Il modernismo è un eresia.

SanPio-X.jpgIl modernismo è e rimane un’eresia condannata dalla Chiesa e precisamente dall’enciclica “Pascendi Dominici gregis” con cui il papa San Pio X decretava che il modernismo è «sintesi di tutte le eresie». Il Modernismo è un ibrido amalgama di cattolicismo verbale con un reale razionalismo naturalistico, in base a tre falsi sistemi filosofici: 

1) Agnosticismo (dal Kantismo), che mette insieme soggettivismo, fenomenismo e relativismo, svalutando la cognizione razionale. 

2) Immanentismo, per cui la coscienza umana porta in sé virtualmente ogni verità, anche quella divina, che si sviluppa sotto lo stimolo del senso religioso (dalla dottrina di Kant e di Schleiermacher). 

3) Evoluzionismo radicale, per cui la vera realtà non è l’essere, ma il divenire dentro e fuori dell’uomo (da Hegel e più ancora da Bergson). 

Conseguenze d’indole religiosa: 

a) Impossibilità di dimostrare un Dio personale, distinto dal mondo. 

b) La religione e la rivelazione sono un prodotto naturale della nostra sub-coscienza e il dogma ne è l’espressione provvisoria, soggetta a perenne evoluzione. 

c) La Bibbia non è un libro divinamente ispirato e però dev’essere studiato criticamente come libro umano, soggetto ad errori. 

d) La scienza non ha nulla a che fare con la fede: il critico come tale può negare ciò che ammette come credente. 

e) La divinità di Cristo non si ricava dagli Evangeli, ma è frutto della coscienza cristiana. 

f) Il valore espiatorio e redentivo della morte di Cristo è opinione di S. Paolo. 

g) Cristo non ha istituito la Chiesa né il primato di Pietro, passato poi ai Romani Pontefici: la odierna organizzazione ecclesiastica è la risultante di umane contingenze e può mutarsi continuamente. 

h) I Sacramenti furono istituiti dagli Apostoli, che credevano così d’interpretare le istruzioni del Maestro. Questi Sacramenti servono soltanto a tener vivo negli uomini il pensiero della presenza del Creatore sempre benefica. 

i) Il dogmatismo rigido della Chiesa romana è inconciliabile con la vera scienza, che è legata all’ evoluzione universale e ne segue le sorti. 

S. Pio X conclude giustamente che il Modernismo, in forza di questi principi deleteri, conduce all’abolizione di ogni religione e quindi all’Ateismo. 

Assaltano la diligenza Italia, Telecom ed altre società, mentre il governo di Letta e Alfano sta a guardare

Mentre le multinazionali della finanza assaltano la diligenza Italia, Letta e Alfano, tra compagni e ruffiani del vero potere, stanno a guardare e con la scusa del libero mercato ci lasciano svaligiare. Come possiamo pensare di superare la crisi se le aziende strategiche italiane, dalle telecomunicazioni ai trasporti all’energia, cadranno una dopo l’altra in mano straniera? Il governicchio di larghe intese e piccole vedute, sta permettendo che i gioielli dell’Italia vengano assaltati da chi vuole mettere le mani sul nostro futuro e sul residuo di sovranità che ancora conserviamo. Infatti la perdita della proprietà della Rete fissa, di cui Telecom è monopolista naturale, significa cedere un pezzo  importante della nostra sovranità. Affidare al gioco del mercato la “sicurezza” dei nostri dati sensibili è rinunciare al controllo e alla difesa dei nostri confini e alla nostra indipendenza. E questo potrebbe essere solo il primo passo, se succedesse anche per l’energia potrebbe innescarsi un clamoroso effetto dipendenza dagli stati stranieri come era stato per l’Ucraina e la Russia. Non possiamo permettere che questo accada senza almeno alzare la nostra voce nel deserto che quasi tutte le forze politiche rappresentano.

Nino Sala

 

 

La posizione dell’On. Pres. Nello Musumeci sul governo senza maggioranza di Crocetta.

musumeci_400x210.jpg“Non so se si debba credere alla volontà del Pd di uscire dal governo. Crocetta farebbe bene a procedere a una verifica per sapere se c’è ancora una maggioranza tra chi lo ha voluto candidato pronta a sostenerlo. In caso contrario, avverta la responsabilità di venire in Aula e riferire al Parlamento”. Lo ha detto Nello Musumeci, capo dell’opposizione a Palazzo dei Normanni.

Adesso in Sicilia facciamo un “governo ombra” per fare luce su Crocetta!

images?q=tbn:ANd9GcT3_RAWPyhYRnhpnRmJyoSRB6SaQ990xk3ZAlMXzsGjJoWmN-KJCredo che l’intero  centrodestra siciliano, dopo il fallimento e l’annichilimento della maggioranza del Presidente Crocetta, ha il dovere di fare un “governo ombra”, a prescindere dalle sorti del “mollato dal PD”, per mettere in campo, come spesso abbiamo sollecitato a fare, una vera e concreta alternativa a questa pantomima, che vede il presidente della Sicilia, senza la forza politica più significativa, chiedere in perfetto gergo politicante “confronti”, “aperture al dialogo”, “senso di responsabilità” che nascondono il fallimento di un progetto politico, già bocciato ampiamente nelle urne, visto che la sua è sempre stata una minoranza elettorale. Almeno l’opposizione dia la chiara e netta sensazione ai siciliani di essere già pronta a sostituirlo con un programma alternativo valido, non lasciando a Saro da Gelo l’alibi della vittima, perchè la sua rivoluzione è e rimane, come tutte le altre, buona propaganda senza nessuna sostanza. Svoltiamo a destra…

Nino Sala

Chiediamo l’anagrafe degli stranieri a Burgio e in ogni comune italiano

Dopo l’uccisione avvenuta a Burgio del novantenne Liborio Italiano imbavagliato e derubato, persona onesta e per bene, a quanto sembra opera di due rumeni, per portargli via un televisore, chiedo al Sindaco e alla sua giunta, un atto formale che già in privato gli avevo sottoposto, cioè quello di redigere l’anagrafe completa di tutti i residenti stranieri nel comune, principalmente rumeni, con indicazioni precise su dove lavorano e su dove abitano e in quanti, e contestualmente trasmetterla alla stazione dei carabinieri e alla prefettura di Agrigento. Vogliamo dormire tranquilli e non avere paura della bestia che si nasconde tra di noi, così bisognerebbe fare in tutti i comuni italiani. Cari amici è arrivato il momento della tolleranza zero. Inoltre faccio il mio plauso ai carabinieri che tempestivamente hanno arrestato i presunti autori di questo atroce delitto, che speriamo la giustizia sappia  far pagare loro caro e amaro. Ai familiari porgo le più vive condoglianze per la perdita del loro caro congiunto.

Nino Sala

Il governo Crocetta? un epilogo scontato, ma l’opposizione faccia il suo dovere e presenti una mozione di sfiducia

UpkPfA5XLjjjUieb2n+PaDhe224PVawP2obwNOoMLrA=--.jpgL’epilogo del governo Crocetta mette in risalto due aspetti: il primo è il doppio fallimento del PD siciliano che decide di appoggiare Saro da Gela e poi perdendone il controllo lo scarica miseramente, il secondo è lo sfascio di un opposizione che se avesse seguito la nostra iniziativa sul “governo ombra” oggi si troverebbe una valida alternativa da mettere in campo contro la sinistra destrutturata e minoritaria al potere in Sicilia. A questo punto sarebbe giusto verso i propri elettori portare in aula una mozione di sfiducia formale, più che cercare compromessi indecenti, come qualcuno sembra cominci a fare. Meglio le elezioni che squallidi accordi di palazzo!

Nino Sala

Brunetta contro i precari della scuola.

Oggi da Lucia Annunziata, Brunetta ha buttato finalmente la maschera sui precari della pubblica amministrazione e su quelli della scuola criticando aspramente il ministro dell’economia Saccomanni che ha controfirmato il decreto di stabilizzazione. E’ veramente indecente sentire da un parlamentare della sua “statura” una critica così contro dei lavoratori indispensabili ed utili per il funzionamento degli uffici e della scuola. Berlusconi dovrebbe preoccuparsi, più che dei sui suoi problemi giudiziari di quelli politici, vista la levatura delle suoi accoliti deputati del PdL, che invece di trovare soluzioni per l’Italia pensano, in nome di un liberismo sfrenato e senza scrupoli, di buttare a mare centinaia di migliaia di lavoratori onesti.

Nino Sala

 

Dall’Inno a Roma al tributo a Vasco Rossi: la confusione di Fratelli d’Italia

220px-GiacomoPuccini.jpgHo appreso dal link al sito http://www.atreju.tv, inviatomi via email dall’ufficio organizzazione di Fratelli d’Italia, che durante questo meeting e precisamente il 12 settembre ci sarà un tributo band a Vasco Rossi. Tralasciando gli aspetti canori, va rilevato il fatto che non si capisce cosa possano rappresentare per l’ambito della destra i contenuti delle canzoni del cantautore di “Vita Spericolata”, in cui si inneggia palesemente all’alcool e ad un esistenza per dirla come lui “maleducata”.

Lo stesso, intervistato dal Corriere della Sera a proposito della sua 16esima uscita discografica in 33 anni di carriera, ha manifestato la sua indifferenza alla religione e ha rivendicato un orientamento laico alla vita, come peraltro già fatto in passato.

In particolare Vasco Rossi ha ribadito di essere pro-eutanasia: “Ho diritto di scegliere io quando porre fine a questa straordinaria esperienza”. Poi a proposito del testo Manifesto fu-turista della nuova umanità, tra le dodici tracce di Vivere o Niente, spiega che si tratta del “manifesto dell’uomo di oggi che non crede più nelle verità eterne perché la scienza dimostra che non lo sono, anzi che valgono solo fino a prova contraria”. E poi rincara la dose: “Ho rispetto per chi ha fede, ma è un’illusione pensare che esista un creatore e che la vita sia un dono”.

quinto_orazio_flacco.jpgCosì in risposta a queste esternazioni, mons. Odo Fusi Pecci, vescovo di Senigallia, ha affermato che “certe affermazioni sono frutto del relativismo, in parte eretiche e sicuramente strumento di Satana che vuole allontanarci da Dio con ogni mezzo, anche il più insidioso”.

E mons. Ennio Appignanesi  ha parlato, invece, di “delirio” e “pazzia”, perché “la vita non é un caso, non é nata per un capriccio, costui non sa neppure di filosofia”. “Avrà una buona voce, ma la sua ignoranza in tema di filosofia e di teologia é abissale e purtroppo questi cattivi maestri, per spirito di emulazione, contagiano i giovani”.

La confusione e tale e tanta negli esponenti di Fratelli d’Italia, soprattutto tra i provenienti dall’MSI o da AN, da passare, con assoluta e disarmante indifferenza, dall’aver cantato spesso e volentieri l’Inno a Roma di Giacomo Puccini, a “Coca Cola” di Vasco, canzone con chiari ed evidenti riferimenti comportamentali.

E’ questo il modello culturale che Meloni, La Russa ed altri  vogliono per le nuove generazioni? Non si capisce…


49801530.jpgDal canto mio penso che la deriva nichilista di questa pseudo destra, incapace di orientarsi nella modernità, sia il vero problema che ha fatto si che essa sia finita a cantare inni atei e a non rappresentare più l’anima profonda del popolo Italiano, quella della Tradizione, l’unica vera bussola per la salvezza ed autentico veicolo della fede Cristiana attraverso i secoli.

 

Nino Sala

Premio letterario ” La Campana di Burgio” I Edizione 25 Agosto 2013

CCI21082013_00001.JPGDomenica 25 agosto 2013 alle ore 21 presso l’antico Castello arabo normanno si terrà la prima edizione del premio letterario “La campana di Burgio” organizzato nell’ambito delle manifestazioni estive dal Comune di Burgio, presieduto dal sindaco prof. Vito Ferrantelli e come presidente della giuria dal Ing. Nino Sala.

Il premio è articolato in tre sezioni: una di “Storia”, dedicata alla figura del prof. Giuseppe Vaccaro, il letterato che pubblicò la prima opera sull’origine del paese “Notizie su Burgio”; una di “Poesia e opere in lingua Siciliana”, dedicata alla figura del Prof. Alfonso Vasile, autore di opere in lingua Siciliana come la traduzione della Batracomiomachia di Giacomo Leopardi, “La Guerra tra li Surci e li Giurani”; una di “Letteratura italiana”, dedicata al letterato Pascol Colletti autore di diverse opere in lingua italiana.

Saranno premiati diversi esponenti importanti della cultura siciliana.

Per la Storia: Paolo Sanzeri, Raimondo Lentini, Antonino Marchese, Salvatore Salvaggio, Michele Vaccaro, Tommaso Romano.

Per la Letteratura italiana: Maria Patrizia Allotta, Vito Mauro, Nino Agnello, Giuseppe Bagnasco, Totò Castelli, Enzo Minio.

Per Poesia e opere in lingua Siciliana: Giuseppe Campo, Biagia Sanfilippo, Paolo Pendola, Caterina Geraci, Maria Cusumano, Giuseppe Sanfilippo, Rita Elia.

Il premio speciale “concittadino benemerito della cultura” andrà al giornalista professionista Lillo Miceli.

 

Ci sarà inoltre la consegna di una targa a don Fabrizio Zambuto arciprete di Burgio in ricordo del giovane concittadino Alessio Spitaleri  prematuramente e tragicamente scomparso il 30 maggio 2013, che si vuole ricordare per i valori che seppe vivere nell’amicizia e nella solidarietà. 

Al termine ci sarà un momento di intrattenimento canoro con la partecipazione del soprano “Noemi”.

Siete invitati a partecipare.

Intervista sulla destra di Nino Sala a Silvano Moffa

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Silvano Moffa è un esponente storico ed importante della destra italiana, ha ricoperto diversi ruoli politici tra cui Sindaco di Colleferro, presidente della Provincia di Roma, deputato al Parlamento nazionale, sottosegretario alle Infrastrutture nel 2004 ed in ultimo capogruppo di Popolo e Territorio. E’ fondatore e presidente di Azione Popolare ed è iscritto al Partito Tradizional Popolare.

 N.S. L’esperienza di Alleanza Nazionale è stata un fallimento finendo per essere annullata, destrutturata e “nientificata” sia sul piano della rappresentanza parlamentare ma quel che è peggio sul piano culturale e politico, perché?

 S.M. Alleanza Nazionale aveva rappresentato una novità nel panorama politico italiano, una volta esauritasi l’esperienza del MSI. La scelta di confluire nel Pdl, pensando che quella fosse la strada maestra per realizzare il bipartitismo in Italia, e’ stato un errore. AN avrebbe dovuto mantenere la sua autonomia, convergere in una alleanza di centrodestra, ovviamente, ma coltivare l’ambizione di essere un valore aggiunto dell’alleanza. Con la sua cultura, la sua identità, i suoi valori. Invece, si è lasciata annettere. Così si è fatta svuotare ed emarginare. Tutto questo e’ apparso ancor più evidente con l’ascesa al governo. È qui che  la Destra ha perso peso e rilievo. Non è riuscita ad imporre nulla che in qualche modo la rendesse visibile e percepibile agli occhi degli italiani, e, in particolare, del suo elettorato. Ha lasciato che fosse Berlusconi l’interprete più genuino di un modo di essere di una destra più di immagine che di sostanza. In questo annullarsi e destrutturarsi, come tu dici, vedo i prodromi del fallimento e dell’annientamento di una rappresentanza parlamentare della Destra come progetto organico ed unitario. Non c’è dubbio che una delle cause di questa sconfitta vada cercata nella frattura tra cultura e politica; nella ambizione di un ceto politico che, in molti casi, si è lasciato abbagliare e fagocitare dal potere, peraltro mostrando scarsa dimestichezza nel suo esercizio; nella perdita di identità complessiva; nella scarsa attitudine ad elaborare un progetto alto per una società in crisi di valori e di idee, alle prese con le ricadute negative della globalizzazione e succube dei poteri finanziari.

 N.S. C’è ancora lo spazio e la volontà per costruire una vera destra oggi e tra chi, visto che tra le molteplici formazioni che si richiamano alla stessa area sembra esserci solo una rivalità idiota che ha causato e continua a causare solo danni ed equivoci?

 S.M. Se non si ha il coraggio e l’onesta’ di una seria e profonda autocritica non si va da nessuna parte. È da qui che bisogna ripartire. Acquisire consapevolezza su questo terreno rappresenta,  a mio avviso, un buon viatico per chi davvero voglia ridare anima e ruolo ad una Destra politica in Italia. Sapendo, ecco un punto dirimente, che quel che è stato non c’è più e non può ritornare. Chi pensa ad una riedizione di An ho l’impressione che coltivi una illusione. Occorre ,invece, una profonda opera di ri-generazione e di reingegnerizzazione; una immersione analitica nei fattori sociali, antropologici, ambientali,  economici, etici per fissare un nuovo inventario di valori su cui basare un Progetto per l’Italia; una coraggiosa declinazione dei nuovi fattori di conflitto che la Grande crisi  sta enucleando. La crisi della finanza porta con se’ la crisi di un modello di capitalismo, determina nuove e più radicali diseguaglianze, un impoverimento generale, la scomparsa del ceto medio. Sono tutti elementi che richiedono una nuova chiave interpretativa, un approccio diverso, categorie di pensiero “altre” rispetto alle teorie classiche. Qui la Destra, proprio in ragione della sua cultura di provenienza, potrebbe dare il meglio di se’. Purtroppo, tranne poche eccezioni, vedo riaffiorare nell’area cui ti riferisci, vecchi egoismi, presunzioni, autoreferenzialita’, piccinerie che non aiutano. Anzi, sono di ostacolo alla costruzione del Nuovo. Ci vorrebbe una Costituente delle idee e un codice di stile e comportamento valido per tutti. E tanta, tanta umiltà”.

 N.S. Io credo che senza una buona cultura non sia possibile una buona politica, e allora non pensa che bisogna rimettersi a studiare per elaborare, messi da parte antipatie e rivalità, un autentico pensiero di destra ed un unico soggetto politico in cui ci si possa rivedere e rincontrare aldilà delle questioni personali? E che posizionamento dovrebbe avere rispetto a questioni nodali come l’Europa, la moneta e il lavoro, questo nuovo soggetto politico?

 S.M. La risposta credo di averla già data in precedenza. Comunque, ribadisco: senza una solida base culturale non si elabora politica. Di più. Senza cultura non ci può essere Progetto. E senza progetto non si può chiedere rappresentanza, a nessun livello. Mi riferisco ad un Progetto per l’Italia e ad un Progetto per l’Europa. Il pensiero unico dominante chiede “più Europa” per superare la crisi.  Dovremmo, invece,  chiedere e combattere per una Europa diversa dall’attuale; una Europa politica e non tecnocratica; una Europa che restituisca spazi di sovranità agli Stati che ne fanno parte; che ridisegni la sua struttura  e conferisca poteri effettivi al Parlamento europeo; una Europa che affronti decisamente il problema dell’euro e che non sia eterodiretta dalla Germania.

 N.S. A proposito cosa pensa dell’Europa, dell’Euro e dei meccanismi che negli anni ci hanno rubato la nostra sovranità?  E’ possibile recuperala e come?

 S.M. Ci sono studiosi ed economisti che, finalmente, stanno sviluppando analisi e idee diverse rispetto al pensiero unico che ha devastato coscienze e messo in crisi gli Stati sovrani. È interessante leggere le proposte di Galbraith o le tesi di Amoroso o di Jespersen che hanno studiato le ragioni dell’attuale disastro economico  e propongono una forma negoziata di evoluzione del progetto monetario. Che porterebbe alla nascita di due zone distinte: l’area del Nord e quella del Sud Europa, che costituirebbero un duplice polo di riferimento per la cooperazione dentro aree omogenee e il rilancio di politiche di collaborazione verso aree esterne come la Russia, l’Estremo Oriente e i Paesi mediterranei. Un doppio euro restituirebbe ruolo e funzione trainante anche al nostro Paese. Non dimentichiamo che la nostra collocazione geografica e’ un fattore di vantaggio per politiche attive e propulsive nel campo geoeconomico.

 N.S. E’ arrivato il momento di ripensare il nostro modello di sviluppo economico, che soffoca le identità e le tradizioni locali, in ossequio alla modernità e quale potrebbe essere quello nuovo? Si troverà il coraggio per una reazione salvifica?

 S.M. Avremmo dovuto da tempo avviare un dibattito serio sul modello di sviluppo. L’occasione i partiti l’hanno avuta soprattutto nel periodo del governo Monti. Più volte, in Parlamento, ho cercato di stimolare il confronto su questi temi. Ma, dal Pd al Pdl, tutti hanno fatto orecchie da mercanti. Eppure, la consapevolezza che da questa crisi usciremo diversi da come eravamo non manca. Si tratta, allora, di individuare i lineamenti della nostra nuova configurazione competitiva; gli ambiti, i settori sui quali puntare decisamente per trainare l’economia, per recuperare ricchezza e capacità espansiva. A mio parere , bisogna puntare su alcune risorse: turismo, beni culturali, ambiente, eccellenze tecnologiche, logistica integrata, formazione. Una volta eravamo famosi per il Made in Italy. Bene, bisogna ripartire da li’. Dove c’è creatività c’è spazio per la nostra impresa, per gli artigiani, per i giovani che hanno dimestichezza con l’informatica e le nuove tecnologie. Noi siamo insuperabili, quando giochiamo nel campo della qualità. Non è un caso che sforniamo ancora, nonostante i ritardi delle nostre Università, cervelli che fuggono all’estero perché ,qui da noi, si investe poco  nella ricerca. Ecco, la ricerca deve tornare ad essere finanziata con investimenti adeguati. Perché non premiare fiscalmente chi investe in ricerca applicata nel nostro Paese? A che cosa servono l’Enea, il CNR e altri importanti istituti, se poi lo Stato non li mette in condizione di funzionare? Altri Paesi dedicano a questo settore risorse consistenti raccogliendo risultati enormi. Si pensi ai cambiamenti che stanno determinando le nanotecnologie, le missioni spaziali nel campo della medicina. Ormai la gran parte delle nuove applicazioni tecnologiche, parlo delle più  avanzate, provengono dalla ricerca spaziale. E qui l’Italia partecipa al bilancio dell’Esa  collocandosi al terzo posto, dopo Germania e Francia. Non è poco. Il Vega, il lanciatore leggero di ultima generazione, e’ un prodotto italiano. Una eccellenza di cui non si ha sufficiente consapevolezza. Questo e’ un limite che va rimosso. Insomma, il nuovo modello di sviluppo si delinea partendo da questi punti di forza.

 N.S. Come si esce da questa crisi? Marchionne dice che in Italia non ci sono le condizioni per produrre, cosa ne pensa? quali dovrebbero essere le soluzioni?

 S.M. Ha ragione Marchionne. Il problema non è solo quello di una burocrazia pervasiva che soffoca le imprese e di un livello di tassazione che non ha eguali nel mondo occidentale. Il problema riguarda anche la politica del lavoro, nel suo insieme. Ci sono regole ormai superate che configgono con i nuovi modelli lavorativi. Siamo nel post-fordismo, in un’epoca che, con qualche enfasi di troppo, alcuni definiscono post-moderna, e usiamo ancora meccanismi giuridici e formule del periodo in cui l’automazione non era ancora entrata nelle fabbriche, sostituendo l’uomo con la macchina. Abbiamo bisogno di ridefinire il nostro sistema sociale, il welfare; di coniugare in termini diversi il dato sociale , quello inerente la formazione e il sostegno alle categorie più deboli; di imprimere una accelerazione nella configurazione delle nuove tutele rispetto al cambiamento del modello lavorativo e, nello stesso tempo, di mettere in discussione contenuti e qualità della rappresentanza sindacale nei posti di lavoro. Lo Statuto del lavoro va profondamente riformato. Qualcosa si era iniziato a fare nel corso del governo Berlusconi, con il libro Bianco di Sacconi, ma poi tutto si è bloccato.

 N.S. Autarchia, Globalizzazione o decrescita felice?

 S.M. Dalla globalizzazione non si sfugge. Semmai bisognerà capire quali saranno i termini nuovi in cui essa si porrà, una volta superata la Grande Crisi. In questo senso, parlare di decrescita felice fa’ un certo effetto. Sarebbe la prima volta, nella storia dell’ umanità che il progresso si arresta, che si torna indietro, invece di andare avanti. Ora, che le condizioni di benessere e di ricchezza siano state fortemente segnate dalla Crisi non c’è dubbio. Sono aumentate le diseguaglianze. E questo e’ un tema che la Destra dovrebbe far proprio. Non nel nome di un ingannevole egualitarismo, ma perché non si sfugge al tema di una ridistribuzione della ricchezza, una volta scomparso il ceto medio e impoverite le famiglie e le imprese.

 N.S. Infine, in futuro, speriamo vicino, ci sarà un’Altra Destra al servizio dell’uomo e dell’Italia, senza nostalgismi, primazie, pregiudizi, albagie, orgogli di parte o discriminatori, dettati dall’interesse personale, purificata da errori madornali, inesattezze ed incompressibili posizioni sul piano dottrinale che né hanno determinato la marginalizzazione, tornata a quella intransigenza valoriale e se permette a quella diversità etica che ci contraddistingueva dalla moltitudine  di boiardi di stato che popolano da sempre la foresta del potere? Vede qualche leader in lontananza?

 S.M. È quel che spero. Per riuscire nell’impresa non lasciamoci ingannare ,però, dalle scorciatoie. C’è molto da costruire per ridare senso alla Politica e anima alla Destra. Costruire in ogni campo. Le  classi dirigenti? Bisogna formale. C’è sete di formazione politica, amministrativa, tecnica nel nostro Paese. Investire in questo ambito richiede coraggio, spirito dedizione. Non basta più un leader, per quanto telegenico e affascinante, a risollevare la Politica, ricreando quel circuito partecipativo e produttivo di idee di cui abbiamo parlato prima. Attrezziamoci ad attraversare nuovamente il deserto. Questo  non significa affatto estraniarsi  dagli appuntamenti elettorali.  Intendo soltanto dire che pecca di vista corta chi punta gli occhi soltanto sul prossimo appuntamento elettorale immaginando un riscatto immediato. Certo, può anche accadere che qualche spazio si apra per le sorti individuali di qualcuno. Ma non è certo questo sufficiente per dire che la Destra è tornata ad essere protagonista e decisiva per i destini del Paese. Cominciamo dal rimettere in cammino una Comunità frastornata e spaesata. Facciamolo bene e subito. Le soddisfazioni non mancheranno.

 N.S. Grazie e a presto.

La mia valutazione sul caso Berlusconi: senza una buona Cultura non esiste una buona Politica

images?q=tbn:ANd9GcRILVjGhYI6wldX3zA9Dugs2LpHTmVEsPrG_PEwGngz6Mvi5n9cYQLa sentenza sul caso Berlusconi, su cui non ho le competenze giuridiche e la conoscenza diretta dei fatti per esprimere un opinione compiuta, mi induce a fare una considerazione: Silvio Berlusconi decadrà dalla carica di parlamentare, grazie ad una legge promossa dal governo tecnico di Mario Monti e votata dal suo stesso partito, il Pdl.

Tutto ciò è paradossale, ma fino ad un certo punto, che il presidente Berlusconi cada vittima per effetto delle stesse leggi che il suo partito ha votato grazie alla connivenza con il Pd e l’Udc che avevano ed hanno un solo obbiettivo: farlo fuori. Questo testimonia senza ombra di dubbio, che la classe politica nominata in Parlamento dallo stesso Berlusconi era ed è inadeguata: credendosi i più furbi si sono rivelati i più inacapaci sotto tutti gli aspetti. Non si banchetta allegramente con i propri carnefici standoci insieme al governo! Ma principalmente il Pdl non era e non è il punto di riferimento della destra italiana, che Berlusconi per primo ha snaturato rendendola serva dei suoi desiderata.

Per ricostruire l’Italia bisogna prima ricostruire una vera destra che attualmente non esiste, liberando gli italiani dell’incubo di dover di nuovo essere costretti a votare personaggi inetti, graziati da qualche capocorrente, come accadeva prima in An poi nel Pdl e adesso anche in altre minuscole realtà, che esistono politicamente solo perché c’è un signore che abita ad Arcore, che a torto o a ragione catalizza su di se molti consensi. E nonostante ciò la coalizione del centrodestra ha perso tantissimo senza mai essere capaci di una autentica autocritica e senza capire che ci sono persone le quali non trovano un adeguata rappresentanza di idee e valori tradizionali di cui proprio ora c’è un estremo bisogno.

Caro Silvio, non bastano i consensi elettorali per cambiare un paese, ci vuole una buona Cultura per avere una buona Politica.

Nino Sala  

 

                              

L’opposizione sia consequenziale! Sfiduciate Crocetta

L’opposizione a Crocetta, Pdl Pid-Grande Sud, Partito dei siciliani e Lista Musumeci che stamani in conferenza stampa si è ritrovata unita al Movimento 5 stelle, nella critica a Crocetta e al suo governo sia consequenziale e presenti subito la mozione di sfiducia così vedremo se questa amministrazione ha o non ha i numeri per governare la Sicilia senza le ambiguità e/o i tentennamenti che gli stessi esponenti della minoranza hanno denunciato. I siciliani non hanno bisogno di pungoli ma di fatti concreti! Cancelleri del 5 Stelle sia lui stesso, visto che sono i primi a sbandierare il loro non attaccamento alle poltrone, il primo firmatario della mozione antiSaro, dopo oggi sarebbe il minimo…

Nino Sala segretario del PtP

Crocetta: l’ennesima marcia indietro

Anche sull’aumento dell’Irpef Crocetta, presidente della regione siciliana, ha fatto l’ennesima marcia indietro, testimonianza del fatto che è tutto un continuo annunciare iniziative prive di effettivo fondamento e sostegno. Ma la cosa che ci fa riflettere ancora di più è l’assenza di un opposizione coesa, seria e compatta di centrodestra che sappia mettere in evidenza le contraddizioni di un presidente che è minoranza fuori e dentro il parlamento.

Nino Sala


Altra Destra

Perché Altra Destra? a questa domanda semplice occorre dare una risposta complessa.

Ritengo che la destra non sia solo un luogo fisico – politico o una collocazione né migliore né peggiore delle altre dove cercare poltrone e soddisfare il proprio egostimo e il proprio egoismo tipici di chi in questi anni è stato in prima linea nei talk show a rappresentare le idee del padrone di turno, spesso acriticamente in spregio ai militanti che intanto per strada avevano combattuto contro l’affermarsi di una sinistra egemone e di una rivoluzione inesorabilmente dilagante.

Ma al contrario essa è una regione dello spirito che custodisce i valori della Fede, della Tradizione e della autentica Cultura che ha spinto e spinge ancora oggi alcuni temerari, sempre meno purtroppo questo lo dobbiamo rilevare, a combattere battaglie di principio senza interessi particolari e senza preoccuparsi delle conseguenze, quasi impersonalmente ma in maniera assolutamente attiva.

Oggi di destra nell’epoca del basso impero ultra mediatico di Berlusconi è rimasto ben poco, sparuti gruppi che seminano sperando che qualcuno un giorno raccoglierà, è questo il caso di movimenti indipendenti che sono più testimonianze che presenze, qualche nostalgico rimasuglio del vecchio MSI, un po’ di estremisti contestatari di matrice Cristiana o laicista, il club degli esclusi dalle liste del Pdl che tentato a vario titolo di rimettersi insieme agli esponenti del fallimento finiano chiamato FLI senza un vero progetto politico nel nome della defunta Alleanza Nazionale, qualche esperimento istituzionale riuscito solo a metà con una sparuta ed ectoplasmatica rappresentanza nazionale. Per capire cosa vogliamo dire basta guardare le liste che a vario titolo si richiamano alla destra presentate a Roma alle recenti elezioni comunali, una miriade, che hanno prodotto solo una scarsa rappresentanza e di conseguenza l’ennesima insignificante presenza sulla scheda elettorale incapaci di trovare una sintesi comune.

Ma la Destra, di lotta o di governo che sia, non può essere racchiusa esclusivamente in una sigla è qualcosa di molto di più che è dentro l’animo degli Italiani, che spesso viene fuori all’improvviso e si manifesta con tutta la sua forza, fu questo il caso del 1993 quando dal crollo della Democrazia Cristiana e della prima Repubblica a Catania trionfò un esponente dell’MSI come presidente della provincia Nello Musumeci e successivamente per le amministrative di Roma un incredibile 40% mandò al ballottaggio Gianfranco Fini contro Rutelli, ma ancor più sorprendente fu la vittoria di un Berlusconi alle politiche dell’anno successivo in alleanza proprio con quella destra postfascista emarginata e vilipesa nella I Repubblica e che così saliva agli altari del potere italiano senza poi veramente cambiare nulla nella vita degli Italiani stessi.

Quelle vittorie insperate però aprirono le porte all’arrivo nel nostro ambiente degli affaristi dei qualunquisti e dei trasformisti, che avendo visto tramontare un’epoca erano già pronti ad entrare nell’altra e al contempo nessun anticorpo era pronto per combattere questa infezione mortale, che negli anni successivi portò allo scioglimento di Alleanza Nazionale incenerendo un antico patrimonio di valori e ideali.

Adesso però che la presenza di Silvio Berlusconi, dopo aver causato diversi equivoci sul ruolo della destra e sulla sua natura, va sempre più affievolendosi, sia per l’età del personaggio che per il suo retaggio culturale, che lo vede vincere nelle urne ma incapace di un vero progetto politico alternativo a quello della sinistra (comunque rivoluzionaria per sua stessa natura), se non per il fatto parolaio di urlare qualche frase contro questa o quella tassa senza concludere nulla di concreto (vedi il caso IMU) e l’arrivo nel panorama di un movimento altrettanto populista e carismatico ma  inconcludente come quello del comico Grillo, ritengo che ci sia finalmente, uscito di scena speriamo definitivamente Fini, lo spazio per rifondare dalle basi un’idea di destra autentica, appunto Altra ed Alta rispetto a quella che è stata negli ultimi 20anni, purificandola da errori madornali, inesattezze ed incompressibili posizioni sul piano dottrinale che né hanno poi determinato la marginalizzazione, ritornando a quella intransigenza valoriale e se permettete a quella diversità etica che ci contraddistingueva tra la selva di boiardi di stato che hanno popolato la foresta del potere negli anni del trionfo e del governo.

Riscriviamo allora la nostra storia, pensiamo al presente che viviamo con impersonalità attiva e immaginiamo il futuro della nostra comunità militante e popolare senza albagie di origine o di momentanee e transitorie posizioni di élite.

Bisogna ritrovare la rotta per Itaca ma anche il coraggio di rimettersi in viaggio oltre le colonne d’Ercole rischiando anche l’isolamento su temi quali signoraggio bancario, europeismo identitario o sradicante, sovranità nazionale monetaria e popolare, Tradizione e Cristianità.

Per questo con questa libera piattaforma, voglio mettere in rete idee e uomini per un confronto sincero sui temi concreti della politica e sull’identità che un’area politica come la destra deve avere se vuole avere un futuro. Insomma fare la Destra.

Vista questa premessa è necessario ampliare il nostro raggio e allora ragioniamo insieme su tutto, senza totem o tabù inviolabili, per questo facciamo appello a tutti coloro che vogliono dare un contributo affinché mi inviino proprie considerazioni in merito ai più svariati temi: dal tipo di scuola e università che vogliamo a quale riforma degli enti locali pensiamo debba attuarsi per assicurare ai cittadini efficienza efficacia e risparmio senza strumentali demagogie, come è capitato in Sicilia ad opera del “rivoluzionario” Crocetta con l’abolizione delle provincie regionali che produrrà molto probabilmente il caos soprattutto per quel che riguarda gli istituti scolastici superiori e la viabilità intercomunale, a quali strategie adottare per riacquisire la nostra sovranità nazionale espropriataci in nome del super stato chiamato Europa figlio della logica del mercato finanziario, alla politica monetaria, se e come uscire dall’euro riappropriandoci del nostro futuro, come difendere, anche con misure protezioniste le nostre aziende nazionali dall’assalto della concorrenza straniera, dalla politica sull’immigrazione a quella sull’integrazione vera e non parolaia, dal modello di sviluppo nato dalla rivoluzione industriale a quello basato sul rispetto della natura dell’uomo e quindi sulla tutela delle risorse ambientali e monumentali di cui il nostro paese è ricco, se vogliamo ancora permettere lo sfruttamento dei lavoratori come schiavi salariati in nome di un’economica tutta a vantaggio delle multinazionali e se ora non è arrivato il momento, vista questa enorme crisi economica che non si arresta, di ripensare il tipo di crescita che vogliamo, se una fondata sullo sfruttamento fino all’esaurimento di tutto uomo compreso o su una rifondata sul rinnovo e il riutilizzo di ogni risorsa sia naturale che umana, perché anche le persone posso essere rimpiegati in attività utili alla comunità e non scaricati come merce avariata dalle multinazionali del profitto a tutti i costi quando essi diventano un costo troppo elevato da sostenere in uno stato delocalizzando in un altro.

Questo blog può rappresentare una palestra di idee per elaborare una politica per la rifondazione della destra, senza nostalgismi, primazie, pregiudizi, albagie, orgogli di parte o discriminatori dettati dall’interesse personale, ma al contrario al servizio dell’uomo e dell’Italia poiché quello che manca è proprio una corrente di pensiero che metta in campo idee forti che trascinino i molti che sono rimasti da tempo senza casa in cerca di riparo per la propria anima verso lidi sicuri e placidi, per non bagnarsi della pioggia acida e corrosiva che cade quando il cielo è inquinato e l’aria stantia è come ora ammorbata dalle emissioni tossiche del mondo moderno.

Questo compito spetta a noi che ci riteniamo senza superbia uomini dell’Altra Destra.

 

 Nino Sala 

Dimissioni dalla costituente regionale Sicilia Occidentale di Fratelli d’Italia

Al coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia

Guido Crosetto

Al Presidente nazionale di Fratelli d’Italia

Ignazio La Russa

Al responsabile nazionale Enti Locali

Edmondo Cirielli

e per c. Al Capogruppo alla Camera dei Deputati

Giorgia Meloni

 

 

 

 

 

Oggetto: dimissioni dalla costituente regionale Sicilia Occidentale

 

 

            Con la presente rassegno le mie dimissioni da componente la Costituente Regionale Sicilia Occidentale di Fratelli d’Italia visto il perdurare, nonostante le sollecitazioni che più volte vi ho rivolto, di una insostenibile situazione organizzativa e politica che io in questi mesi, nonostante la latitanza voluta degli altri dirigenti siciliani, ho colmato raggiungendo anche significativi risultati e operando con le mie sole forze, anche economiche, girando in lungo e in largo la regione senza mai ricevere un minimo di sostegno di qualsiasi natura se non trame alle spalle ingiustificate ed ingiustificabili in una compagine che si dice di destra e che pratica invece un sostanziale settarismo legato all’affermazione personalistica più che a quella di principi e valori che a parole si professa.

Inoltre faccio presente anche quali sono state le difficoltà incontrate in questo cammino:

v  l’inerzia, forse premeditata ai fini della gestione di potere, degli altri membri siciliani che forse sicuri delle tutele “romane” di fatto ha bloccato la crescita del partito non cooperando alla campagna amministrativa appena trascorsa in Sicilia Occidentale dopo il risultato delle politiche recenti che ha visto peraltro tali dirigenti canditati nelle posizioni ti testa

v  la scarsa attenzione rivolta alle questioni territoriali dalla dirigenza nazionale malgrado generici assenzi

v  dalla confusione culturale generata dal tentativo maldestro e goffo di mettere insieme il diavolo e l’acqua santa come ad esempio citare sia Giovanna d’Arco che la Rivoluzione Francese o altre amenità simili come il sostenere che la cosiddetta destra avrebbe le sue radici nel Romanticismo e in un mal compreso Risorgimento trascurando che esse sono ben più profonde e pertanto andrebbero studiate ed interpretate meglio, ammesso che se ne abbia la voglia condizione imprescindibile per la ricostruzione della vera destra

v  un vetero nazionalismo accoppiato ad una idea perdente dell’Europa che andrebbe totalmente riconsiderata

v  la logica correntizia uno dei mali peggiori della destra, a cui sono sempre stato estraneo, che non permette l’apertura di fatto del partito a nulla che non sia direttamente riconducibile ai colonnelli romani

v  un incomprensibile albagia di posizione che non permette un ragionamento serio su un soggetto unico e credibile dell’area di nostra provenienza necessaria in questo momento storico politico.

Detto questo credo che la cosa migliore per me e per gli amici che mi avevano seguito in Fratelli d’Italia sia chiudere questa stagione e riacquisire la mia piena libertà d’azione e di elaborazione per creare quella vera destra che non può essere un’alchimia elettorale o un gruppo parlamentare.

Distinti saluti.

 

Palermo 20 luglio ’13

 

 

Prof. Ing. Nino Sala