireale (Sicilia).

Un altro momento spiritualmente pregnante è stata la solenne celebrazione eucaristica officiata dal Gran Maestro P. Frank Bayard presso la Chiesa dei Cappuccini di Vienna, in suffragio di tutti i confratelli deceduti e la susseguente preghiera all’interno della sottostante cripta imperiale della Casa D’Asburgo, dove sono sepolti alcuni dei Gran Maestri dell’Ordine Teutonico insieme agli Imperatori d’Austria Ungheria, a cui hanno preso parte i Familiari teutonici in abito ed insegne.

E’ stato inoltre l’occasione straordinaria di poter pregare sulla tomba del Beato Padre Marco d’Aviano, il salvatore di Vienna, che nel 1683 contribuì a liberare la capitale austriaca sotto assedio, fermando l’avanzata dell’esercito ottomano verso l’Europa occidentale.

P_20191108_193529

Durante il soggiorno viennese non sono mancati i momenti conviviali tra i partecipanti che hanno rinsaldato i rapporti tra i vari baliati del mondo.

Ringraziamo il nostro Gran Maestro P. Frank Bayard per questa bella opportunità che ci ha permesso di apprezzare ancora di più il valore dell’appartenenza ad uno dei più antichi e prestigiosi ordini della Cristianità.

Infine a Vienna ho portato al Gran Maestro dell’Ordine Teutonico, l’Abate Mitrato P. Frank Bayard, in occasione della riunione dei Balivi e dei Commendatori, un presente personale opera della ceramista di Burgio la mia amica Rita Manzullo (La gioiosa ceramiche), che lui ha molto gradito principalmente per l’alto valore simbolico e perché frutto di passione, lavoro, tradizione e innovazione. Un ricordo della Sicilia e di Burgio entra così nella grande casa dell’Ordine Teutonico, tra i più antichi della Cristianità.

 

 

Ordine Teutonico Baliato di Santa Maria degli Alemanni Sicilia: incontro con S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante 74° vescovo di Cefalù.

Stemma Baliato di Sicilia Ordine TeutonicoIl 18 settembre 2019 presso l’episcopio di Cefalù una delegazione dell’Ordine Teutonico Baliato di Santa Maria degli Alemanni Sicilia è stata ricevuta in udienza da S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante 74° vescovo di Cefalù, al quale sono state presentate le iniziative spirituali, culturali ed assistenziali dell’Ordine in Sicilia. Erano presenti oltre al Balivo Antonino Sala, l’assistente spirituale del Baliato Mons. Gaetano Tulipano, il consigliere don Giuseppe Iozzia, il cancelliere Giovanni Condello. Nell’occasione è stata donata a Sua Eccellenza Marciante una copia del libro di Antonino Sala “L’Ordine Teutonico in Sicilia 1197 2019” edito dalla Fondazione Thule Cultura”.

Stemma episcopale di S.E. Rev. Mons. Giuseppe Marciante, 74° vescovo di Cefalù.

Stemma episcopale di S.E. Rev. Mons. Giuseppe Marciante, 74° vescovo di Cefalù.

20190918_123559

Da destra a sinistra: Antonino Sala, mons. Gaetano Tulipano, Giovanni Condello. Presso l’episcopio di Cefalù il 18 settembre 2019.

Congratulazioni per il volume “L’Ordine Teutonico in Sicilia 1197 2019” dal Gran Magistero dell’Ordine Teutonico per Antonino Sala

Pubblico il gradito messaggio che mi è arrivato dal Gran Magistero dell’Ordine Teutonico, di cui sono Balivo di Sicilia, per il mio ultimo libro “L’Ordine Teutonico in Sicilia 1197 2019” edito dalla Fondazione Thule Cultura.

Egregio dott. Sala,

Sua Eccellenza (il Gran Maestro S.E. l’Abbate Mitrato P. Frank Bayard), ha con gioia ricevuto il testo che gli ha inviato, La ringrazia per le gentili parole e si congratula per la pubblicazione di un libro di grande importanza anche per l’intero Baliato. L’iniziativa di dedicare il Suo tempo alla ricerca sulla presenza dell’Ordine Teutonico in Sicilia e di riassumere in quest’opera i risultati delle Sue ricerche è certamente lodevole e il Gran Maestro è certo che l’Ordine non potrà che trarne beneficio. Con l’augurio di molto successo, La saluto cordialmente

Florian Weber

Persönlicher Referent und Zeremoniär des Hochmeisters

Premio “La Campana di Burgio” VII edizione 24 Agosto 2019. Ore 21 al Castello Normanno di Burgio

 

Il premio “La Campana di Burgio”, VII edizione 2019 in programma sabato 24 Agosto prossimo al Castello alle ore 21, sarà consegnato a VINCENZO MORGANTE, direttore di TV2000 e Radio InBlu le emittenti della Santa Sede, per la sua lunga carriera di giornalista libero, capace ed equilibrato, attento osservatore della realtà e portatore di una informazione indipendente, che lo ha visto contraddistinguersi anche per l’attenzione rivolta alla Storia, alla Tradizione e alle peculiarità artigianali, artistiche ed enogastronomiche della Sicilia più autentica e profonda.

Il Premio “La Campana di Burgio”, appuntamento oramai tradizionale di fine agosto, ha assunto un carattere nazionale ed internazionale per la qualificata presenza di diverse personalità del mondo della cultura ed è il riconoscimento a chi a vario titolo contribuisce, grazie alla propria opera e al proprio talento, a valorizzare e diffondere la storia, la cultura le peculiarità italiane in generale e siciliani in particolare.

I Premi Speciali stati assegnati a:

FAUSTO DE MICHELE docente di Lingua e Letteratura Italiana presso l’Università di Graz e di Letterature Comparate presso l’Università di Vienna responsabile per l‘aggiornamento degli insegnanti delle scuole superiori presso tutte le facoltà di pedagogia austriache. I suoi campi di studio e ricerca sono la letteratura europea moderna e contemporanea, con particolare attenzione a Pirandello, Kafka, Schnitzler, Unamuno, Joice e alla storia e le teorie del comico (da Till Eugenspiel e Gargantua alla Commedia dell’Arte e il romanzo umorista da Don Chisciotte a Milan Kundera). Autore di diverse importanti pubblicazioni su Pirandello ed altri. Dal 2011 membro permanente della giuria del “Premio Strega“.

KATIA FERRI MELZI D’ERIL, giornalista e scrittrice, insegna Comunicazione d’Impresa all’Università di degli studi di Pavia, autrice di venti pubblicazioni tra cui l’apprezzato romanzo “Viaggio con Leonardo. La vita del genio fiorentino raccontata dal suo nobile discepolo Francesco Melzi” che ripercorre la vita del Genio fiorentino, attraverso il ricordo di Giovanni Francesco Melzi, il nobile e raffinato umanista e miniaturista che lo accompagnò a Roma e poi in Francia alla Corte di Francesco I, raccogliendo i suoi scritti, per prepararli alla pubblicazione del “Trattato della Pittura”.

GERO TEDESCO caporedattore del Giornale di Sicilia della provincia di Agrigento e autore del docufilm ‘Quasi dodici, nessun colpevole’, la storia tragica del piccolo Pompeo di Stefano, di 11 anni di Favara, ucciso per errore in un attentato mafioso.

Nel corso della serata saranno consegnati i premi per le varie sezioni a:

CLAUDIO D’ANGELO, autore dell’interessante saggio storico “La storia dei siculi. Fin dalle loro origini” pubblicato da EBS Print.

ENZO DI NATALI, apprezzato scrittore di ispirazione cattolica, autore di diversi volumi su religione, bioetica e storia, fondatore e direttore dell’importante Rivista di Letteratura e Teologia “Oltre il Muro”. Ha pubblicato studi su diversi autori dei quali ricordiamo in particolar modo: Foscolo, Leopardi, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Montale e Sciascia. Per la teologia ha pubblicato approfondimenti su Teilhard de Chardin ed Edith Stein.

PIETRO MESSINA, stimato docente presso l’Università degli Studi di Palermo di Clinica Odontostomatologica presso il Corso di Laurea in Odontoiatria per la sua attività accademica.

GIROLAMO NICASTRO in arte Monic, per la sua apprezzata opera di pittore, capace di rappresentare in maniera originale la realtà che lo circonda.

ROBERTO PIPARO scrittore impegnato nel cinema e nel teatro, autore di alcune raccolte di poesia tra cui Come il vento e Sulle ali del Falco, coautore con Pippo Provenzano del romanzo “Due giorni come due anni” dal quale è stata tratta una opera teatrale.

PAI RIGGIO, apprezzato architetto ed esperto di restauro di monumenti storici tra cui i Giardini del Palazzo Reale di Palermo.

LORENZO REINA, artista impegnato ed ideatore del fascinoso e mistico teatro Andromeda che lui stesso ha realizzato su una Rocca dei Monti Sicani nel territorio Santo Stefano di Quisquina che lo vede protagonista di un opera senza tempo nel cuore delle Stelle.

GIUSEPPE SCACCIA, intellettuale attento e sensibile, autore del volume “Intenti” Fondazione Thule Cultura.

MARIA GRAZIA VERDE, autrice del volume autobiografico “Tra le fronde degli alberi. Storia di un paraganglioma” ricco di profonde riflessioni e raffinata poesia.

GIROLAMO VIRGADAMO, funzionario Rai, studioso di genealogia e storia familiare, autore del documentato Volume “Virgadamo”.

GAETANA VITANZA MAZZOTTA, dirigente scolastico in quiescenza, autrice dell’interessante racconto storico “La Zia D’America. Emancipazione e coraggio nella donna siciliana del 1880”, ma anche dei libri “Diritti negati, proibiti, traditi” e “Oltreoceano” pubblicato dalla Fondazione Thule Cultura di Palermo.

FERDINANDO TESTONI BLASCO DI SCIACCA, delegato per la Sicilia Orientale del Sovrano Militare Ordine di Malta di cui è Principe e Gran Maestro S.E. Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto e del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio di cui è Gran Maestro S.A.R. Don Pedro di Borbone Due Sicilie ed Orleans, per le lodevoli attività spirituali, culturali e caritative che sotto la sua guida i cavalieri e le dame svolgono con abnegazione secondo i principi della “Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum”, ovvero la difesa della fede e il servizio ai poveri e ai sofferenti.

Inoltre saranno assegnati i diplomi di merito agli studenti di Burgio che si sono distinti recentemente negli esami di maturità ottenendo il massimo punteggio.

Ed un riconoscimento andrà a CALOGERO CARRUBBA, GIUSEPPE SPINELLI, ANTONIO MICELI e NINO CAPONETTO, I “Cantori della Tradizione Popolare”, per aver rivitalizzato le antiche liriche del “Venerdì Santo” di Burgio.

Nel corso della serata porterà il saluto il regista Giuseppe Ferlito, Premio “La Campana di Burgio 2018”, che in queste settimane si trova in Sicilia per girare “Re minore” utilizzando proprio Burgio e i comuni limitrofi come location. La serata sarà allietata dall’apprezzato tenore Roberto Palminteri.

“La VII Edizione del Premio La Campana di Burgio 2019, dice il Presidente del Premio Antonino Sala, raduna anche quest’anno a Burgio storici, letterati ed artisti provenienti da diverse parti della Sicilia, dall’Italia e dall’estero, facendo si che l’evento continui ad assumere sempre di più una valenza sia locale che internazionale, nel segno della Tradizione e dell’Identità che sono i due elementi cardini attorno a cui fiorisce ogni autentica Civiltà.”

“Con questo premio continuiamo dare rilievo e ad incoraggiare le migliori intelligenze della provincia di Agrigento, della Sicilia e dell’Italia, dice il Presidente del Consiglio Comunale e Direttore del Premio, Vito Ferrantelli, lanciando così un segnale di speranza e di riscatto della nostra isola e con l’obiettivo di promuovere un processo di valorizzazione dei temi che attengono alla cultura, elemento fondamentale per lo sviluppo dei nostri territori.”

Ordine Teutonico: incontro con S.E. Mons. Antonino Raspanti, confratello Teutonico, Vescovo di Acireale e Vicepresidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana)

Lunedì 22 luglio 2019. Acireale. Una delegazione dell’Ordine Teutonico, (di cui sono Balivo di Sicilia), ha incontrato S.E. Mons. Antonino Raspanti, confratello Teutonico, Vescovo di Acireale e Vicepresidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), al quale sono state condivise le prossime iniziative spirituali, culturali ed assistenziali dell’Ordine in Sicilia. E’ stato un momento importante che ci ha vicendevolmente arricchito. Ringraziamo S.E. Raspanti sia per la disponibilità che per il gradito invito a partecipare alle prossime funzioni religiose della sua diocesi. La delegazione era composta da: Clodomiro Tavani (Commendatore di Santa Venera al Pozzo), Giovanni Condello ( Cancelliere del Baliato di Santa Maria degli Alemanni), Antonino Sebastiano Ponzio ( Cancelliere di Santa Venera al Pozzo), Tommaso Romano (editore del libro “L’Ordine Teutonico in Sicilia 1197 – 2019, ed. Thule che è stato donato a S.E.), Salvatore Saglimbene, Don Vincenzo Castiglione (assistente spirituale della Commenda di Santa Venera al Pozzo).

Milazzismo e Pentaleghismo: considerazioni e analogie di due esperimenti controversi

A distanza di 61 anni dal primo governo di Silvio Milazzo (nella foto accanto) della Regione Siciliana, che vide assieme esponenti della Democrazia Cristiana, del Movimento Sociale Italiano e del Partito Comunista Italiano che inaugurò la stagione nell’isola dell’amministrazione della destra e della sinistra insieme, cogliamo significative analogie su quanto è avvenuto il 1º giugno 2018 con la nascita del Governo Conte pentaleghista, in cui due forze opposte, Movimento 5 stelle e Lega, si sono consociate nel formare una maggioranza numerica in nome del “cambiamento” e “dell’andare oltre” formula peraltro inventata da Pino Rauti.
Questa esperienza politica, seppur ha messo in atto alcune simboliche realizzazioni di cui però temo rimarrà poco, negli ultimi tempi sta dimostrando tutte le discrasie culturali tra linee politiche opposte, che difficilmente potranno conciliarsi.
La formula “né destra né sinistra” non convince e non resisterà ai marosi della politica, perché l’impostazione ideale tra le due visioni è molto diversa, così come gli orizzonti a cui guardano sono totalmente opposti. Basta esaminare il voto per l’elezione di Ursula Von der Leyen come presidente della Commissione europea, la Lega di Salvini coerentemente con quanto affermato in campagna elettorale ha votato contro, il Movimento 5 Stelle a favore, permettendo alla candidata della Germania e della Francia per sole 9 preferenze di passare alla prova dell’Aula.
Il Movimento 5 stelle è già saltato sul carro del centrosinistra europeo a guida franco-tedesca nonostante gli incontri con movimenti contestatari come quello dei “Gilet gialli” d’oltralpe. E’ bastato poco a convincerli, solo qualche accenno nel discorso della neo Presidente ai temi tipici dei pentastellati quali per esempio: un ambientalismo immaginario poco concreto e un utopistico salario minimo, senza però accennare a come realizzarlo sia ad Atene che a Berlino, viste le macro differenze delle due economie.
Questo testimonia quale sia l’atteggiamento culturale di un movimento nato nella contestazione e finito nell’approvazione dei passati e presenti assetti di potere europei, che vanno dal Partito Popolare Europeo, in cui militano Berlusconi e Orban, al Partito Socialdemocratico in cui sono parte attiva gli esponenti del Partito Democratico tanto osteggiati da Grillo e dai suoi accoliti.
Saltano agli occhi per questo le analogie storiche con esperimenti simili come il “Milazzismo” siciliano, che l’unico risultato concreto che ci ha lasciato, oltre ad alcune simboliche realizzazioni di cui pochi hanno memoria, è stato lo spostamento a sinistra prima dei governi siciliani, poi di quelli nazionali ed infine della società in generale.
Era il 30 ottobre 1958 quando Silvio Milazzo, deputato regionale della Democrazia Cristiana viene eletto presidente della Regione siciliana con i voti, all’Assemblea regionale siciliana, di comunisti, socialisti, monarchici e missini, contro il candidato ufficiale del suo partito, indicato dai vertici nazionali della DC, allora guidata da Amintore Fanfani ideatore del centrosinistra. Il 31 ottobre Milazzo costituì una giunta formata dalle forze politiche che lo avevano eletto, compresi PCI e MSI. Vice presidente fu Paolo D’Antoni, deputato del gruppo PCI, e assessori missini furono Dino Grammatico alla strategica Agricoltura ed Ettore Mangano all’Industria e commercio. A sostenere l’accordo l’allora segretario regionale comunista Emanuele Macaluso e il capogruppo del MSI Nino Buttafuoco.
Milazzo, esponente dell’autonomismo più esteso, era in contrasto con l’indirizzo fortemente accentratore impresso all’organizzazione della DC da Fanfani, allora anche presidente del Consiglio, mentre la posizione del presidente della Repubblica Gronchi sembrava di maggiore sostegno all’esperimento autonomista.
Silvio Milazzo era nato a Caltagirone, la città di Don Luigi Sturzo, il 4 settembre 1903. Imprenditore agricolo, era figlio di Mario Milazzo sindaco di Caltagirone e della duchessina Brigida Crescimanno d’Albafiorita appartenente a una delle famiglie più antiche dell’aristocrazia isolana. Fu direttore della Cassa San Giacomo di Caltagirone, commissario del consorzio agrario catanese e segretario provinciale della DC di Catania. Eletto all’Assemblea Regionale Siciliana nella I (1947-1951), II (1951-1955) e III (1955-1959) legislatura con la Democrazia Cristiana.
Il suo primo governo nacque “in nome dei superiori interessi dei siciliani”, dissero il segretario regionale del PCI Emanuele Macaluso (che aveva avuto il via libera da Palmiro Togliatti) e il capogruppo all’ARS del MSI Dino Grammatico, con il consenso di Giorgio Almirante (insieme nella foto).
Silvio Milazzo fu subito espulso dalla DC, dando poi vita con un gruppo di deputati regionali ad un nuovo partito politico, l’Unione Siciliana Cristiano Sociale (USCS), che ottenne 10 deputati all’ARS nelle elezioni regionali del giugno 1959. Successivamente Grammatico nelle sue memorie definì quella prima fase del Milazzismo come una “Rivolta siciliana”, che non avrebbe più avuto nella seconda fase del Milazzismo nessun seguito.
In quel periodo l’Italia era governata dalla Democrazia Cristiana, al cui interno coesistevano diverse anime culturali: dalla conservatrice che preferiva l’accordo con i liberali, i monarchi e i missini; alla progressista che prediligeva un accordo di centrosinistra con socialisti e socialdemocratici.
Il 20 maggio 1957 era nato il governo monocolore DC guidato da Adone Zoli, con l’appoggio esterno del: Movimento Sociale Italiano, Partito Socialdemocratico Italiano, Partito Liberale Italiano, Partito Nazionale Monarchico, Partito Monarchico Popolare, Partito Repubblicano Italiano e Südtiroler Volkspartei, certamente di orientamento conservatore, che però durò 408 giorni, ovvero 1 anno, 1 mese e 12 giorni, terminando la sua esperienza il 2 luglio 1958, venendo sostituito da un nuovo governo, formato da DC e PSDI guidato da Amintore Fanfani, ideatore dello spostamento a sinistra dell’Italia. Fanfani era stato fascista, come tanti italiani, docente alla Scuola di mistica fascista, autore di articoli per la sua rivista Dottrina fascista, e pubblicando inoltre articoli sulla rivista La Difesa della Razza di Telesio Interlandi, ma in tempi di Repubblica diventò l’artefice e il teorizzatore del centrosinistra e fortemente ostile al Governo Milazzo.
Tant’è che l’ostilità all’operazione Milazzo di Fanfani si risolse con l’espulsione del Presidente della Regione dalla Democrazia Cristiana insieme agli altri deputati dissidenti. Amintore Fanfani comunque dovette affrontare pochi giorni dopo le opposizioni di Giuseppe Pella sulla linea economica, di Guido Gonella sulla gestione della crisi siciliana, di Mario Scelba contrario all’apertura a sinistra e di Giulio Andreotti a favore di governi monocolore.
Il suo governo durò ancora meno del precedente appena 229 giorni, ovvero 7 mesi e 14 giorni, finendo il 16 febbraio 1959, ma bastevoli a vedere rovesciare le sorti del primo Governo Milazzo che si concluse il 12 agosto 1959 con la nascita della seconda giunta a seguito delle elezioni regionali che vide estromettere gli esponenti del Movimento Sociale Italiano dalla guida della Regione Siciliana. Questo secondo governo ebbe allora il sostegno delle sinistre, dei monarchici, e dei vertici di Sicindustria, allora guidata da Domenico La Cavera, che già aveva rotto con Confindustria. Gli ideologi in quella fase furono Ludovico Corrao ed il deputato nazionale Francesco Pignatone.
Si chiuse così l’esperienza del MSI al governo con il PC sotto la guida di un DC e si aprì definitivamente la strade del centrosinistra in Sicilia con i Governi di Salvatore Corallo e dopo di Giuseppe D’Angelo che portarono alla ridefinizione del quadro politico nazionale, nonostante i tentativi dei Governi di Antonio Segni e di Fernando Tambroni nel 1960 appoggiati da missini e monarchici.
Bisognerà attendere il 1994 e 34 anni di centrosinistra, più o meno organico, per rivedere in Italia un governo di centrodestra, almeno nel nome, quello di Silvio Berlusconi, sostenuto dagli eredi del Movimento Sociale Italiano poi Alleanza Nazionale, da quelli del Partito Liberale, da ex socialisti, da ex democristiani, alcuni confluiti in Forza Italia il partito fondato dal presidente Consiglio, in alleanza tattica al Nord con la Lega di Umberto Bossi.
Questo ragionamento per evidenziare come esperimenti impossibili, di fusione a freddo di diversissime e spesso contrapposte visioni culturali, anche se in apparenza sembrano portare buoni frutti, con l’esplodere delle contraddizioni interne, poi di fatto rischiano di portare, come in passato, l’Italia tra le fauci di una più attrezzata sinistra, che piaccia o meno, ha radici profonde, e per questo non bisogna sottovalutarle o ignorarle.
Difficile risulta conciliare statalismo e libera impresa, centralismo e regionalismo, diritto alla proprietà ed espropri proletari, lavoro e assistenzialismo parassitario, sicurezza e buonismo.
Se andiamo poi alle realizzazioni del II e III governo Milazzo troviamo, seguendo la linea indicata dall’onorevole missino Dino Grammatico protagonista del suo primo governo che asserì esistette una cesura forte tra la prima esperienza e le successive, solo manovre ad essere gentili di carattere stataliste ed assistenzialiste, in quanto grazie alla nuova impostazione si aprirono la porta agli interventi in economia della Regione Siciliana, che costituì tutta una serie di aziende a partecipazione pubblica che gestirono fondi enormi con poche effettive iniziative vantaggiose per la Sicilia. Pensiamo alla SOFIS (Società per il finanziamento dello sviluppo in Sicilia), dietro cui c’erano i nomi di alcuni personaggi come l’avvocato Vito Guarrasi, il futuro senatore DC Graziano Verzotto, l’ingegner Domenico La Cavera, in quegli anni presidente degli industriali siciliani, il professor Francesco Pignatone teorico del Milazzismo, l’avvocato Francesco Morgante (socio di minoranza della società Italkali, l’azienda partecipata ancora oggi dalla Regione, che gestisce l’estrazione e la commercializzazione dei sali minerali della Sicilia).
La Sofis, attraverso i cosiddetti crediti partecipati, acquisiva quote ed azioni di società nate già fuori da logiche di mercato. Si trattava, in particolare, di aziende in difficoltà economiche, le quali venivano finanziate dalla stessa Sofis, che poi, invece di chiedere la restituzione delle somme prestate, acquisiva quote delle suddette società.
Nel 1967 la Sofis fu posta in liquidazione e le sue funzioni passarono all’Ente siciliano per la promozione industriale (ESPI), che intorno alla metà degli anni ’60, e quindi nell’epoca del centrosinistra controllava 24 società collegate o controllate, e fu uno dei quattro enti economici regionali istituiti insieme a: l’Ente minerario siciliano (EMS), Ente siciliano per la promozione industriale (ESPI appunto), l’Azasi e l’Ente di Sviluppo Agricolo (ESA). Quest’ultimo subentrò all’Eras, l’Ente per la riforma agraria siciliana, che già nel 1955 aveva 1192 addetti.
Nel 1996, dopo che negli anni i governi regionali di centrosinistra erano intervenuti per ripianare diverse volte le sofferenze, con denaro pubblico, il primo governo di centrodestra, guidato da Giuseppe Provenzano, approvò la legge per la liquidazione degli enti regionali. Nel 1999 fu nominato un commissario liquidatore, che a oggi sembra non avere ancora completato le dismissioni.
Su queste vicende è istruttivo e chiarificante leggere la relazione di minoranza alla Commissione Parlamentare antimafia dell’onorevole Beppe Niccolai, che Leonardo Sciascia definì in un intervista al Corriere della Sera “una cosa seria”, sia sulla questione Sofis, sia su personaggi come l’avvocato Vito Guarrasi, l’ingegnere Domenico La Cavera e il futuro senatore “fanfaniano” Graziano Verzotto. Scrive Niccolai: “La Sofis. Da chi è ideata? A che cosa serve? Chi è che viene nominato dal Presidente Milazzo, Segretario generale del piano quinquennale per la ricostruzione della Sicilia?
Vito Guarrasi: decreto 28 novembre 1958.
E che significa quella nomina se non la delega a trattare tutti gli affari economici e finanziari riguardanti la Sicilia?
Chi, se non Guarrasi, chiama Graziano Verzotto all’EMS?
Chi istituisce, se non Vito Guarrasi, la carica di direttore generale della So.Fi.S.?
E chi indica, come direttore generale della So.Fi.S., Vito Guarrasi? L’ingegner Domenico La Cavera.” Continua la relazione “Ma il «gioiello» del Guarrasi resta la legge 13 marzo 1959, n. 4, che istituisce il fondo di rotazione per le industrie minerarie presso il Banco di Sicilia, con una dotazione iniziale di 12 miliardi; fondo che prende in carico (articolo 5) tutti i debiti residui dei mutui già concessi dalla sezione di credito del Banco di Sicilia a norma di alcune leggi precedenti. Cioè si trasferiscono dal Banco di Sicilia alla Regione parecchi miliardi di crediti inesigibili”.
Da questa relazione emergono una serie di intrecci pericolosi tra poteri, ma si capisce che lo spostamento dell’asse politico e culturale del Governo Milazzo con la fuoriuscita del MSI comportò l’inizio della creazione di una serie di società pubbliche per l’intervento dello Stato Regione nell’economia generale di chiara ispirazione socialisteggiante, “fanfaniana” ed assistenziale, che si perpetuò fino ai giorni nostri.
Con la stessa logica “autonomista” periodicamente in Sicilia nascono formazioni e governi che si appoggiamo a maggioranze variabili, come quella del Governo di Raffaele Lombardo, votato dal popolo di centrodestra e finito con il sostegno d’aula del centrosinistra, che caso strano nomina l’ingegnere Domenico La Cavera suo consulente all’industria alla veneranda età di 94 anni, e che poi passa la presidenza ad un esponente del Partito Democratico, Rosario Crocetta. In Sicilia tutto torna e molti riemergono.
Oggi sono in atto gli stessi processi, un Governo “pentaleghista” nato sotto gli auspici del cambiamento, corre il rischio di tramutarsi, con la fuoriuscita, forzata o volontaria, della Lega di Matteo Salvini e con il soccorso di esponenti del progressismo parlamentare dal PD ad Articolo 1, in un governo pentastellato di estrema sinistra, ostile alla libera impresa, aperto a nuove statalizzazioni (il caso Alitalia è emblematico), incline ad un assistenzialismo a pioggia che addormenti le coscienze e non incentivi l’iniziativa privata, disponibile a sacrificare i ceti medi e produttivi sull’altare dell’egualitarismo senza equità. Tanto che il Pentaleghismo, come il Milazzismo, può diventare il grimaldello della sinistra, sconfitta nelle urne ma vincitrice nelle aule, come a Bruxelles in cui nonostante i numeri in calo il PD conquista la presidenza del Parlamento Europeo.
Ecco perché Salvini presto sarà costretto a decidere, pena la sua disfatta finale, se continuare la rischiosa convivenza con i 5 Stelle, sapendo di dover arretrare ogni giorno di più su questioni vitali per l’Italia per esempio come le grandi opere, o determinarsi a chiedere nuove elezioni al Capo dello Stato, ricomponendo però prima una coalizione più organica, capace di raccogliere l’ampio consenso che esiste tra la maggioranza silenziosa di centrodestra, spesso astenutasi ma che esiste e vuole essere ben rappresentata senza le ambiguità del passato remoto e prossimo, anche perché i nuovi “fanfaniani senza Fanfani”, gli “autonomisti senza autonomia”, “i cittadini senza città e civiltà” sono già alle porte e stanno bussando e qualcuno prima o poi aprirà.

Antonino Sala

Venerdì 31 maggio 2019 a Palermo Presentazione di “Irredimibile Sicilia? L’Isola ed il sogno infranto dell’autonomia speciale” di Fabrizio Fonte ed. Solfanelli

Venerdì 31 maggio 2019 a Palermo, alle 17.30 presso la sede della Fondazione Tricoli in via Terrasanta 82, parteciperò come relatore alla presentazione del libro “Irredimibile Sicilia? L’Isola ed il sogno infranto dell’autonomia speciale” di Fabrizio Fonte ed. Solfanelli. Vi aspetto insieme all’autore per parlare di Sicilia ed autonomia.

Antonino Sala

“L’Ordine Teutonico in Sicilia. 1197 – 2019” di Antonino Sala edito dalla Fondazione Thule Cultura.

L'immagine può contenere: testo Ieri al conveniat del Baliato dell’Ordine Teutonico di Santa Maria degli Alemanni – Sicilia, ho presentato il mio ultimo libro “L’Ordine Teutonico in Sicilia. 1197 – 2019”, edito dalla Fondazione Thule Cultura, che ho avuto il piacere di donare a tutti i confratelli presenti. Ringrazio l’editore ed amico prof. Tommaso Romano per la costante attenzione e il prof. Krjstian Toomaspoeg, docente di storia medievale dell’Università del Salento (Lecce) e membro del Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Ordine Teutonico nel Mediterraneo, per il suo importante saggio.

Antonino Sala

L'immagine può contenere: Nino Sala, con sorriso, persona seduta e spazio al chiuso

L'immagine può contenere: 3 persone, persone sedute e persone in piedi

Decreto di nomina come Balivo ad Interim di Santa Maria degli Alemanni – Sicilia di Antonino Sala

Cari amici, di seguito pubblico il decreto di nomina di Balivo del Baliato di Santa Maria degli Alemanni – Sicilia che il Gran Maestro P. Frank Bayard mi ha conferito il 17 gennaio 2019. Il Baliato di Santa Maria degli Alemanni, così come la Commenda di Santa Venera al Pozzo di cui è commendatore Clodomiro Tavani, sono le due istituzioni che rappresentano in Sicilia l’Ordine Teutonico, uno dei più antichi ordini della Cristianità di sub collazione pontificia (vedi Annuario Pontificio a pag. 1455), che in continuità con la sua storia fin dal 1197 è presente nell’isola con i suoi confratelli Familiari, dal 2009 organizzati come Commenda Autonoma e poi dal 2017 come Baliato.

Antonino Sala

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Cordoglio per la per la scomparsa improvvisa e drammatica dello stimato assessore regionale ai Beni Culturali della Regione Siciliana professore Sebastiano Tusa

L'immagine può contenere: 2 persone, tra cui Nino Sala, persone in piedi e spazio al chiuso

A nome del Baliato di Sicilia dell’Ordine Teutonico e mio personale, esprimo grande cordoglio per la scomparsa improvvisa e drammatica a seguito di un incidente aereo in Africa, dello stimato assessore regionale ai Beni Culturali della Regione Siciliana professore Sebastiano Tusa. Ricordiamo con sincera commozione che il 9 gennaio 2019 in occasione della visita a Palermo del nostro Gran Maestro l’Abate mitrato Frank Bayard, aveva partecipato alla Santa Messa e portato il saluto del governo regionale con in dono la medaglia del Presidente On. Nello Musumeci per lo stesso P. F. Bayard.
Alla sua famiglia vanno le nostre più sentite condoglianze unitamente all’impegno del ricordo del prof. Sebastiano Tusa nelle nostre preghiere. E’ certamente una grande perdita per la cultura e la Sicilia.
Il Balivo di Santa Maria degli Alemanni – Sicilia
Antonino Sala Fam.OT

L'immagine può contenere: 11 persone, tra cui Nino Sala e Tommaso Romano

Udienza da S.E. il sign. Cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo metropolita di Agrigento

Il 18 febbraio 2019 sono stato ricevuto in udienza al Palazzo Arcivescovile da S.E. il sign. Cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, nella veste di Balivo di Sicilia dell’Ordine Teutonico (uno dei più antichi Ordini della Cristianità 850 anni di ininterrotta storia) ed anche come Cancelliere della Real Compagnia Beata Maria Cristina di Savoia Regina delle Due Sicilie (sodalizio cristiano sotto forma associativa), al quale ho presentato le molteplici attività religiose, culturali, caritatevoli, che le due realtà svolgono con spirito Cristiano e delle quali si è molto complimentato. Lo ringrazio del tempo che mi ha dedicato e della fraterna cordialità con la quale mi ha accolto. Che la giornata di ieri sia foriera di sempre maggiori motivi di collaborazione.

Antonino Sala